Il Gruppo Finiper consta di 27 Ipermercati disseminati nel nord Italia e lungo la dorsale Adriatica, sebbene 6 di questi siano stati concessi in affitto d’azienda all’alleato commerciale Conad nello scorso Novembre 2018.
Nelle analisi che sono state realizzate da GDONews in questi mesi sul mondo degli Ipermercati, dapprima analizzando le grandi aziende francesi assieme ad alleanza 3.0, ( vedi qua, poi vedi qua, poi vedi qua ed infine vedi qua) e successivamente le italiane Bennet, Il Gigante e Pam (vedi qua, poi vedi qua, poi vedi qua, poi vedi qua), si è potuto appurare con ragionevole certezza che la situazione finanziaria di tutte le aziende che si cimentano nel business degli Ipermercati è di assoluta fragilità. Non è un caso se le cronache di questi ultimi mesi abbiano visto le grandi aziende riorganizzarsi al proprio interno, se non addirittura arrivare far parlare di se relativamente voci di supposte vendite.
La settimana scorsa abbiamo iniziato una profonda analisi di benchmark tra tutte le aziende sopra menzionate a cui abbiamo aggiunto il gruppo Finiper. Ne è emerso che l’azienda lombarda di Patron Brunelli è quella che più è cresciuta nel quinquennio 2013-2017 in termini di fatturato.
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Il suo margine commerciale non è straordinario perché evidentemente la sua strategia punta molto sulla competitività dei prezzi e quindi sulle alte rotazioni, ma evidentemente questa, almeno in termini di sell out, paga.
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In questa seconda pubblicazione continueremo l’analisi di Benchmark delle 7 aziende che si cimentano nell’offerta Ipermercati e che, assieme, detengono una quota di oltre il 60% di tutti gli iper d’Italia.
Le 7 aziende sono ovviamente dimensionalmente differenti: appartengono al primo gruppo (dai 3 ai 6 miliardi) le aziende Carrefour, Alleanza 3.0 ed Auchan mentre appartengono al secondo gruppo, da 1 ad 1,6 miliardi, le italiane Bennet, Pam, Il Gigante e Finiper.
Le prime tre sono grandi aziende e molto complesse: tutte hanno una fitta rete di supermercati e di ipermercati, ed inoltre si cimentano anche nel business del franchising (e del master franchisee) e talvolta (Carrefour) del cash&carry. Questa complessità ha il sicuro risultato che “gonfia” molto il fatturato, ma per certo ne diminuisce la marginalità.
Pam, i cui fatturati sono assimilabili al secondo gruppo, è strutturata come una azienda complessa alla stessa stregua della prima fascia, infatti ha costituito una società dedicata alle attività di franchising, e come quelle sopra si cimenta sia nel canale ipermercati che ne canale supermercati.
Sostanzialmente si tratta di aziende che per generare profitto sono strette nella morsa tra gli ingenti costi strutturali (ovvero con costi di set up rilevanti e con gestione molto costosa) ed i fatturati che non sono tali da sostenere i business.
Il Retail, di ogni genere non solo food, si basa sul semplice concetto della facile accessibilità al prodotto: per questa ragione il luogo in cui installare il negozio assume una rilevanza importante nelle strategie di ogni azienda. Il bacino di utenza potenziale deve essere assolutamente in linea con le aspirazioni (il business plan preventivo) che l’azienda si propone, ma spesso e volentieri è proprio questo passaggio ad essere disatteso.
I negozi di grandi dimensioni (centri commerciali) hanno sempre bacini di utenza molto ampli ma difficilmente fidelizzati, da qui la grande difficoltà nel realizzare strategie adatte al raggiungimento dei fatturati preventivati.
Nelle prossime righe si procederà ad un profondo confronto tra i Bilanci di tutte le aziende menzionate sopra e poi ad un ulteriore confronto con le 4 grandi aziende protagoniste del canale Discount: Eurospin, Lidl Italia, MD Spa e Penny Market. Tutte le tabelle e tutti i grafici inseriti sono stati estratti dallo studio di tutti i Bilanci del 2017 messi a confronto.
Contenuti dell’articolo
Lo studio prosegue con una serie tabelle e grafici che mettono a confronto le principali insegne discount e ipermercato: Lidl, Eurospin, MD, Penny Market, Finiper, Coop Alleanza 3.0, Pam Panorama, Bennet, Il Gigante, Carrefour, Auchan. Lo studio approfondisce le evoluzioni dei costi dei servizi, costi del lavoro, Ebitdar ed altri dati dei protagonisti dello studio. Il linguaggio utilizzato è volutamente semplice per dare massima conoscenza a tutte le funzioni manageriali, non solo a chi si occupa di finanza. |
A chi può interessare questo articolo?
A tutti i fornitori che hanno o vogliono avere rapporti con queste aziende. A tutti i manager del mondo Retail per avere un riferimento preciso sugli andamenti delle tre aziende trattate. A tutti quelli che sono interessati ad accendere relazioni contrattuali con le medesime. |
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