Pubblichiamo oggi l’ultimo articolo dedicato alle analisi incrociate (Benchmark) dei Bilanci del 2017 di Carrefour, Auchan e Alleanza 3.0. Quest’ultima parte dell’analisi è stata la più complessa da realizzare in quanto, soprattutto nel caso delle francesi, le ragioni delle importanti perdite risiedono soprattutto negli investimenti del passato che oggi si traducono in ammortamenti ed interessi. Per raccontare ai manager della GDO questi passaggi piuttosto complicati abbiamo utilizzato molti grafici che entrano nel dettaglio dei numeri dei Bilanci e soprattutto semplificano la comprensione del confronto. Inoltre si è voluto allargare il campo per verificare la distanza che esiste tra il modello di business degli Ipermercati e quelli dei Discount, nelle varie voci di Bilancio, per comprendere a fondo le ragioni dei differenti risultati negli ultimi anni. La lettura del presente articolo è riservata agli abbonati. Abbonandosi si potrà avere accesso anche alla lettura dei precedenti senza limiti temporali. Ogni abbonamento ha una durata di 365 giorni dalla data della sottoscrizione.
Sia Carrefour che Auchan operano in Italia con strutture societarie complesse, ovvero con più ragioni giuridiche dove ognuna è focalizzata in un business distinto: nella fattispecie Carrefour opera in Italia con tre aziende, GS Spa storica azienda nata negli anni ’60 ed acquisita da Carrefour, che si occupa del business dei supermercati, del franchising e delle attività di C+C; SSC Srl che si focalizza sul business degli Ipermercati e Dì per Dì che, invece è concentrata nelle superette, nella prossimità.
Nel caso di Auchan invece la società SMA Spa si occupa di franchising e del business dei supermercati e Auchan Spa del business degli Ipermercati.
In tutte e due i casi si tratta di società che, a causa della difficoltà dei grandi formati, chiudono entrambi i Bilanci in perdita e quindi, per varie ragioni, la gestione extra operativa delle aziende (finanziaria in primis) viene ottimizzata per dare un contributo, nel valore aggregato, che sia meno penalizzante possibile sia sotto il profilo fiscale che per ragioni di sostenibilità economico-finanziaria.
Tutta questa premessa per spiegare che le analisi puntuali degli EBIT delle singole società sono possibili ma poco utili in questa sede perché, per le ragioni prima enunciate, in assenza di un dato consolidato, è il dato aggregato il vero obbiettivo della nostra analisi e quello a cui le aziende fornitrici e non si devono ispirare, pur tenendo conto che in alcuni casi (ad esempio GS) i bilanci contengono una parte di dati di vendita infragruppo.
Nel concludere la nostra rassegna degli articoli di commento ai Bilanci 2017 delle aziende in questione, ed agli incroci tra essi (benchmark), per semplificare i concetti attorno alle prestazioni delle due multinazionali abbiamo ritenuto opportuno considerare il risultato aggregato di ogni Gruppo come quello da tenere in riferimento. Per fare ciò si è proceduto ad una analisi di ogni Bilancio e lo si è sommato agli altri del Gruppo, ottenendo quindi sia dati puntuali, che medie di gruppo, che dati aggregati.
L’EBITDA, si è più volte spiegato, è la principale misura reddituale delle aziende, in quanto esprime la capacità di generare reddito delle aziende dall’attività operativa, senza le interferenze degli effetti delle politiche degli Investimenti (tramite gli ammortamenti), delle politiche dei Finanziamenti (tramite gli oneri finanziari) e delle politiche Fiscali (tramite le imposte). Organizzazioni complesse come quelle delle aziende francesi Carrefour e Auchan, peraltro con risultati molto negativi (solo DixDi presenta nel 2017 una perdita contenuta), e quindi finanziate sia dalle Banche italiane che dalle capogruppo francesi, sono costrette a costruire politiche finanziarie più (GS, DixDi, Auchan, SMA) o meno (SSC) complesse, lontane dalle operatività del business, che unitamente ad ammortamenti rilevanti, vanno ad appesantire gli scarsi risultati operativi, peggiorando il PROFIT margin, che però, di fatto, rappresenta il miglior risultato ottenibile date le condizioni di mercato e di gestione.
Passiamo ai numeri:
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Qualche anno fa, per conto di un altro gruppo di retail che rilevò due iper di Carrefour, che continuano ad operare con altri marchi, recuperai le attrezzature di rete ed informatiche esistenti nei pdv ed allestii una splendida sala server per una sede, con decine di servers diversi. Con le apparecchiature di rete di un solo iper, allestii la parte telematica e di rete di un nuovo stabilimento per la lavorazione ed il sezionamento carni. Non so per il resto(e non so in merito ad Auchan), ma Carrefour spende cifre consistenti per allestire i pdv. Facendo le debite proporzioni, mi immagino quanto spendono telematicamente ed informaticamente per i cedi, le sedi, ecc. ecc. Se io dovessi allestire informaticamente e telematicamente, i pdv di Carrefour, con i risparmi, pagherei profumatamente il mio costo e quello di un gruppo di lavoro che lavorerebbe con me agli allestimenti dei pdv. Con il resto del risparmio, resterebbero qualche decina di milioni di euro che potrebbero finanziare un bel viaggio annuale organizzato da Hotel-plan, per tutti i gestori virtuosi di tutti i punti vendita europei. A proposito: Tutto quello che ho recuperato ed utilizzato altrove è ancora perfettamente funzionante , ma ho ancora accantonato apparecchiature informatiche e telematiche utilizzabili, che mi sono rimaste da quei pdv. Potrei rivenderle a Carrefour, a metà prezzo e così aiuto l’azienda a recuperare qualche perdita.