Si è già scritto che la GDO italiana è costellata da retailer che vendono rifatturando le merci acquistate dai fornitori ai propri soci o affiliati. Questa particolare dinamica comporta una serie di considerazioni: la prima è che chi acquista e vende ai soci produce un fatturato che non è il vero fatturato alle vendite al dettaglio (quello che determina la quota di mercato), ma all’ingrosso.
Ciò ha come diretta conseguenza che il fornitore, nell’accertarsi che “il cliente” sia solido e solvibile anche a futuro, deve considerare sia la solidità dell’azienda a cui fattura (Cedi), sia delle dinamiche che legano questa a chi vende (soci o affiliati).
Scritto in altre parole: se un gruppo avesse, per ipotesi, cento negozi che appartengono a quattro ragioni sociali (affiliati o soci), ed un giorno uno o due di questi se ne andassero, anche nel caso che il Cedi presenti i bilanci perfettamente in ordine, l’ammanco di fatturato sarebbe tale da destabilizzare profondamente la sua struttura dei costi.
Oppure, se un Cedi possedesse soci o affiliati i quali gli saldano con ritardo le fatture, qualcuno a rischio di insolvenza, oppure diversi e molto fragili, in egual maniera la solidità di un Cedi farebbe molta fatica a sopportare le conseguenze di eventuali traumi finanziari.
Per tutte queste ragioni è essenziale avere un’idea chiara dei gruppi che rappresentano il mercato della GDO italiana. Qualche settimana fa, a tal proposito, abbiamo pubblicato un interessante articolo, a firma del dott. Giuseppe Di Napoli, che ha spiegato in modo semplice e chiaro qual è la situazione finanziaria del gruppo Cedi Marche, un importante attore della fascia adriatica, con una quota di mercato che oscilla tra il 15 e il 20% nelle province in cui è presente.
In questo articolo si proseguirà lo studio su Cedi Marche occupandoci dei suoi soci, ovvero delle società che acquistano da Cedi Marche e vendono al consumatore finale attraverso i loro negozi.
Nel territorio in cui opera l’azienda è anche presente, e direttamente in concorrenza, anche il gruppo COAL, che abbiamo analizzato qualche mese fa sia relativamente alle prestazioni del Cedi (leggi qui e qui) che dei suoi affiliati (leggi qui).
Cedi Marche è attiva sul territorio marchigiano ed abruzzese con una rete di vendita composta da format distributivi che vanno dai 250 ai 2000 mq. La rete associata a marchio “Si con te” è composta da 22 Superstore di superficie media di 1470 mq, 42 Supermercati di superficie media di 760 mq, 22 Market di superficie media di 350 mq e 17 pdv tra alimentaristi ad insegna “Qui” e Tradizionali senza insegna. In totale la rete distributiva di CE.DI. MARCHE comprende 103 punti vendita, di cui 7 in Abruzzo, ed è presidiata (al 31.12.2020) da 63 soci imprenditori coinvolti attivamente nella gestione delle proprie attività commerciali.
L’analisi che segue riguarda i 22 affiliati società di capitali, per i quali sono disponibili i dati di bilancio, in quanto pubblici. Tali affiliati realizzano un giro d’affari (2020) di oltre 154 milioni di Euro, a fronte dei 410 milioni di Euro stimati per l’intera rete di CE.DI. MARCHE, quindi con una copertura di circa il 38%, statisticamente significativa.
In media gli affiliati società di capitali CE.DI. MARCHE ottengono un giudizio quantitativo di poco insufficiente (47 su 100, dove la sufficienza si raggiunge a 50 punti): i risultati ottenuti nella maggior parte delle aree esaminate sono di poco insufficienti, fatta eccezione per la Redditività, penalizzata da un modello di business particolare di cui parleremo più avanti, e per la Sostenibilità dei Debiti, avvantaggiata da una più alta capitalizzazione.
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