Se un responsabile finanziario di una qualsiasi azienda fornitrice della GDO ritiene che attraverso l’analisi e lo studio dei bilanci (e magari del solo ultimo bilancio) del cliente GDO sia possibile valutare suo il rischio finanziario, si sbaglia di grosso. Il retailer italiano è spesso molto complesso e non esiste nessuna assicurazione del credito e nessun bilancio che possano dare certezza della sua reale situazione economico finanziaria.
Quell’imprenditore che vende un alto valore di merce ad un gruppo della DO deve conoscere perfettamente il rischio che si sta assumendo, e questo non succede mai: la DO, ovvero la maggior parte del mercato, ha regole completamente differenti.
Detto ciò è, però, necessario aggiungere che oggi la grande distribuzione italiana, e la stessa DO in particolare, è meno instabile rispetto al passato, oramai i venti forti che hanno portato estrema fragilità sono terminati ma, ancora oggi, esistono imprese retail più fragili di altre, e l’importante è essere a conoscenza di tali rischi.
Come si fa a riconoscere la fragilità dei gruppi della GDO? Si torna al punto di partenza: non dai bilanci dei gruppi a cui si vende: questo deve essere molto chiaro a tutti. Salvo il caso in cui un retailer sia proprietario dei suoi negozi, in tutti gli altri casi (la DO appunto) l’analisi deve essere differente.
Facciamo un esempio per comprendere meglio: una qualsiasi azienda sul mercato se ha molti clienti ed il suo fatturato si parcellizza in centinaia di essi, gode di un minor rischio, soprattutto se la maggior parte di quelli gli è fedele ed è solida economicamente. Se, al contrario, un’azienda ha molti clienti ma la grande parte delle vendite la rivolge a pochi, il rischio dipende dalla solidità dei suoi clienti.
E’ chiaro il concetto? I clienti, nell’esempio qui sopra, sono gli affiliati ai gruppi della DO. Analizzare le aziende retail della DO significa analizzare le dinamiche che esistono nella fatturazione agli affiliati, che è assolutamente indispensabile per avere certezza della loro solidità. Nella realtà dei fatti, salvo qualche centinaio di fornitori di grandi dimensioni e ben strutturati, le migliaia di altre aziende di produzione che si rivolgono alla GDO non hanno la minima idea dei rischi che si annidano nella DO. Qualche settimana fa abbiamo svolto due pubblicazioni (qui e qui) sul gruppo Ergon, portando alla luce forza e fragilità del gruppo, oggi entreremo in analisi di un altro gruppo storico della DO, la Coal di Ancona, dapprima analizzando l’azienda stessa, e successivamente i suoi clienti (i soci, è una cooperativa). Pertanto, alla fine di questo studio (suddiviso in due parti) l’analista autore, il dott. Giuseppe Di Napoli, consulente sia della GDO su temi di natura finanziaria e sia dell’industria alimentare, stilerà un RATING affidando alla Coal un suo indice di rischio finanziario. Inoltre, da ultimo, sarà di estremo interesse un’ulteriore pubblicazione che sarà specificatamente rivolta ai “clienti” di Coal (i soci), dove si capirà la solidità del suo operato attraverso la loro qualità.
Redditività di COAL società cooperativa e raffronto settoriale
L’azienda presenta stabilmente una redditività inferiore alla concorrenza,
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