
In Italia crescono gli acquisti online di generi alimentari, anche se in maniera decisamente inferiore rispetto ad altri Paesi, perciò il settore sta diventando terreno di continua sperimentazione ed evoluzione di servizi da parte GDO: in particolare Esselunga dichiara vendite online per il 2,1% del fatturato, mentre Coop Alleanza 3.0 tocca appena lo 0,03% delle vendite. Ma i dati che arrivano dagli operatori sono ancora pochi e insufficienti. E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto del Centro Studi R&S Mediobanca, che prende a campione i 10 maggiori gruppi italiani e stranieri della grande distribuzione.
L’e-commerce food in Italia nel 2016, si legge nello studio, è cresciuto del 35% rispetto al 2015 raggiungendo un valore di 593 milioni di euro ed è previsto che oltrepassi gli 800 milioni nel 2017 con un incremento del 37%. Gli acquisti online di prodotti alimentari da supermercato hanno raggiunto nel 2017 un valore superiore ai 200 milioni di euro con un incremento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. In questo segmento i principali operatori tradizionali della Gdo ricoprono un ruolo preponderante e in continua evoluzione con lo sviluppo di nuovi servizi al consumatore: si pensi alla consegna della spesa presso l’abitazione (la formula prevalente) o il ritiro della spesa da parte del consumatore presso i punti di vendita (Click&collect).
In Italia il tasso di penetrazione degli acquisti online food and grocery sul totale del settore (0,5%) è ancora minimo e sensibilmente inferiore a quello registrato nel Regno Unito (8%), in Francia (6%), in Germania e Usa (2%). La spesa media annua per web shopper è di 500 euro, rispetto al valore più elevato della Francia pari a 1.850 euro. Oltre alle catene di supermercati, si stanno affermando realtà importanti che operano esclusivamente online quali Prime Now di Amazon, Supermercato24 e altri.
Tra gli operatori internazionali esaminati dallo studio di Mediobanca, sulla base delle informazioni disponibili dai documenti ufficiali, l’incidenza dell’e-commerce risulta intorno al 4-5% del fatturato totale (Casino 5%, Target 4,4%, Ahold Delhaize 4%). In Italia c’è ancora un gap da colmare rispetto ai numeri internazionali: Esselunga ha dichiarato vendite online nel 2016 per 158 milioni (2,1% del fatturato). Comunque avanti rispetto alla principale cooperativa di consumo italiana Coop Alleanza 3.0, che arriva appena allo 0,03% delle vendite.
Per il resto il report traccia lo scenario complessivo dei maggiori gruppi italiani e internazionali della Gdo alimentare dal 2012 al 2016 con dati e grafici. Vediamo la situazione in Italia.
POCHI SPAZI, MOLTA OFFERTA
Nella Gdo l’Italia resta un paese con aspetti contraddittori: bassa grandezza di superfici, solo l’1,4% degli esercizi, mentre il libero servizio arriva a coprire quasi il 50% del totale. Offerta complessiva elevata, pari a 289 mq ogni mille abitanti, alle spalle della Germania. E bassa concentrazione, con i primi cinque operatori del settore che rappresentano poco oltre il 50% del mercato contro incidenze dal 60% all’80% in Spagna, Germania, Francia e UK.
[via economyup]