Gérard Mulliez, 83 anni e terzo uomo più ricco di Francia (dopo Bernard Arnault di Lvmh e Liliane Bettencourt di L’Oréal), patron del colosso della gdoAuchan e inventore anche dei marchi Decathlon e Leroy Marlin, non dev’essere uno che sa resistere alle provocazioni. Lo dimostra il fatto che la sezione dei giovani comunisti di Lille se l’è visto comparire in assemblea dove ha preteso di dire la sua.
Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato con una manifesto affisso per le vie della città, a firma della sezione locale del partito comunista, in cui veniva messo a confronto proprio il multimilionario Mulliez, definito “profittatore della crisi”, con un operaio da 1.500 euro al mese.
Tanto è bastato perché Mr Auchan si presentasse in carne e ossa a una riunione per replicare all’offesa. Sulle prime, l’arzillo vecchietto non è stato neppure riconosciuto dai militanti che però, una volta identificato l’interlocutore, hanno dato vita a un’intensa discussione.
“Non siete affatto gentili con me”, ha esordito Mulliez, aggiungendo: “alla vostra età avevo già aperto il mio primo negozio”. Subito sono piovute le critiche dei militanti che lo hanno accusato di sfruttare i lavoratori. “Io creo dei posti di lavoro e voi in cambio mi denunciate”, la controreplica. Fino a quando, accusato di ricevere da un lato aiuti pubblici e di licenziare, dall’altro 300 persone, ha lasciato l’assemblea definendo i militanti “vittime di un lavaggio del cervello e schiavi dell’ideologia”.
Inutile dire che l’episodio è stato immediatamente condivisio sui social dai presenti, ed è ovviamente rimblazato sui giornali francesi, ed ha avuto una tale eco che ora Mulliez è stato invitato per un nuovo dibattito. Chissà se raccoglierà la sfida.