Tigros è un’insegna che in Lombardia sta ottenendo ottimi risultati negli ultimi anni. Poche settimane fa abbiamo pubblicato un interessante studio sulla sua crescita, specificando che negli ultimi 5 anni il suo fatturato è incrementato di circa il 90%, un dato sensibilmente superiore alla media del mercato di riferimento. Peraltro, si tratta di una crescita decisamente sana dato che la media evolutiva del suo Ebitda, è stato scritto nell’articolo, è addirittura superiore alla crescita del fatturato. Insomma si tratta di un’azienda da tenere d’occhio per la sua evoluzione.
Ed a proposito di questo non poteva non essere di nostro interesse la sua ultima apertura, il 78esimo punto vendita. La zona dove ha scelto di aprire è in un luogo in cui l’insegna è molto apprezzata, ad ovest di Milano, a Cuggiono, vicino ad altri suoi due punti vendita, quello di Magenta e quello di Inveruno.
Come si noterà dai dati, questo territorio è interessante perchè se da un lato la densità di popolazione non è certo quella che si può incontrare in prossimità di Milano, è pur vero che la qualità del consumatore è piuttosto interessante, così come la concorrenza.
Esselunga non si muove con agio in queste zone, è piuttosto terra di Conad, oltre a Tigros ed ai discount.
La sfida del gruppo varesotto è contro se stessa: ad Inveruno, molto vicino, si trova uo dei punti vendita più performanti dell’azienda, e questo di Cuggiono vorrebbe tentare di ripercorrerne le sorti, senza pregiudicarne le prestazioni.
A chi svolge l’analisi, questa apertura sembra voler rappresentare una sfida contro se stessa, piuttosto che contro altre insegne.
In questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio, attraverso l’applicativo StoreMap, prodotto dall’Istituto GeoRetail Italia, il bacino d’utenza sul quale insiste una recentissima apertura di Tigros. Nello specifico, si tratta di uno store sito in via Lattuada 2, Cuggiono (Milano) che ha aperto lo scorso 22 novembre.
Procediamo, quindi, con la prima mappa, relativa alla densità abitativa (il pdv è rappresentato dal puntino verde):
Come possiamo vedere, il negozio sorge in una zona con densità abitativa minore rispetto a quella presente ad est del bacino dove opera, oltre ad altri player, un secondo store Tigros. È vero, però, che il nuovo pdv copre un’area comunque abbastanza popolata, a differenza degli estremi nord e a sud dell’isocrona, estremamente scarni in termini di residenti.
Teniamo presente che le due isocrone tracciate, una blu ed una rossa, corrispondono rispettivamente a due aree percorribile in 5 e 7.5 minuti di percorrenza in auto.
Visionando i dati relativi alla popolazione del bacino primario, constatiamo che le fasce di età presenti nel bacino sono abbastanza allineate alla media nazionale. Solo l’intervallo 40-69 anni è presente, in percentuale, in modo leggermente superiore allo standard.
I residenti stranieri sono, invece, 813 in totale e rappresentano il 6.8% della popolazione, un dato inferiore rispetto al 9.2% medio nazionale.
Il grosso delle famiglie (56.8%) è al di sotto dei due componenti. Parliamo di single o, comunque, coppie non sposate. Si tratta ad ogni modo di un dato inferiore alla media nazionale (60.6%). Infatti, le famiglie più numerose (3 componenti e oltre) costituiscono il 43.2% del totale contro il 39.4% medio di riferimento. Normalmente, le famiglie numerose sono quelle più alla ricerca di convenienza e rappresentano spesso un tipo di clientela che acquista presso più insegne, prediligendo in molti casi il discount.
Interessante poi il dato sul reddito. Vediamo, infatti, una buona presenza (sopra la media regionale) di redditi compresi nelle due fasce di mezzo. Gli estremi (verso l’alto e verso il basso) sono meno popolati rispetto allo standard.
I dati sul bacino secondario, pubblicati qui di seguito, non variano molto rispetto a quanto già analizzato relativamente al bacino primario.
A livello di densità distributiva, vediamo come nel bacino primario sia presente solo un operatore (Prix). La concorrenza si concentra all’interno dell’isocrona più ampia e, in particolare, ad est del bacino.
È per questo che il bacino primario rappresenta una piazza assolutamente insatura. L’indice di saturazione, infatti, è pari all’11.4%. Ciò significa che la GDO presente nell’area presa in considerazione, veicola solo una minima parte dei consumi.
Nel bacino secondario la situazione cambia perché tale indice arriva al 61.9% ma il mercato potenziale rimane, comunque, assolutamente ampio (oltre 18 milioni di €).
Nelle analisi che svolgiamo, siamo abituati a vedere aperture realizzate in bacini con indici ben superiori a questi (e vicini al 100%).
Diciamo poi che nel bacino analizzato, dopo il Covid19 (anno 2020) il fatturato si è riuscito abbastanza a mantenere, subendo solo un calo leggero.
Guardando la concorrenza complessiva (ovvero quella relativa al bacino secondario) e, soprattutto, le performance dei punti vendita messe in relazione con le proprie rispettive prestazioni medie nella provincia, possiamo fare alcune riflessioni.
Partiamo dicendo che il Tigros di Corso Italia n.6 (Inveruno), fattura il 32% in più rispetto alla sua media provinciale, cosa che non accade per nessuna delle altre insegne.
La performance peggiore, in tal senso, ce l’ha il Conad di Inveruno (-33% rispetto alla propria media nella provincia).
Anche D-Più e Prix presentano fatturati inferiori ai rispettivi standard ma si discostano meno da essi rispetto al già citato Conad o all’U2 (-17%).
Evidentemente, Tigros ha la volontà di replicare a Cuggiono il successo già ottenuto ad Inveruno con un’offerta che le ha conferito un vantaggio rispetto ai propri concorrenti diretti.
Solo il tempo potrà dirci se la scommessa è azzeccata ma i dati sembrano puntare in questa direzione.
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