La pasta fresca cresce anche nel post-Covid

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Il mercato della pasta fresca in Italia archivia un 2022 con il segno più in termini di vendite, risultato tutt’altro che scontato: durante la pandemia, infatti, il segmento della pasta fresca aveva vissuto un autentico boom con gli italiani che cercavano di “consolarsi” per la chiusura dei ristoranti concedendosi qualche piacere in più tra le mura domestiche; inoltre, la recente impennata inflattiva che ha colpito duramente il carrello della spesa rischiava di contrarre le vendite delle specialità di pasta più costose come, appunto, quelle fresche e ripiene.

E invece, no, le vendite 2022 sono in crescita non solo in termini di valori ma anche di volumi rispetto al 2021. Segno che anche con i ristoranti aperti alla pasta fresca in casa non si rinuncia e non la si toglie dal carrello della spesa. Tanto che nel settore si è registrata anche un’importante operazione di M&A che ha dato vita ad un forte polo produttivo: nello scorso mese di agosto Aksìa Capital V, fondo gestito da Aksìa Group, ha perfezionato tre nuove acquisizioni, incorporando le aziende Buona Compagnia Gourmet, Il Ceppo e Michelis, dopo che aveva già completato l’acquisizione di Master nel 2021.

Così è nato Italian Food Excellence (Ifex), un polo per la produzione di pasta fresca, gnocchi e piatti pronti di alta qualità che, a livello consolidato, fattura circa 100 milioni di euro. Questa operazione punta principalmente a presidiare il mercato strategico degli Stati Uniti, dove attualmente il Gruppo Ifex realizza più di 15 milioni di fatturato. Il mercato della pasta è in salute, lo è soprattutto la nicchia della pasta fresca dove operano sia colossi di grandi dimensioni – come i gruppi Rana e Fini – che piccole realtà poco più che artigianali dedite alla qualità e fortemente legate al territorio.

Secondo uno studio realizzato da Allianz, si prevede che il segmento della pasta fresca continuerà a crescere fino al 2025 ad un tasso dell’1,3% vendendo sempre di più attraverso piattaforme marketplace. L’export è strategico: in Europa tre piatti di pasta su quattro sono italiani. La spunta quindi chi opta per innovazione, qualità e capacità di commercializzare anche attraverso canali digitali evoluti. Secondo Coldiretti, nell’ultimo anno le vendite all’estero di pasta italiana sono cresciute del 33%, un record storico all’interno del quale la pasta fresca ha mostrato un particolare dinamismo.

Anche sul mercato domestico le performance della pasta fresca hanno dato soddisfazione alle aziende di produzione: come mostrano i dati che presentiamo in un articolo dedicato di questo focus, alla fine del 2022 le vendite attraverso il canale della Gdo sono cresciute del 2,3% in volume. Certo la crescita è dimezzata rispetto a quella realizzata durante la pandemia quando il comparto segnò un incremento superiore al 5%, ma la pasta fresca ha mostrato di reggere l’urto del ritorno alla normalità e della prima fase dell’impennata inflattiva. Questo raccontano i dati che fotografano la situazione al termine del 2022. Vedremo se e come questo segmento reggerà anche gli eventi tempestosi del 2023, appena iniziato e di certo non semplice.