Una parabola, quella di Coop Italia, che deve insegnare molto al mercato. Un’organizzazione molto forte economicamente che in anni cruciali fece scelte che non furono in linea con i trend del mercato degli anni successivi e che hanno costretto a scelte difficili per recuperare terreno e sopratttto margini.
La Coop Italia di oggi, dopo una profonda trasformazione, è sicuramente migliore di quella di qualche anno fa, più organizzata, più sana nelle sue cooperative e più serena, seppur al prezzo di una riduzione delle quote di mercato.
In ballo c’era moltissimo, non solo prestigio, fatturato e dipendenti; erano i soci prestatori la grande preoccupazione dell’organizzazione cooperativa. Oggi, dopo la tempesta, non solo è tutto in sicurezza, ma si affaccia all’orizzonte anche una serenità verso il futuro che sembrava quasi un sogno.
Un prezzo è stato necessariamente pagato, si scriveva sopra, ed un importante studio realizzato dall’ufficio studi di Istituto Georetail Italia lo descrive con precisione ed aggiorna le quote dell’ex leader di mercato all’ultima fotografia disponibile.
Nel suo profondo studio sugli attori della GDO, l’ufficio studi di Istituto Georetail Italia ha comparato l’andamento degli ultimi bilanci disponibili, sia degli affiliati (Tatò, AZ, New FDM, Le due Sicilie Srl, Sardegna Più) che dei Cedi ad insegna Coop (inclusi il consorzio Sait, Coop Amiantina, Coop Reno, Superconti Spa, Distribuzione Roma Srl), indicando un fatturato alle vendite dei punti di vendita che si è attestato a 13,7 miliardi di euro con una crescita del +0,6% rispetto all’anno precedente.
Entriamo nel dettaglio:
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