Anche quest’anno GDONews ha rinnovato l’accordo con l’Istituto GeoRetail Italia per la Piattaforma GeoRetail. L’obiettivo dell’accordo è la pubblicazione, in esclusiva, delle quote di mercato degli attori della GDO e dei loro formati di vendita misurate con una nuova metodica di calcolo.
Alla domanda: «C’è veramente bisogno dell’Istituto GeoRetail per determinare le quote di mercato del settore?» risponde Massimo Schiraldi, CEO di Istituto GeoRetail Italia: «La GDO italiana è un settore dell’economia molto complesso e, dunque, come per ogni mercato di questo tipo, è fondamentale poterlo osservare da più prospettive possibili al fine di comprenderlo appieno. La piattaforma GeoRetail ha proprio l’obiettivo di offrire una prospettiva più ampia. Realtà come Nielsen e IRI fanno un gran lavoro nel misurare alla perfezione le vendite del Largo Consumo Confezionato, però esiste una rilevante quantità di prodotti a peso variabile o localismi i cui codici variano con facilità, impedendo a chi analizza i dati di vedere il quadro completo.»
In buona sostanza Schiraldi pone l’accento su una variabile che il mercato già conosce perfettamente, ovvero che, in primis, è notoriamente difficile reperire tutti i dati delle vendite di oltre 26 mila negozi e che, in secondo luogo, gli operatori del settore sono consapevoli di come le società di ricerca, nell’attribuire le quote di mercato, debbano muoversi oltre i confini perfettamente conoscibili del loro core business, rappresentato principalmente dall’analisi dei codici EAN delle varie categorie del Largo Consumo Confezionato.
Qual è la soluzione di GeoRetail per dare maggior certezza delle vendite della GDO?
«Il nostro obiettivo non è dare maggior certezza rispetto a quanto dichiarato da note società di ricerca ma, piuttosto, quello di arrivare ad un dato partendo da un presupposto differente: non dal singolo item, ma dall’alto, ovvero dai ricavi dichiarati nei bilanci di esercizio di tutte le partite IVA che svolgono attività di vendita al dettaglio nella grande distribuzione alimentare.»
In questo contesto, averle potute riunire in un unico database, mettendole anche a confronto con i dati demografici, permette al software GeoRetail di determinare le prestazioni dei negozi della GDO che in gran parte sono gestiti da piccole imprese le quali si associano o affiliano a grandi centri distributivi. La conseguenza è una conoscenza del mercato molto più precisa, anche perché in ogni misurazione che si rispetti sono i bilanci a determinare le quote.
Qual è lo scopo dell’Istituto Georetail Italia sul mercato?
Grazie allo sviluppo della sua piattaforma altamente specializzata, ha come obiettivo quello di fornire assi di miglioramento, ampliando le prospettive di analisi dei dati e con esse le prestazioni di chi opera nella grande distribuzione.
Aiuta a migliorare le prestazioni dei gruppi della GDO, o anche quelle dei fornitori?
Di tutti, non solo del retailer. Ovviamente ogni gruppo della GDO può utilizzare il database per capire immediatamente chi sono i consumatori potenziali di un proprio store situato in un determinato punto della mappa d’Italia e, di conseguenza, offrire il miglior assortimento e conoscere preventivamente il potenziale di ciascun negozio ma, ad ogni modo, il database è pensato soprattutto per i fornitori i quali, grazie ad un apposita interfaccia studiata ad hoc per loro, possono avere una perfetta istantanea che indichi quali sono punti vendita il cui bacino di utenza è congeniale al proprio prodotto o linea di prodotti.
Il cuore della piattaforma dell’Istituto GeoRetail Italia è la capacità di mettere in relazione dati diversi quali, ad esempio, i report demografici forniti da Istat e i dati presi dai bilanci di esercizio delle attività che svolgono vendita al dettaglio in GDO, oltre che rilevazioni e/o ricerche sviluppate dall’istituto stesso in autonomia.
GeoRetail produce risultati che fanno comprendere il vero potenziale di ciascuno dei circa 26mila negozi d’Italia; il trend di ognuno – perché ad un bilancio ne segue un altro e, analizzando i dati, è possibile identificare al meglio gli andamenti di fatturato – e, inoltre, il trend della redditività per metro quadro dei singoli stores o insegne, ovvero l’indice di misurazione della potenzialità di sell out nel mondo del retail.
Perché il fornitore dovrebbe conoscere il potenziale dei negozi che già somministra?
La grande distribuzione italiana è sempre il risultato di una lunga filiera che il fornitore non può sempre monitorare dalla A alla Z in modo efficiente. Gli scaffali rappresentano l’ultimo chilometro di questo percorso ma il fornitore, spesso e volentieri, consegna a magazzino, avendo successivamente minore visibilità su come vengono gestiti i propri articoli nei punti vendita. A volte è lo stesso Cedi a perdere di vista le dinamiche che caratterizzano la gestione di alcuni prodotti all’interno degli stores. Ciò avviene per i negozi di proprietà e, a maggior ragione, per quelli in affiliazione.
E quindi?
Quindi la verifica – da un lato della produttività (per i centri distributivi) e dall’altro del ritorno dell’investimento (per l’industria) – consente di riconoscere meglio quali siano le sacche improduttive delle attività che si stanno svolgendo. Questo è l’apporto di GeoRetail e il motivo per cui migliora il business nella grande distribuzione.