Da oggi e per le prossime quattro settimane ci occuperemo della categoria Pasta di semola. Gli articoli che saranno pubblicati argomenteranno i dati delle vendite nei supermercati e negli ipermercati, approfondiranno gli studi sui protagonisti dell’industria attraverso delle analisi di benchmark dei Bilanci degli ultimi cinque anni ed analizzeranno gli scaffali di alcuni protagonisti della Grande Distribuzione. Le analisi, i grafici, gli studi finanziari e tutto il materiale presente in questo e nei successivi articoli sarà disponibile esclusivamente per gli abbonati al portale. Nel mese di Marzo l’insieme degli articoli, con interviste ai Buyers della GDO ed ai protagonisti dell’industria, e con una analisi molto profonda delle performance finanziarie dei players dell’industria, verranno riuniti in un e-book acquistabile al costo di 250€ + IVA on line, oppure scaricabile gratuitamente dagli utenti PREMIUM.
Con un consumo medio di circa 24 kg a testa gli italiani si confermano al primo posto come mangiatori di pasta, dentro il nostro Paese una Regione detiene il primato mondiale: la Sicilia dove il consumo di pasta annuale pro capite è di 40 kg, ovvero quasi il doppio del resto d’Italia. In Trentino Alto Adige il consumo di pasta pro capite è di circa 20kg.
L’alto consumo della Sicilia ha fatto sì che le confezioni di pasta più vendute in quella Regione fossero quelle da kilo, più consone alle abitudini di consumo locale.
Il mondo della pasta di semola abbraccia vari prodotti e forme, non solo, presenta anche diversi tipi di pasta per differenti tabelle nutrizionali e qualità , è un mondo vario con un referenziamento abbastanza strutturato.
Uno scaffale di Coop Nord ovest: il segmento premium è molto strutturato
Prima curiosità : quali sono le referenze di pasta più vendute nella GDO italiana?
Lo spaghetto è in assoluto la pasta più acquistata nella GDO, infatti se la referenza più venduta è lo spaghetto n.5 da 500 grammi della Barilla, la seconda referenza è lo spaghetto n. 5 da 1 kg della Barilla, seguito dallo spaghetto della De Cecco ed in successione lo spaghettino n.3 della Barilla.
Super+Iper – Pasta di Semola – Anno 2017
Solo dopo questo gruppo di referenze di spaghetti troviamo una lasagna della Barilla. E’ molto curioso ma la lasagna nella classifica degli items più venduti è prima della prima referenza delle penne, dove quelle della De Cecco superano quelle della Barilla (mezze penne).
Il sud Italia, a differenza del Nord, sebbene i marchi importanti siano massicciamente presenti (Barilla su tutti), negli scaffali trovano molto posto anche marchi differenti e spesso locali, dando quello spazio che al nord i medesimi trovano solo per le attività promozionali.
Facendo un raffronto tra i dati in nostro possesso relativi all’anno 2015 e gli ultimi in nostro possesso abbiamo potuto verificare come le referenze presenti nella Top Ten ean siano però, a volume, tutte in negativo rispetto al 2016, sebbene nell’ambito analizzato (Super+Iper) il decremento di fatturato è minimo, dal 2015 al 2017 è sceso del 3,75%.
Pertanto è sicuramente vero che il consumo pro capite di pasta è decisamente diminuito negli anni, ma tale arresto si è conformato ad una nuova realtà che è più o meno stabile ed in crescita decisa in alcune categorie, soprattutto quelle riferibile all’ambito salutistico. Le ragioni del decremento storico dei volumi di consumo di pasta sono oramai note: dagli anni ’90 si sta vivendo una costante ma inesorabile erosione dei consumi pro capite, dagli oltre 30 kg a persona agli attuali 24 kg, per un generale cambio delle abitudini di acquisto.
Le nuove generazioni hanno, senza alcun dubbio, modificato le loro abitudini alimentari sia verso una alimentazione più equilibrata, dove il carboidrato deve essere drasticamente ridotto se si conduce una vita sedentaria, sia gradendo nuove culture culinarie, oggi ampliamente rappresentate in tutto il mondo, sebbene adattate alle abitudini dei Paesi approcciati.
Entriamo ora nel merito di tutte le categorie della pasta:
Quanto vale la pasta nella GDO (Super+Iper)?
Nel 2017 il fatturato è stato intorno ai 720 milioni di euro. Di questi ben l’85% sono dati dalla pasta di semola, il resto dalle rimanenti categorie quali la Pasta di semola insaporita o arricchita, la Pasta integrale/farro/kamut e Pasta senza Glutine.
Come si evince dalle descrizioni vi è una apertura delle categorie verso l’offerta di un prodotto che sia più salutare, che sia approcciabile anche per chi soffre alle intolleranze, oppure semplicemente si adatti a chi conduce una vita molto sedentaria, tipica dei nostri tempi.
Sebbene la pasta di semola rappresenti oltre l’85% della categoria, la pasta integrale sta iniziando a rappresentare una fetta di consumatori che si sta avvicinando alla doppia cifra e quella senza glutina ad un 4% e sempre in crescita.
Le specialità corte e lunghe Sapori e Dintorni Conad
La perdita di fatturato della macro categoria PASTA, in valore assoluto, è di circa 28 milioni di euro in due anni, ma la categoria pasta di semola ne ha persi quasi 50 milioni, pari al 7,41% in meno in due anni, recuperati parzialmente dalle rimanenti categorie.
A loro volta le categorie si ramificano in segmenti che contengono tutti gli SKU proposti negli scaffali.
La categoria pasta di semola, nel dettaglio, si ramifica nei seguenti segmenti: pasta normale asciutta lunga, pasta normale asciutta corta, brodi e minestrine, minestrone, specialità corta, specialità lunga e specialità nidi. Dei 720 milioni di euro di Pasta venduti in GDO (Super+Iper) ben 615 milioni di euro sono quelli fatturati dalla pasta di semola, in pratica questo è ancora il segmento che fa la categoria.
L’ARTICOLO COMPLETO, I RELATIVI GRAFICI, IMMAGINI ED ALTRI CONTENUTI SONO RISERVATI AGLI ABBONATI. VERIFICA QUALE ABBONAMENTO E’ IL MIGLIORE PER LE TUE ESIGENZE
![]() |
![]() |
SEI GIA’ ABBONATO? ACCEDI QUI
.