Expo è finito o c’è qualcos’altro? È una domanda spontanea, vista l’imponenza dell’evento, che ci si è posta martedì al convegno organizzato dal Corriere Imprese di Bologna “Expo, eredità e sfide per l’Emilia-Romagna”.
Ne hanno discusso varie autorità cittadine e regionali (assessore e vice sindaco), rappresentanti industriali (Granarolo e la Presidente Giovani Imprenditori), emeriti professori, Andrea Segrè Presidente CAAB e ideatore del progetto F.I.CO e Tiziana Primori Amministratore Delegato F.I.CO, unanimi nel confermare l’obbligo alla valorizzazione di questo simbolo di successo.
Hanno sottolineato il naturale proseguimento dello stesso tramite F.I.CO, il progetto bolognese che vuole ridare valore al cibo e capitalizzare il successo di Expo con i suoi 80.000mq di cui 9.800 dedicati alla vendita di prodotti alimentari, 7.300 alla ristorazione, 10.000 al parco agroalimentare e produzione dimostrativa e 4.000 al centro congressi ed eventi.
Tutto questo ha naturalmente anche un costo, ma sostenere e promuovere il settore agroalimentare è una priorità dell’Emilia-Romagna che, con un conferimento dal pubblico della struttura per un valore stimato di 55milioni; 3,2ml per l’acquisto 8 autobus ibridi ed elettrici (che garantiranno il servizio di collegamento diretto con la stazione centrale); altri investimenti importanti per People Mover, e molti altri in valutazione; fa sentire il suo peso nel progetto. Altri 55 milioni arrivano poi dal settore privato tramite i partner industriali.
Il risultato di Expo è stato particolarmente favorevole per la Regione, che ha raccolto i favori e l’interesse degli stranieri e che ora sta lavorando con l’industria per “capitalizzarne”, parola chiave del momento, i benefici. Organizza, infatti, numerose delegazioni in visita ai paesi emergenti volte ad aumentare le esportazioni, cogliere le opportunità, dare una svolta positiva alla Regione massacrata da una crisi pesante.
L’ampio numero di eccellenze territoriali gioca a favore, la popolarità della sua cucina anche, la presenza di una struttura sovradimensionata (CAAB centro agroalimentare) e sottoutilizzata, da sfruttare al suo massimo potenziale, sembra il luogo ideale ed il gioco è fatto.
O quasi. Come ricorda Fabio Roversi Monaco, ex Rettore Universitario e ora Presidente Banca IMI, “Quello che stiamo costruendo ci costerà fatica, parlare è facile ma quando manca un piano industriale e una visione non è possibile essere così ottimisti. La nota positiva è il legame importante di F.I.CO con l’università e con la conoscenza. Questo è alla base della storia di Bologna e della Regione” (Il progetto prevede, infatti, anche produzioni in loco e sessioni didattiche per studenti n.d.r.).
Molto più positivi gli altri, l’Assessore alle attività produttive: Palma Costi dice “E’ necessario fare sistema, alcune sfide le vinceremo se investiremo in innovazione” e ancora “Expo è stato costruito anche da grandi imprese, da soli si perde, insieme si vince. Questo è il modello di successo e sarà così anche per F.I.CO”.
Tiziana Primori ha poi parlato di convivenza tra imprenditoria (sono già 60 le aziende Food aderenti al progetto, più altre 20 nel settore dei macchinari), la ristorazione (con Massimo Bottura che selezionerà i punti di riferimento della ristorazione all’interno della struttura), il mondo scientifico con le scuole di mestiere e le manifestazioni temporanee. “fino a 7-8 anni fa il cibo era solo commodity – ha aggiunto – era importante solo la dimensione prodotta, non la qualità o altri suoi aspetti. Ora è tutto cambiato e con Expo siamo riusciti a creare un’immagine dello stile italiano. Siamo stati credibili, ora è il momento critico di sostenere quest’immagine – e conclude – non possiamo stare sugli allori”.
I partners:
Salumi: Ruliano, Madeo, Savigni, Alcisa, Antica Ardenga, Zivieri. Uova: Eurovo. Pesce: LPA Group. Formaggi: Consorzio del Parmigiano Reggiano e quello del Grana Padano, Granarolo, Mambelli. Farine: Selezione Casillo, Forno Calzolari, Campofilone, Sfogliamo, Pastificio Di Martino. Riso: Grandi Riso. Ortofrutta, conserve etc: Pizzoli, Urbani, Elika, Dispensa di Amerigo. Vini: Cevico. Birra: Baladin. Olio: Roi. Dolciumi: Venchi, Carpigiani, Conapi, William Di Carlo, Fallani, Amarelli, Palazzolo, Balocco. Caffè: Lavazza.
Partner anche la Bianchi: la più antica fabbrica di biciclette (che fornirà anche delle appositi mezzi per muoversi all’interno del parco con la spesa al seguito) e altri produttori di attrezzature di lavorazione per gli alimenti.