Coop Italia nel 2009 aumenta il fatturato dell’1,7% e si conferma il primo gruppo della grande distribuzione italiana raggiungendo i 12,8 miliardi di euro. Nel suo comunicato l’azienda tiene a sottolineare che questo dato deve essere rivalutato in relazione al difficile momento del quale il segnale più evidente è il potere d’acquisto delle famiglie italiane tornato ai livelli dei primi anni ’90 (-3,4 % nel solo biennio 2008-2009). Se al potere di acquisto si aggiunge la crescita della disoccupazione, l’aumento della precarietà, il timore di avere davanti anni di sacrifici si ottiene un quadro più chiaro delle difficoltà in corso. “Nel contesto nazionale assistiamo a una contrazione dei consumi controllabili –spiega Vincenzo Tassinari presidente del Consiglio di gestione di Coop Italia- Mi riferisco in particolare a quei consumi non obbligati su cui le famiglie, costrette a convivere con la crisi, tendono a tagliare. Nel biennio 2008/2009 abbiamo assistito ad un calo dei consumi di alimentari del 6,3%, dovuto per il 3,3% ad una flessione del valore del carrello della spesa (downgrading) e per un altro 3% dovuto ad una reale flessione delle quantità acquistate”.
Per quanto riguarda lo sviluppo del business nel dettaglio, Tassinari ha così poi aggiunto: “positivi sono i dati del prodotto a marchio che raggiunge i 2,7 miliardi di euro di fatturato, con una quota complessiva del 25,4% – una quota più europea che italiana (dove le private label sono al 14%)- che può crescere ancora; i nostri soci e consumatori trovano nel prodotto Coop quella giusta combinazione di qualità e prezzo che risponde alle loro esigenze. Buoni sono stati i risultati di CoopVoce, la telefonia mobile di Coop, che ha raggiunto nel corso del 2009 500.000 attivazioni e, sempre nel corso dell’anno, è cresciuta la diffusione diCoop Salute, con 95 corner, l’assunzione di 300 giovani farmacisti e un risparmio per il consumatore calcolato in 14 milioni di euro.” Le vendite Coop nei primi 5 mesi del 2010 crescono dell’1,8% rispetto all’anno precedente, un andamento superiore alla media del mercato (-0,3%). Le cooperative investiranno in strutture nuove (55 punti di vendita tra il 2010 e il 2012, di cui 15 ipercoop con 4.000 nuovi addetti), conservando la multicanalità che viene considerata cruciale per la crescita. Insomma riassumendo si può affermare che lo sviluppo della Private Label di Coop sta davvero portando a risultati straordinari, ed effettivamente più europei che italiani, e che per tener a galla i consumi in fortissima sofferenza, si farà ricorso allo sviluppo, soprattutto nel sud.