Nei primi mesi del 2006 il trend delle vendite Coop ha registrato un aumento dell’1,5% e un incremento che riguarda soprattutto la vendita di prodotti freschi. Nonostante la stagnazione dei consumi, la Coop sta infatti sviluppando vendite soprattutto nell’area dei prodotti freschi, con un +3,2% e un significativo +7% nella quantità dell’ortofrutta (a fronte del -3,4% dei consumi a livello italiano registrati da Ismea). Il 94% delle carni vendute derivano da allevamenti italiani e l’80% è ortofrutta italiana. Questi alcuni dati emersi nell’incontro “Il bilancio 2005 di Coop: l’economia, il sociale”, che ha presentato la fotografia del sistema Coop nel 2005 e il Rapporto Sociale 2005.
In un anno nero per i consumi in Italia, cresce il fatturato di Coop, crescono i dipendenti e i soci. La fotografia del gruppo rilancia infatti questi numeri: una quota di mercato del 17,1%, un fatturato di 11,5 miliardi di euro di cui oltre il 70% verso i soci, 1297 punti vendita con 43 nuove aperture nel 2005, 52.800 dipendenti (con un + 1,9%), oltre 6,2 milioni di soci e 301.000 nuovi soci (+ 5,1%). I benefici economici stimati per i soci Coop sono circa 370 milioni di euro. Tutto questo nell’arco di un anno nero per i consumi in Italia, che ha fatto registrare per le famiglie italiane una perdita di oltre il 10% del potere di acquisto e forti disuguaglianze nella distribuzione del reddito.
Nell’ambito delle attività svolte dalla Coop si segnalano, per il 2005, gli “eventi ortofrutta”, campagne settimanali di vendita di prodotti di stagione con sconti alla vendita mediamente superiori al 50%. Fra le attività legate alla solidarietà, la Coop – ha ricordato Aldo Soldi, presidente nazionale Coop-Ancc (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) – è attiva con 1800 partner in Italia e coinvolge 60.000 persone e 1200 organizzazioni; le attività sono rivolte anche all’estero e coinvolgono 23 paesi di cui 12 in Africa. Fra le iniziative ricordate, c’è la campagna per la distribuzione dei prodotti invenduti e vicini alla scadenza, che nell’arco di sette mesi ha coinvolto 27.000 persone e distribuito 390 tonnellate di cibo. E c’è l’educazione al consumo che nel 2005 ha raggiunto 237.000 giovani in 11 mila classi del Paese.
“La missione di Coop, nella guerra dei prezzi dei distributori, è quella di tutela del potere d’acquisto dei consumatori – ha spiegato Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia (il Consorzio nazionale per gli acquisti e le politiche di marketing) – Di fatto, il livello dei prezzi Coop nel 2005 si è riportato ai livelli del 2002, consolidando un trend che da 5 anni vede l’inflazione Coop mediamente inferiore a quella Istat, con un vantaggio per i soci e consumatori Coop superiore al 9%”. Tassinari ha voluto sottolineare il ruolo di “baluardo del made in Italy”: Coop ha rapporti con 15.000 imprese italiane, ha sviluppato un fatturato all’acquisto superiore ai 7,5 miliardi di euro, di cui “circa 5 miliardi con l’industria alimentare grocery, 1,5 miliardi nei mercati dei prodotti freschissimi e il restante 1,1 miliardo nei mercati non food. E continua a sviluppare politiche di filiera nazionale: il 94% delle carni e l’80% dell’ortofrutta acquistate da Coop provengono infatti da fornitori italiani.
I prodotti a marchio Coop rappresentano il 19,7% delle vendite, sviluppando un fatturato di 2.258 milioni di euro; il prodotto Coop è una delle prime 5 grandi imprese alimentari italiane, proveniente per il 90% da fornitori italiani, di cui il 35% appartenenti al mondo cooperativo. Nella fotografia scattata nel bilancio 2005 emerge anche che, tra i 52.800 occupati Coop, l’86% ha un contratto a tempo indeterminato. La metà dei nuovi iscritti del 2005 è costituito da famiglie giovani (minori di 40 anni). Per il futuro nei piani di sviluppo (2006-2008) sono previste 90 aperture, tra cui il primo Ipercoop in Sicilia (a Ragusa nell’autunno 2007) con una previsione di fatturato annuo (a regime) di oltre 2 miliardi di euro, 10.000 nuovi posti di lavoro per un investimento di 1,3 miliardi di euro.