Marcello Cestaro, classe 1938, è il patron di Unicomm, azienda vicentina con sede a Dueville, e rappresenta uno dei pilastri del gruppo Selex ed anche della distribuzione italiana. Cestaro è uno dei fondatori della centrale nazionale nel 1963, l’unico che, dalla sua nascita, siede ancora nell’organo dirigente. All’età di 86 anni, arriva puntualmente in ufficio ogni mattina alle 8 per seguire le attività quotidiane dell’azienda.
L’incontro si svolge nell’ufficio di Giancarlo Paola, top manager dell’azienda, alla presenza del Cav. Cestaro. Temendo il traffico di una fresca e piovosa giornata autunnale, arrivo con un’ora di anticipo. Giancarlo mi accoglie subito con grande disponibilità, e dopo qualche minuto entra Cestaro.
Non sono più giovane nemmeno io e ho conosciuto molti “grandi vecchi” della grande distribuzione. Tuttavia, con l’età, trovo sempre più gratificante il privilegio di ascoltare e interagire con figure come la sua.
Unicomm ha chiuso il 2023 con un risultato eccezionale sul piano finanziario, dopo anni di sforzi per recuperare utili e marginalità di un tempo. Il Covid e l’inflazione hanno sicuramente accelerato il processo evolutivo di molte imprese retail, tra cui Unicomm, ma il merito principale va a chi ha saputo invertire la rotta, portando questo colosso della distribuzione a una situazione economico-finanziaria solida e con prospettive positive.
Il gruppo dirigenziale di Unicomm, composto da Cestaro, i suoi figli e Giancarlo Paola, si dimostra affiatato e con le idee chiare, supportato da una centrale e supercentrale che stanno ottenendo buoni risultati.
Marcello Cestaro ha voglia di parlare, di condividere il suo pensiero sulla moderna distribuzione, sul rapporto con il territorio e con i suoi dipendenti. È consapevole dell’importanza della convenienza, soprattutto in una regione come il Veneto, che da sempre ne ha fatto un “mantra”, e della minaccia rappresentata dall’avanzata dei canali che ne fanno la loro forza, come i discount.
Cestaro è diventato un grande imprenditore in un’Italia che aspirava a crescere e a soddisfare sempre di più le proprie esigenze, in un contesto positivo e ottimista, dove i supermercati sempre più grandi, con una vasta offerta e un alto livello di servizio, rappresentavano la modernità.
Oggi, seppur in chiave moderna, è ancora convinto di quei fondamentali che hanno portato Unicomm a essere ciò che è. “Dobbiamo offrire qualità ai nostri consumatori”. Ogni sabato visita i punti vendita e parla con i clienti e i dipendenti. Il suo approccio è quello di un veneto alla mano, elegante e simpatico, che considera fondamentale stare in mezzo alle persone: “I clienti vanno coccolati, bisogna chiedere loro come vanno le cose a casa, alle signore se il marito le aspetta a casa, se i figli vanno bene a scuola”.
Cestaro esprime perplessità su alcune dinamiche legislative che hanno portato all’attuale saturazione del mercato. È consapevole che la popolazione sta diminuendo, invecchiando e impoverendosi, e ciò che il Cav. Podini, un altro grande della distribuzione, ha recentemente definito “la condanna ad aprire supermercati” lo preoccupa. Cestaro ritiene importante mantenere un bilancio positivo, ma senza sacrificare qualità e convenienza.
Gli chiedo cosa vede nel suo futuro. Mi guarda sorpreso e, dopo una battuta sulla sua età, assume un’espressione pensierosa e dice: “Dobbiamo continuare così. Dobbiamo ascoltare la gente, i nostri dipendenti. Loro sono la nostra ricchezza. È sempre più difficile trovare eccellenze nei mestieri; dobbiamo salvaguardare la nostra tradizione”.
I nostri padri hanno costruito quest’Italia dalle macerie di una guerra terribile. Oggi siamo un paese moderno, con le difficoltà che la modernità comporta, ma gli esempi e le esperienze di chi ci ha portato qui sono la ricchezza più grande che possiamo avere.