All’interno della supercentrale ESD sono presenti sia retailer alimentari che retailer del settore drugstore, ovvero coloro che vendono prodotti di cura casa e cura persona. In Italia questo settore rappresenta una realtà importante del mass market retail, è un business popolato da oltre 4000 punti vendita che realizza fatturati importanti, vicini a quelli del canale cash&carry per capirci.
Gli stessi supermercati spesso sono ubicati in prossimità di punti vendita drugstore ed in virtù di tale vicinanza, da un lato possono godere di maggior affluenza di consumatori, dall’altro lato sono costretti a rivedere i loro assortimenti sulle categorie home care e personal care a causa della competitività degli specialisti. Si tratta di un mercato importante e sempre più saturo, che ha successo e che cresce costantemente.
Vediamo prima di tutto qualche dato: lo scorso anno, fonte NielsenIQ, a fronte di una inflazione sicuramente galoppante, la GDO tradizionale (super+iper+LS) ha chiuso con una crescita a valore del +5,4%. I discount nel pari periodo sono cresciuti del +10% e gli specialisti drug del +8,6%.
Facciamo qualche passo indietro: nell’anno del Covid, che fu un toccasana per tutti, i canali tradizionali chiusero l’anno (a valore) con un dato progressivo in incremento del +2,8% sul 2019, i discount chiusero con +8,7% e gli specialisti drug a +6,4%. L’anno seguente, nel 2021, si fa riferimento sempre ai dati di NIQ, il canale GDO tradizionale chiuse l’anno con un dato progressivo sul 2020 pari al -1%, i discount chiusero a +0,6%, ma gli specialisti drug arrivarono a chiudere con un incremento del +5,2%.
Insomma questo quadro triennale sulle evoluzioni dei diversi formati di vendita serve per mettere a fuoco la bontà del modello di offerta che gli specialisti drug stanno realizzando sul mercato e la qualità della loro crescita con investimenti che hanno poco da invidiare ai discount.
ESD, con i soci Gottardo (Tigotà), analizzato in un apposito articolo nei suoi ricavi e profitti dal 2010 sino all’ultimo bilancio da loro pubblicato, e Acqua&Sapone di cui abbiamo invece messo in evidenza in un articolo tutte le prestazioni di bilancio dei suoi soci e messe a confronto tra loro, di fatto rappresenta un player importante del comparto drug.
La supercentrale, ovviamente, ha il ruolo di negoziare con i fornitori i migliori contratti di fornitura. E’ bene specificare che all’interno del mondo personal care e home care i fornitori principali sono tutte multinazionali internazionali, l’utilità ad appartenere ad una supercentrale come ESD è proprio questa, tenendo anche conto della sua – a sua volta – appartenenza alla supercentrale internazionale EMD.
Va chiarito però che, oltre agli aspetti negoziali, le relazioni tra gli importanti drugstore di ESD ed i suoi alimentaristi altrettanto importanti finiscono qui, perchè le strade sul campo si separano ed ognuno si dedica al proprio modello di business. In altri due articoli oggi pubblicati abbiamo esaminato, in uno le prestazioni di Gottardo dal 2010 sino all’ultima pubblicazione dei suoi bilanci verificando la qualità dei suoi risultati negli anni e la sua patrimonializzazione, e nell’altro abbiamo approfondito e messo a confronto tra loro le prestazioni del 2021 delle rimanenti società che fanno parte di Acqua&Sapone. In questo, invece, ci siamo fatti una domanda: mettendo a confronto i retailer della GDO alimentare di ESD (supermercati, ipermercati e discount) e quelli del mondo drugstore, in questi ultimi e difficili anni chi è cresciuto di più tra i due settori? Chi ha guadagnato di più? Qual è il modello di business più profittevole?
A tal proposito abbiamo commissionato uno studio all’Istituto Georetail Italia Srl che, per realizzarlo al meglio, ha clusterizzato necessariamente la GDO alimentare i tre parti: il primo cluster è quello dei retailer alimentari che operano sul mercato con negozi diretti; il secondo è quello dei retailer che hanno come modello di business sia la vendita con negozi diretti (vendita al dettaglio) sia la vendita agli affiliati (vendita all’ingrosso), ed il terzo ed ultimo cluster è quello che vede coinvolti quei retailer alimentari di ESD che operano sul mercato con il modello della vendita agli affiliati (considerando affiliati anche eventuali società del gruppo ma terze rispetto alla ragione sociale del Cedi).
In questo tipo di scomposizione, necessario se si vuole analizzare con i numeri la GDO italiana, al contrario come operano molti analisti, si può avere un’idea molto chiara di quale modello di business ha generato maggiori ricavi e maggior profitto in un arco di tempo rilevante, ovvero dal 2017 al 2021.
Entriamo ora nel dettaglio.
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