Che sia un anno complicato è scontato affermarlo, ma quello che non è scontato è comprendere davvero quali sono le dinamiche che stanno coinvolgendo il mass market in questi mesi.
Primo dato appurato: sino alla fine di maggio il fatturato cresceva.
I contorni meno chiari, però, riguardano i margini che la GDO ha prodotto a fronte di questa crescita perché, se da un lato gli incrementi provengono da freschi, ed ancor più dai freschissimi, allora si ottiene un risultato, se gli incrementi provengono invece dal grocery si ottiene un altro risultato.
Chi opera in GDO queste logiche le conosce perfettamente e le tiene in seria considerazione.
Che il fatturato cresca non significa nulla; ciò che interessa ai protagonisti del mercato è che il mix di margine sia migliore rispetto a quelli degli anni precedenti.
Oggi siamo in grado di avere una profonda conoscenza delle vendite sino alla fine di Maggio, dell’incidenza dell’inflazione (ISTAT) sino a quella data nelle rispettive categorie, ed anche della distribuzione delle vendite suddivise per regione.
Questo perché ogni territorio segue una sua storia che cambia radicalmente passando da uno all’altro.
Il dato generale che NIELSEN riporta è, nel macro, di una miglior performance dei freschi rispetto al grocery.
Però andando in profondità si scoprono dinamiche che cambiano radicalmente e ci riportano un’Italia divisa e dove l’inflazione ha giocato un ruolo da protagonista in alcune aree merceologiche.
L’area 1 è il territorio che, in ponderata, influenza maggiormente le dinamiche nazionali, soprattutto nella regione Lombardia ed in Piemonte. Ebbene nel nord ovest i freschi hanno effettivamente superato il grocery negli incrementi delle vendite per i primi cinque mesi dell’anno.
Nel dettaglio in Liguria gli incrementi
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