Magazzini Gabrielli più attenta ai costi rispetto a Unicoop Firenze. Due Coop con spese alte. Chi paga meglio i dipendenti? Quali producono di più? Ecco tutti i dati

La scorsa settimana nella prima pubblicazione dell’analisi di benchmark dei Bilanci delle quattro aziende, tutte operanti in Area 3, si è analizzata la parte alta del conto economico, ovvero i ricavi e la loro provenienza. Da oggi si comincerà a mettere sotto verifica la parte più delicata del business, la gestione aziendale. Inizieremo con un confronto dei rispettivi margini, per passare successivamente alle voci di costo comprese nelle spese per servizi (i trasporti, la pubblicità, la logistica, etc), andare in profondità nella principale voce di costo, ovvero il personale, mettendo a confronto i risultati relativi alle loro produttività, alla numerica degli addetti, al rendimento dei dipendenti ed il loro trend, ed infine arriveremo alla valutazione ed al confronto degli Ebitda.

Nella verifica del margine commerciale delle quattro aziende va tenuto presente che non tutte hanno il medesimo modello di business. Le 3 Coop sono proprietarie di una buona parte della rete di negozi, mentre Magazzini Gabrielli opera sul mercato sia con punti di vendita di proprietà sia con una vasta rete di affiliati. Anche Unicoop Tirreno sta implementando una rete franchising però, tutt’ora, non è apprezzabile in termini di valutazione della marginalità. E’ pur vero che tutte le società hanno delle controllate, che a loro volta hanno negozi in gestione, e che nel computo della marginalità possono alterarne il risultato perché l’attività di distributore cambia radicalmente se il margine viene calcolato dalla sottrazione tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita al consumatore oppure tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita a franchisee, ovvero alle aziende infragruppo.

Pertanto, pur dovendo dare una lettura limitata dalle considerazioni sopra esposte al benchmark, possiamo comunque osservare il grafico che spiega qual è il risultato in termini di marginalità commerciale di ciascuna delle aziende poste a  confronto.

Il margine puro (che tiene conto delle attività di acquisto e delle attività di vendite delle merci oggetto del core business) delle aziende oggetto di benchmark è in media pari al


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Consulente di direzione con 20 anni di esperienza nell’area Finance di industrie e aziende della GDO italiana. E’ stato uno dei più giovani membri del board nazionale dell’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari (aiaf, 45 anni di attività, 1.000 associati), per la quale ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’area Valutazione d’Azienda e di Business. E’ Autore di numerosi saggi in tema di Valutazione d’Azienda e Rischio Finanziario. E’ docente in materia di analisi finanziaria. Supporta la direzione finanziaria e la direzione crediti delle aziende clienti, curando fra l’altro lo sviluppo di modelli di calcolo del rischio finanziario di clienti e fornitori strategici.

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