Giovedì 21 febbraio alla Commissione petizioni del Parlamento Europeo si è tenuta l’audizione dei firmatari delle tre petizioni che si oppongono alla costruzione dei centri commerciali di Bollate e all’ampliamento di quello di Arese e Cinisello Balsamo (l’Auchan alle porte di Monza). Il Parlamento europeo, ascoltate le istanze dei firmatari, ha deciso di intervenire presso Regione Lombardia, Città metropolitana di Milano e i Comuni di Arese, Bollate e Cinisello Balsamo. Anche la Commissione europea, presente in aula, si è espressa in maniera nettamente contraria alla realizzazione di questi progetti, individuando, come nel caso di Arese, una violazione della normativa europea e annunciando la possibilità di prendere dei provvedimenti a riguardo.
L’annuncio dell’esito della discussione è stato dato da Eleonora Evi, eurodeputata del Movimento 5 Stelle e cittadina del Nord-Milano che ha dichiarato: «Abbiamo ottenuto una chiara condanna a quest’opera criminale di cementificazione da parte della Commissione europea».
Stiamo parlando del progetto di riqualificazione dell’ultima fetta dismessa dell’immensa area dell’ex Alfa Romeo, ora abbandonata al degrado.
Per quanto riguarda Arese – forse il caso più noto – l’ingrandimento prevede l’aggiunta di 20mila metri quadri entro il 2020, con una superficie che accoglierà anche una imponente arena di sci indoor con cinque piste e altri servizi. Marco Brunelli, fondatore di Gruppo Finiper, fa sapere di non escludere la rinuncia, anche in virtù dell’incerto quadro legislativo sulle aperture domenicali.
Le cose non stanno esattamente come riportato dalla deputata europea. La commissione europea per le petizioni si era già occupata della questione della riunione del 29/6/2018, criticando l’inadeguatezza delle norme italiane antinquinamento, per la qual cosa è stata aperta una procedura contro l’italia davanti alla corte del Lussemburgo, che non è ancora giunta a sentenza, e ha fatto presente la competenza in materia delle corti nazionali, per cui ha deciso di tenere aperta la procedura di petizione fino alla conclusione delle cause. Dell’argomento si è riparlato nella stessa commissione il 21 febbraio, decidendo di mantenere aperta la petizione e di inviarla in copia alla competenti autorità italiane. Le critiche della commissione sono comunque rivolte alle autorità italiane per non avere adeguato le norme antinquinamento e non contro gli operatori, ed in ogni caso non è assolutamente vero che . vi sia stata “una chiara condanna a quest’opera criminale di cementificazione da parte della Commissione europea”. In realtà neppure l’autrice della petizione ha usato questi termini offensivi nella presentazione in commissione della petizione, come risulta dalla registrazione dell’intervento. Sono a disposizione, se vi interessa, sia la nota della commissione PETI del 39.6.2018, che la registrazione della presentazione delle tre petizioni concernenti (indirettamente) la grande distribuzione.