Viene oggi pubblicato l’articolo della quarta settimana dedicata alla categoria Pasta di semola. Tutti gli articoli dello speciale argomentano i dati delle vendite nei supermercati e negli ipermercati nel 2017, approfondiscono gli studi sui protagonisti dell’industria attraverso delle analisi di benchmark dei Bilanci degli ultimi cinque anni a cura della società Obiettivo Valore SRL ed infine analizzeranno gli scaffali di alcuni protagonisti della Grande Distribuzione. Le analisi, i grafici, gli studi finanziari e tutto il materiale presente in questo e nei successivi articoli è disponibile esclusivamente per gli abbonati al portale. Nel mese di Marzo l’insieme degli articoli, con interviste ai Buyers della GDO ed ai protagonisti dell’industria, e con una analisi molto profonda delle performance finanziarie dei players dell’industria, verranno riuniti in un e-book acquistabile al costo di 250€ + IVA on line, oppure scaricabile gratuitamente dagli utenti PREMIUM.
Chi incassa più velocemente dalla clientela?
L’analisi dinamica dei tempi medi di incasso dalla clientela evidenzia un generale miglioramento nel corso degli ultimi esercizi in linea con l’evoluzione del quadro normativo in materia di pagamenti da parte della DO e GDO alle imprese agro alimentari.
Le aziende incassano mediamente a 66 giorni nel 2016, termine che diminuisce per le realtà di maggiori dimensioni (Barilla e De Cecco), che spesso ricorrono in maniera maggiore ad operazioni di factoring. Allo stesso modo anche Pasta Zara (60 gg) e Liguori Pastificio (53 gg) concedono minori dilazioni alla clientela.
Al contrario Rummo evidenzia i più lunghi tempi d’incasso nel 2016 (101 gg), verosimilmente dipendenti dagli effetti degli eventi dannosi dell’esercizio precedente, così come Garofalo (85 gg) e Divella (75 gg) operano con tempi d’incasso superiori rispetto alla media, rispettivamente di 19 e 12 giorni.
Chi paga più velocemente i fornitori?
Anche l’analisi dinamica dei tempi medi di pagamento ai fornitori evidenzia una riduzione generalizzata negli ultimi cinque esercizi.
Gli indici evidenziano un tempo medio di pagamento di 85 gg a fine 2016, superiore a quello d’incasso (66 gg), evidentemente spiegato dal fatto che quasi tutte le imprese in esame, salvo Divella, Garofalo e Rummo (limitatamente al 2016), pagano i fornitori con tempi più lunghi rispetto al momento dell’incasso, dando così copertura al periodo di lavorazione e giacenza in magazzino delle materie prime e dei prodotti finiti.
Liguori Pastificio, De Cecco e Rummo operano nell’ultimo esercizio con tempi di pagamento superiori alla media, a fronte di un dato allineato riferito a Barilla, quindi di pagamenti più rapidi da parte di Divella, Pasta Zara e Garofalo.
Divella risulta pertanto, fra gli operatori del settore Pasta Secca esaminati, quello che utilizza di meno la leva commerciale nel 2016, nonostante presenti nel contempo il terzo più lungo tempo medio d’incasso.
Quali sono le aziende più solide finanziariamente?
La sostenibilità finanziaria ha a che fare con la capacità di rimborso dei debiti delle aziende, che a sua volta dipende da due tipi di variabili: operative (flussi reddituali e di cassa coerenti con il fabbisogno e l’indebitamento) e finanziarie (entità, tipologia e durata dell’indebitamento).
L’esame sulla sostenibilità dell’indebitamento è stato effettuato mediante attribuzione di un rating tecnico a ciascuna delle aziende esaminate[1], sulla scorta di un’analisi quantitativa che ha preso in considerazione gli ultimi tre esercizi e le seguenti aree di indagine: Redditività, Rotazione dei Capitali, Struttura Finanziaria, Produttività, Liquidità e Sviluppo.
[1] Il rating attribuito rappresenta una stima del rischio finanziario che, in assenza di informazioni circa le strategie e gli investimenti futuri (analisi qualitativa), così come di eventuali passività potenziali, risulta utile al solo scopo di evidenziare il differente posizionamento fra le varie aziende esaminate, in un’ottica “stand alone” e senza eventuali supporti esterni (tra cui quelli del gruppo di appartenenza), attraverso un criterio di valutazione dell’indebitamento omogeneo. Il rating stimato deve essere inteso come fonte di informazione utile all’interno dell’analisi settoriale e non può, in nessun caso, essere considerato un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti finanziari.
L’incrocio delle variabili operative e finanziarie ci ha permesso di mettere in luce come una maggiore redditività, unita ad un minor fabbisogno di attivo e ad una struttura finanziaria più robusta, renda in generale il profilo di rischio delle imprese meno aggressivo.
In linea con le precedenti risultanze anche in questo caso le dimensioni aziendali non influenzano la performance, essendo le aziende cosiddette “investment grade”, ossia poco rischiose, distribuite indipendentemente dal livello assunto dal giro d’affari.
Pasta Zara, Rummo e Liguori Pastificio sono, fra le imprese minori, quelle caratterizzate da una struttura finanziaria più aggressiva, come testimoniato, fra l’altro, da livelli di redditività sui capitali investiti sotto la media, da una minore capacità di copertura degli interessi passivi, dai più bassi livelli di Capitalizzazione e da una rotazione dell’attivo al di sotto della media.
Quanto a Rummo occorre sottolineare come il profilo di rischio particolarmente sfavorevole, sia grandemente influenzato dalle performance negative dell’ultimo biennio, frutto degli eventi calamitosi occorsi nel 2015, e come, fino ad allora l’azienda operava al contrario con un profilo di rischio in linea con quello delle realtà di minori dimensioni (rating medio 2012-2014 pari a B), sintomatico di elementi di vulnerabilità finanziaria.
Garofalo è, al contrario, la seconda azienda meno
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