Esce in settimana il terzo manuale delle categorie che approfondisce il tema dei “derivati del pomodoro”.
Decine di grafici che spiegheranno i trend delle vendite e metteranno a nudo le differenze dei Bilanci tra le varie aziende fornitrici della Grande Distribuzione.
Un mercato difficile dove si cerca di fare innovazione e si finisce a fare promozioni.
La Private Label ha una quota di tutto rispetto, come si leggerà nel libro, che obbliga l’industria di Marca a trovare spazio sugli scaffali della GDO solo ricorrendo a importanti investimenti da riversare verso il consumatore finale per mezzo dei volantini.
Il dott. Costantino Vaia, Direttore Generale del Consorzio Casalasco (Pomì), spiega molto bene come sta evolvendosi la categoria: “[..] notiamo un ampliamento dell’offerta che, a confronto col calo seppur minimo della domanda, ridistribuisce i volumi generando una continua segmentazione dello scaffale: in altre parole più competizione per un consumatore da conquistare.”
Questa è la cruda realtà.
L’Italia è una grande produttrice di derivati del pomodoro, questo soprattutto grazie all’unione di piccoli produttori in consorzi o cooperative ed alla capacità di saper intercettare la richiesta nei vari mercati mondiali. La crescita di queste aziende, soprattutto grazie all’export, ha naturalmente portato le aziende cresciute grazie alle vendite estere a trovare la possibilità di sviluppare fatturato anche in Terra madre.
Oggi l’offerta in Italia è molto amplia e la nascita di nuovi Brand è all’ordine del giorno.
Continua il dott. Vaia di Pomì: “Da una nostra recente indagine, in Italia sulla referenza della Passata di Pomodoro, abbiamo rilevato 175 marchi differenti, più o meno presenti e noti. La stessa ricerca ci riporta poi come il consumatore, spontaneamente, arrivi a ricordarne al massimo 5 o 6. Questo è identificativo di un mercato molto affollato dove pochi player hanno raggiunto un livello di brand awareness di rispetto. Il segreto è semplice ed accademico quanto in evoluzione; qualità, distribuzione e comunicazione ai quali negli ultimi anni abbiamo aggiunto italianità, filiera produttiva ed innovazione.”
Questo affollamento ha determinato la rinnovata necessità di trovare spazio sugli scaffali affollati di marchi grazie alle attività promozionali, al punto che esistono marchi che vengono venduti in GDO praticamente solo in promozione.
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