giovedì 22 Maggio 2025

Divergenze tra le Coop Toscane e le Coop del Nord. Il Presidente Tassinari richiama all’unità

La scorsa settimana è uscito un articolo sul corriere economia che racconta di un dissidio che esiste tra la Unicoop Firenze e le Cooperative del nord ovest e del distretto adriatico. L’articolo spiega che l’elemento della discordia sarebbero le strategie da attuare per rispondere alla crisi. Scrive il corriere economia: “Listini alla mano Campaini (Unicoop Firenze) ha minacciato la scissione da Coop Italia trascinando con se le altre organizzazioni toscane e umbre, ventilando l’idea di creare una propria centrale acquisti separata. Il dibattito all’ultima assemblea di Coop Italia è stato infuocato e lo sarà, probabilmente, anche al consiglio di sorveglianza della prossima settimana presieduto dal piemontese Ernesto Dalle Rive.” Secondo il Corriere Economia, i Toscani, che hanno i bilanci in rosso, hanno fretta di cambiare strategia commerciale. Della eliminazione degli Ipermercati abbiamo già scritto anche noi di GDONews, il Corriere giustamente si domanda cosa succederebbe se la strategia venisse attuata da tutti i 100 Ipermercati. Poi l’articolo affronta un altro problema spinoso: la scissione obbligherebbe le cooperative che escono a rinunciare a tutti i prodotti in Private Label, ovvero il 25% dell’assortimento di Coop. Ma il Presidente tassinari, a fine articolo getta saggiamente acqua sul fuoco richiamando tutta la squadra Coop all’unità per affrontare la crisi. Intanto però nell’Ipermercato, anzi ex Ipermercato di Montecatini terme, l’insegna non è più Ipercoop, ma nemmeno Coop come noi avevamo scritto; è Coop. fi. Cosa significa?

Dott. Andrea Meneghini
Dott. Andrea Meneghinihttp://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it

16 Commenti

  1. vedremo la fine delle UNITA’ COOPERATIVE ????
    Dovrebbero essere la guida ….per tutti …!!e litigano tra di loro ……………..bene !!
    gianluigi

  2. La saggezza di un buon capo sarebbe quella di porre i propri interessi al di sotto degli interessi del Gruppo. 24 anni di potere, scelte e manager non adeguati ai tempi e individualismo non porteranno che scenari di conflittualità crescente e perdita di quote di mercato. Ma perché in questa Italia non esistono uomini capaci di capire che il loro tempo e’ finito? JFK scriveva: il coraggio morale e’ un bene più raro dell’audacia in battaglia e di una grande intelligenza. Rilegga la sua storia e lasci scrivere il nostro futuro

    • Sarà l’omonimia,
      ma non posso essere che d’accordo.
      La GDO presente sul territorio nazionale, che dovrebbe essere, per peculiarità gestionali (leggi basse marginalità e costi elevati) e di mercato,un settore estremamente reattivo ed innovativo, si rivela un carrozzone raffazzonato che fa della posizione delle location l’unica vera differenza competitiva.
      Tempo fa abbiamo visto tutti cosa è successo in Cedimarche ( e le sue successive scelte!!) ora vediamo che anche i rappresentanti delle realtà più importanti non fanno altro che segnare il passo e preoccuparsi esclusivamente delle strategie atte a preservare il proprio potere.
      Se poi questo significa bloccare lo sviluppo o scindere aziende dilapidando il vantaggio competitivo derivante da una politica nazionale chi se ne importa?L’importante è che loro rimangano al potere… e dopo?? Che venga pure il diluvio!
      Miopi ed inadeguati questi presunti manager si contornano di figure mediocri ed inoffesive che anche se inefficaci non mettono a rischio la poltrona;lasciano alla porta o adddirittura estromettono persone che forse potrebbero portare un pò di innovazione.
      Nè più nè meno di ciò che accade per il governo del nostro paese.

  3. sempre la solita storia…..Firenze contro Bologna!I due giovanotti(Tassinari-Campaini)dovrebbero pensare ad andare in pensione!Forse un po’ di freschezza farebbe bene a tutti!

  4. Visto il carattere democratico dell’azienda e la vocazione statutaria alla larga rappresentanza, non sarebbe il caso di istituire una sorta di “Primarie” per l’elezione del Presidente?!?, escludendo la logica dei delegati (condizionati), senzaltro superata…come il muro di Berlino e il Politburo. Un presidio di esperienza va bene ma la separazione delle competenze di governance non pare aver portato un miglior dinamismo operativo…non quello necessario al mercato moderno ed ultracompetitivo, che ha perso anche le caratteristiche aree di oligopolio delle quali ha goduto l’azienda per molti anni. -R i n n o v a m e n t o- e’ uno slogan che puo’ sembrare banale ma non trova facilmente casa nelle aziende governate dai poteri forti…cosi’ come in politica…..mi piacerebbe vedere che la Coop possa essere, oltre che leader di quote, anche leader di idee…del mercato che verra’

    • Sono assolutamente d’accordo; la scissione della governance non ha portato benefici ne’ ai soci, ne’ ai lavoratori. Anzi, si sono create sovrapposizioni di poteri che rendono ancora più opache le vere finalità e gli obbiettivi della Cooperativa. Andando avanti così si cancella il DNA della cooperazione.

  5. Anche a Sesto compare già la scritta coop.fi, non ne capisco la motivazione se non quella di distinguersi in modo netto da tutti gli altri negozi “coop e basta”. Il marchio rosso coop senza altre scritte o simili appartiene a Coop Italia, come risulta dall’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti (http://www.uibm.gov.it/uibm/dati/default.aspx Numero del marchio: BO1999C000889) Viene il dubbio che se litigassero davvero e pesantemente con Coop Italia forse potrebbero rischiare di non poter usare più il marchio….

    Stupendo il commento di Simone, confesso che é stata la prima cosa che ho pensato anche io quando l’ho vista a Sesto 😀

  6. Ho paura per Coop, che quando Pugliese (DG di Conad) si dice sicuro di diventare leader per quota di mercato, non si sbagli… In Conad tutti remano nella stessa direzione, in Coop mi sembra che l’unità sia molto lontana…

  7. sono stato il primo a scrivere su gdo news che in toscana i supermercati coop si sarebbero chiamati coop fi.il capo si e messo lo scudetto di negozi meno cari d italia ma la catena coop in tale classifica si piazza a meta classifica l altra catena di unicoop fi la doc di roma nelle classifiche di altro consumo si trova prima o seconda al capo la competizione con esslunga vuol vincerla e non partecipare

  8. Ne vedremo delle belle, quando Carrefour aveva deciso di andare via dall’Italia o meglio, dal sud, tutti l’avevano preso per pazzo, si diceva che non potevano competere con marchi come Coop e Conad, io dico solo una cosa, quando Carrefour ha visto che qui si faceva la guerra dei poveri a preso e ha venduto, insomma secondo me sia i soci Coop che i soci Conad sono messi alle strette da decisioni a limite da parte dei 2 marchi leader d’Italia, ma mi chiedo: se si fanno fatturati stratosferici e poi gli utili sono a zero, fino a che punto conviene???

  9. Blog interessante,
    tornando a coop.fi o meglio a coop e’ vero che Tassinari lascia a breve? Si dice che al massimo arrivi a marzo 2013.
    Se cosi’ fosse Campaini potrebbe approfittarne per prendere sempre di piu’ il largo…
    E poi chi al posto di Tassinari? Maura Latini, il vicepresidente, e’ senz’altro in pole position e arrivando da unicoop fi potrebbe essere la persona in grado di ricucire lo strappo.
    Non penso si tratti solo di “FantaRetail”….

  10. andando su internet e digitando coop.fi tra varie opzioni compare anche la pagina del sito coop firenze. Loro lo presentano solo come un posto dove vendere prodotti a km 0 , del territorio insomma. x quanto uno si rinnovi però alla fine ho l’impressione che oltre alla concorrenza di altre gdo si facciano concorrenza da soli. Qui a roma hanno creato una neweco con il nome di doc proprio perchè la unicoop tirreno già presente sul territorio nn era affatto contenta della loro invasione. Il risultato è che dopo due anni arrancano! Non è servito l’acronimo doc (coop al contario senza una o, si sono messi al sicuro mettendo s.r.l. così x chiudere nn gli serve nemmeno il notaio.Non è servito declassificare gli iperstore in superstore gettandoli così nel mucchio insieme ad altri migliaia di super sel territorio.E nn è servito nemmeno sguarnire i pv dal personale ,trasferendo di quà e di là a loro piacimento e rinconvertendo la professionalità che si aveva, con tutti devono saper far tutto con il risultato che il tutto lascia a desiderare. E ora? A me sembra che x rincorrere l’incasso abbiano perso la lucidità

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