Anche Vega, importante società della Distribuzione Alimentare del nord est, entrerà in Sigma dal 2012. La notizia è stata data alla stampa la scorsa settimana. Adesso è il momento di fare alcune considerazioni.
Versante Sigma: è il terzo Gruppo che entra nella compagine dopo Multicedi e Tatò. Tutti e tre provengono da Interdis e portano in dote un fatturato che dovrebbe superare il miliardo di euro. Ciò significa una cosa: il prossimo anno il Gruppo Sigma si dovrebbe attestare ad una quota di mercato che supera il 4% entrando, di fatto, nella GDO più dinamica. A ben vedere il panorama distributivo attuale ci sono poche insegne che incrementano e diverse quelle che decrementano o tengono difficilmente il passo. Tempo fa, il Presidente di Selex, Francioni, spiegando i motivi del successo del suo Gruppo, arrivato al 10% di quota di mercato, aveva detto: “ il nostro successo è dovuto alla scelta delle imprese associate operata negli ultimi anni ed alla capacità degli imprenditori a fare sviluppo”. Sigma, che sta realizzando di fatto il primo obbiettivo, ha vissuto la sua crescita grazie a due motivi sostanziali, uno oggettivo ed un soggettivo: quello oggettivo è stato determinato dalla crisi in cui è caduto il Gruppo Interdis su cui bisogna fare una riflessione a parte. Quello soggettivo è invece rappresentato da un binomio di situazioni il cui merito è tutto del suo management: la prima situazione è storica e determinata dall’appartenenza alla Centrale Italiana, unica Supercentrale che oggi cerca di dare una progettualità più profonda alla mera unione degli acquisti sui contratti più importanti e che si vede premiata in termini contrattuali dall’industria. La seconda situazione è tecnica: il nuovo management di Sigma sta lavorando sulla base di progetti chiari ed attuabili, sia con le Grandi Marche sia nello sviluppo della Private Label.
Versante Interdis: il Gruppo di Via Lomellina ha tanti meriti nella storia della GDO. Alla fine degli anni ’90 fu la prima a cambiare i metodi di lavoro con le singole imprese associate ed a creare assortimenti in comune. Per quei tempi era una grande novità obbligare tanti imprenditori a fare qualcosa in comune, allora si chiamavano “tronchi assortimentali in comune”. Ha svolto una profonda attività di CRM ed un processo di sviluppo di fidelizzazione moderno per quei tempi, tutto ciò sino all’alleanza con Conad in Sicon. Da quel momento, con la perdita di alcuni pezzi importanti ( Nuova Distribuzione ed AZ), e forse anche dopo la nomina del loro ex Presidente alla guida di Federdistribuzione è iniziata una fase di stallo sino alla fine dello scorso anno. GDONews, quella fase di “letargo”, l’aveva rilevata in diversi articoli ed argomentata. Il Direttore Generale, Giorgio Santambrogio, fu chiamato a gestire la rinascita del Gruppo. In una recente intervista ci aveva raccontato che c’era entusiasmo dietro alla figura del nuovo Presidente Gianni Cavalieri, c’era in un certo modo un ritorno alle origini attraverso “un intelligente percorso che mira in prima istanza a cementare la coesione infragruppo di tutte le nostre imprese, attraverso una mirabile valorizzazione dei talenti e dei carismi di tutti i nostri Imprenditori, una partecipazione attiva in primis dei Consiglieri e quindi di tutti gli Imprenditori alla vita del gruppo. Quindi una visione più Cliente-centrica: la volontà del nostro Presidente di condividere sempre di più all’interno del CdA concetti di “vendita”: format, private label, comunicazione, servizi di sell-out, magazine, progetti assortimentali, nuove logiche promozionali, in un certo senso soffermandosi sui temi in cui Interdis si è sempre contraddistinta per competenza.”. Insomma una volontà di riemergere in maniera orgogliosa, propria di chi ha dato molto alla GDO nazionale. Evidentemente negli ultimi anni qualcosa è successo dentro il Gruppo di Via Lomellina se alcuni pezzi, tra i più performanti, sono fuoriusciti. In ogni caso la strada intrapresa dal presidente Cavalieri e dal Dg Santambrogio, se ben percorsa, un domani forse prossimo tornerà a portare risultati, oggi la Distribuzione Alimentare ha bisogno di idee per vendere meglio e con più fidelizzazione, insomma è un buon momento per i progetti efficaci. Ma tali devono essere.
Nuova mappatura della GDO: alla luce di ciò, con questi cambi nella torta del Grafico della GDO, come si assesterà il mercato a partire dal 2012? All’interno di Centrale Italiana si sta assistendo al sorgere di nuovi equilibri, Sigma sta portando novità progettuali sia in seno al suo Gruppo sia in termini di proposta dentro la Centrale, Despar sta lavorando in grande silenzio, un silenzio quasi assordante, per arrivare a consolidare la propria quota di mercato e aggiornare la mappa della sua distribuzione, Coop Italia ed il Gigante partecipano compiaciute alla crescita dei due partner. E’ chiaro che la quota di mercato è destinata a crescere, probabilmente al punto di entrare nel mirino dell’antitrust ( e qui si aprirebbe un altro profondo quanto oscuro ragionamento), la leadership verrà consolidata al punto di non essere nemmeno più potenzialmente afferrabile da nessuna aggregazione di competitor, e tutto ciò grazie alle due insegne DO presenti nella Supercentrale. Senza contare gli straordinari investimenti che Coop Italia ha dichiarato che farà nei prossimi anni soprattutto nel sud ed alla qualità espressa dal Gigante. Sul fronte Sicon non ci sono ancora notizie ufficiali, ma l’unica cosa certa è che il contratto tra Billa, Conad e Interdis andrà rinnovato alla fine dell’anno. E siccome tra le prime due i rapporti potrebbero cambiare, chissà in quale maniera, che senso avrebbe la Supercentrale? Interdis, come detto, ha perso quote, ha perso pezzi importanti, e se sulla carta i propositi della Centrale saranno opportuni sarà possibile che l’emorragia si possa fermare, in ogni caso allo stato attuale che significato rinnovato potrebbe avere quel tipo di alleanza?
Dr. Meneghini, fatturati fermi, margini negativi, perdite verso soci in crescita, la do è molto fluida, e qualche GD francofona non passa momenti favolosi, localmente e non.
Sarà un 2012 interessante, anche perchè abbiamo tanta strada da percorrere, per guadagnare efficienza distributiva, e la negoziazione è l’ultimo dei problemi.
Dottor Meneghini, sono un profano di GDO pur essendo un operatore della comunicazione. Vivo a Latina, dove assisto con tristezza alla crisi di Midal, che ha sempre avuto i supermercati più belli, eleganti, chic e con i prodotti migliori (ma non convenienti in un periodo di crisi galoppante): basti pensare al format di Gustosidis, davvero unico, di successo, con casse automatiche e apertura fino alle 22, una vera chicca, e spesso location di trasmissioni televisive oltre che di televendite Rai e Mediaset. Del crac Midal si parla molto, ma io non capisco: perchè chi subentra, chiunque sia, non continua a proporre il marchio SIDIS? Cioè non comprendo questo aspetto: è solo Midal in quanto associata a interdis a poter utilizzare il brand sidis? Interdis non puo’ fare nulla per mantenere (sarebbe nel suo interesse) la presenza del marchio nella provincia, dove è noto, ben stimato, e conosciuto? La cronaca parla di varie ipotesi (risanamento del debito, cessione in affitto d’azienda, entrata di Sigma) ma nessuno risponde alla domanda sulla titolarità dei diritti di utilizzo del marchio sidis.
il marchio Sidis è di Interdis, che a quanto ne so vorrebbe, a ragione, rilanciarlo. Anzi invito pubblicamente il direttore generale G. Santambrogio a spiegare le dinamiche che coinvolgono la titolarità del marchio ed ancora più i progetti che stanno attorno a questo brand che fa parte della storia del nostro Paese. Io personalmente credo, caro Francesco, che dietro a questo consorzio Alliance ci sia un’altra insegna ( o forse di più) e che la Midal, nello specifico, la cambierà.
A questo punto però bisognerebbe approfondire il silenzio quasi assordante di Despar…
In quanti di Interdis vanno in Despar ?
Sicuramente L’Alco . Poi forse altri 4 tra cui Viale che non sta pagando i fornitori o li paga a 7 mesi e sarebbe uno scandalo
Alco tratta (o meglio ha trattato…) da sola.
Gli altri 2 (il cattivo pagatore non lo prendo in considerazione) hanno cercato di accodarsi alla trattativa bresciana, ma senza successo.