Lodevole iniziativa di Coop: un dossier scientifico, un depliant informativo, uno spot istituzionale e lo “scaffale parlante”: un pacchetto messo in campo da Coop “per la riduzione dei consumi idrici”. Il costo dell’operazione – secondo quanto annunciato – si aggira sul milione di euro.
Vi è anche un secondo costo – anch’esso annunciato – e consiste nella previsione dell’impatto commerciale che “a conti fatti potrebbe portare ad una riduzione delle vendite per la catena di distribuzione: Coop ogni anno vende 600 milioni di bottiglie di acqua minerale per un fatturato di circa 200 milioni di euro e margine a doppia cifre. Riduzione delle vendite (e dalle parti del retailer hanno già fatto i conti: ci si aspetta un calo del 10% in volume per le acque minerali) a fronte di un sempre maggiore impegno dal punto di vista sociale”.
I progettisti della campagna, poi, hanno preso a modello un dato di partenza degno di attenzione e citano: “Gli italiani bevono una media di 195 litri a testa all’anno di acqua minerale (primi in Europa e terzi nel Mondo), dalle fonti alla tavola il trasporto mette in movimento nel nostro Paese ogni anno qualcosa come 480.000 tir”. E ancora “L’imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d’acqua che viaggiano per 100 chilometri, producono emissioni almeno pari a 10 chilogrammi di anidride carbonica”.
Consumi e inquinamento dunque. Occorre proprio ripensare ai due elementi in gioco per avere chiara la sensazione che Coop stia operando secondo criteri di tutto rispetto. Che la stessa organizzazione riconduce ad un risultato: “sostenibilità ambientale”. Concetto sui cui contenuti occorre riflettere e soprattutto fare chiarezza, a beneficio del consumatore.
Lo “scaffale parlante” installato in tutti i punti vendita, apre un dialogo tra Coop medesima ed i propri clienti. Ottima prospettiva, dal momento che al consunto modo di “avvertire”, sostituisce il sistema di “formare” l’opinione attraverso comunicazioni veritiere, controllate.
In altri termini, Coop desidera incentivare i consumatori a scegliere l’acqua del rubinetto e propone ai propri clienti una caraffa filtrante a carbone attivo, strategia in uso già da diversi anni nel Nord Europa e che trova sempre più sostenitori anche in Italia. Nel corso della recente conferenza stampa indetta a Milano il Presidente del consiglio di gestione Coop Italia Vincenzo Tassinari ha dichiarato, tra l’altro: “Sulle acque minerali di marca è iniziato un confronto costruttivo con l’associazione e le industrie. Le acque minerali continueranno a stare sui nostri scaffali, ma l’obiettivo è quello di costruire un’offerta chiara, trasparente, conveniente tutti i giorni che permetta al consumatore di scegliere consapevolmente”.
Coop già da tempo cerca di sensibilizzare i consumatori sul tema della vicinanza delle fonti. Si pensi al numero di sorgenti naturali sparse su tutto il territorio italiano, da nord a sud. E’ difficile accettare che ancora oggi l’82% dell’acqua viaggi in autostrada. Se questo sistema venisse razionalizzato si eviterebbero costi pesanti e soprattutto inutili e allo stesso tempo si contribuirebbe ad alleggerire traffico ed inquinamento.
Per questa ragione Coop ha recentemente acquisito due nuove fonti di approvvigionamento della propria acqua a marchio, una in provincia di Pordenone e l’altra in provincia di Perugia. Le nuove sorgenti vanno ad aggiungersi alla Grigna in provincia di Lecco e a Monte Cimone in provincia di Modena, garantendo così una miglior copertura sul territorio nazionale, che permetterà di “risparmiare” 388.000 kg di CO2 all’anno.