Il 2022 è stato un anno complicato per la grande distribuzione, dal post Covid alla Guerra in Ucraina, i costi delle materie prime e dell’energia hanno raggiunto livelli apicali, ed il vero problema si è tradotto in come e quanto girare al consumatore questi incrementi.
Dentro questo contesto si inserisce un’ulteriore problematica legata ai diversi incrementi sui prezzi all’acquisto ed al pubblico, a seconda che fossero incrementi dettati dalle grandi marche industriali oppure dai fornitori di prodotti a marchio (MDD). I secondi, infatti, lavorano con margini molto risicati e questa dinamica non permette un agio nella gestione dei listini, vale a dire, i prodotti a marchio ai primi sussulti dei prezzi delle materie prime devono aumentare, non possono attendere. Per tale ragione i discount hanno sofferto per un periodo rilevante di incrementi che sono stati quasi doppi, rispetti ai supermercati tradizionali che vendono in larga parte marche industriali.
Nonostante ciò, studiando i bilanci di Spesa Intelligente, Eurospin Tirrenica ed Eurospin Lazio abbiamo verificato che queste, in verità, hanno sofferto molto meno i cali di marginalità, rispetto ad altre grandi aziende del retail che abbiamo analizzato (es. Esselunga, Coop Alleanza 3.0, Unicoop Firenze, F.lli Lando, Rossetto, Supermercati Martinelli, Pac 2000, CIA Conad, etc).
In questo articolo, mettiamo a confronto le performance del 2022 di altri due grandi protagonisti del mercato italiano del discount. La prima azienda è MD, una società per azioni fondata nel 1994, attualmente presente in Italia con circa 820 punti vendita e un organico di 8000 dipendenti. Nel 2022, MD ha generato un fatturato di 3,3 miliardi di euro.
La seconda azienda è Penny Market, parte di un gruppo tedesco nato negli anni ’70 e sbarcata in Italia nel 1994 con la forma giuridica di SRL, operando come Penny Market Italia Srl. Al momento, Penny Market è presente in Italia con circa 360 punti vendita distribuiti in 17 regioni e ha chiuso il 2022 con un fatturato di 1,34 miliardi di euro. E’ impegnata in una campagna di espansione della rete, sostenuta dal gruppo tedesco del quale fa parte, REWE, con 75 milioni di investimenti per il 2023, 20 dei quali dedicati appunto alle nuove aperture.
Esamineremo se e in che modo l’andamento dell’inflazione e le tensioni tra industria e retail nel corso del 2022 abbiano avuto un impatto positivo o negativo sui loro bilanci, facendo un confronto con gli anni precedenti.
Per condurre questa analisi, faremo uso della web APP di GDO News Benchmark Online, disponibile per tutti gli abbonati Premium. Amplieremo il nostro sguardo considerando anche l’andamento degli ultimi 5 anni per analizzare nel medio termine le performance complessive di queste due imprese.
Cominciamo con uno sguardo ai risultati del 2022. Penny Market ha chiuso l’anno con un fatturato di 1,34 miliardi di euro, mentre MD ha registrato un fatturato di tre miliardi e 333 milioni di euro. Entrambe le aziende hanno segnato una crescita rispetto all’esercizio precedente: Penny Market con un incremento del fatturato del 9,21% e MD con un aumento del fatturato di circa il 11%.
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