Dopo aver esaminato le dinamiche che hanno caratterizzato le prestazioni dei diversi format di discount durante il Covid e Post Covid, in questo articolo metteremo in evidenza quali sono state le evoluzioni delle quote di mercato delle insegne. Ci lasciamo, dunque, alle spalle, le dinamiche complessive del canale che abbiamo esaminato in un articolo la scorsa settimana per addentrarci sui risultati dei protagonisti del mercato.
Si faccia però attenzione: per quote di mercato si intendono risultati di bilancio di esercizio. Chi non è dentro il mondo del mass market sa benissimo che le quote che normalmente vengono attribuite a tutta la GDO sono realizzate con una metodica che si fonda sulle vendite dell’ampio mondo del grocery con una sorta di estensione algoritmica per arrivare alla definizione del fatturato totale. In questo articolo, invece, l’attività algoritmica esiste, ma si limita alla scomposizione dei punti vendita all’interno di un singolo bilancio di esercizio.
Per chi volesse comprendere meglio quanto appena scritto, rimando ad una intervista che rilasciai sul tema alcune settimane fa, dove spiego con chiarezza queste logiche di conteggio.
Ebbene, come si comportano le singole insegne e cosa è successo nell’anno del Covid ed in quello post-Covid? Per rispondere a queste domande cerchiamo di comprendere gli effetti che la pandemia ha prodotto su ciascuna delle insegne analizzate e come esse hanno reagito.
Partiamo da un dato interessante: nel 2020, l’anno di inizio pandemia, la somma delle quote (mercato discount) dei primi tre retailers del comparto era pari al 66,7% ma, nel 2021, tale cifra è passata al
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