“Il credito d’imposta o la dilazione del pagamento delle bollette non servono a nulla. Non si vuol capire che il problema non è finanziario ma di impatto economico: i nostri imprenditori hanno bisogno di non avere sul conto un costo insostenibile”. Lo ha detto Alessandro Buoso, Direttore Generale di Coal, intervenendo al workshop di Cibuslab dedicato anche alla crisi energetica che si sta riflettendo, con evidenti conseguenze, sul mondo della GDO le cui aziende non sono ancora state inserite dal Governo fra quelle da supportare.
“Questo è uno scandalo – ha ammesso senza mezzi termini – perché i costi delle bollette che stanno arrivando sono evidenti e la nostra categoria dovrebbe essere rimessa in quelle considerate energivore. Il vero paradosso, come detto, resta quello di approcciare a soluzioni di tipo finanziario e non economico, in un momento in cui sembra che si sia finalmente capito che si sta mettendo in discussione tutto il sistema”.
Per Buoso dunque c’è il rischio concreto “di far crollare tutta la catena della distribuzione” e la spiegazione è chiarissima: “In questa fase storica è importantissimo essere patrimonializzati ma una cooperativa non lo fa per creare ricchezza, non dispone di esuberi che consentono di pagare negozi e imprenditori. In questo contesto tutte le imprese lavorano per dare risorse al sistema imprenditoriale e si salveranno solo quelle più grandi, in grado di tenere botta per qualche mese, ma alla lunga tutto collasserà perché stiamo parlando di cifre incredibili”.
Il direttore generale di Coal ha infatti portato l’esempio di piccoli o medi negozi, fra 300 e 500 metri, che si sono visti recapitare bollette da oltre 40mila euro quando prima non superavano i 7.000. “Qui – ha osservato – c’è mancanza di conoscenza o di competenza perché non ci si rende conto di cosa potrà accadere fra qualche settimana. Come è possibile pensare che un supermercato che ha un risultato sul conto economico che sta fra il punto e mezzo o due, sostenere un costo energetico che, se continua di questo passo, ne peserà almeno cinque?. La situazione è gravissima – ha concluso – se imploderà il sistema, a catena lo faranno anche tutti i piccoli e medi imprenditori che sono la peculiarità del mercato italiano, e a breve ci ritroveremo con un’incredibile carenza di posti di lavoro”.