
In questi giorni si sta svolgendo, ad Hangzhou in Cina, il G20. E’ una tappa importante per il nostro export, soprattutto nel food, e lo ha rimarcato anche il Presidente Renzi che, ad una colazione di lavoro, ha spiegato: “Il mondo va verso una direzione che esalta le possibilità dell’Italia, purchè il paese la smetta di piangersi addosso, faccia le riforme e sia pronta a scommettere sul futuro”.
Dopo l’incontro al Vinitaly, il nostro Presidente incontrerà un’altra volta il patron del colosso e-commerce Alibaba, Jack Ma, che proprio ad Hangzhou ha il suo Headquarter.
E proprio Jack Ma presiederà il B20, dove quella B sta per business e in questo caso non significa altro che imprese. Sono le più grandi aziende del mondo che si sono date appuntamento il 3 e il 4 settembre a Hangzhou, insieme con le rappresentanze delle associazioni di categoria, per stilare punto dopo punto le misure da suggerire ai governi dei Paesi del G20 per far crescere – a loro giudizio – l’economia.
Insomma i presupposti ci sono tutti per rafforzare maggiormente questo ponte immaginario tra la Cina, il Paese che è destinato a diventare il più grande importatore al mondo, ed i Paesi che hanno, invece, un futuro totalmente rivolto all’export, come appunto l’Italia.
Food Retail Italia srl, è una azienda che opera nel mercato dell’export, con particolare Focus in Cina, ha già un ufficio a Pechino con cui si rapporta alle aziende che acquistano prodotti alimentari (tra queste proprio Ali Baba e Suning).
E proprio questa azienda spiega come non sia così facile, oggi, relazionarsi a quel Paese.
“Quando si propone alle aziende italiane di investire in Cina – Spiega il responsabile acquisti di Food Retail Italia, Massimo Grazi – registriamo, dalla parte opposta, due tipi di reazioni: la prima, soprattutto da parte di chi non ha mai esportato laggiù, è di sorpresa e curiosità per avere l’opportunità di rivolgersi questo eccezionale mercato. La seconda reazione è, invece, rifiuto totale da parte di chi ha già approcciato da solo questo mondo ed ha avuto inconvenienti.”
In effetti è bene portare alla realtà tutte le difficoltà che esistono da parte di chi vuole rivolgersi verso la Cina: i rapporti bancari tra Italia (Europa) e Cina sono praticamente inesistenti, e tal incomunicabilità è causa di importantissimi nodi da risolvere, che stanno alla base delle relazioni commerciali.
Normalmente, in un rapporto di compravendita tra Paesi diversi, chi vuole acquistare beni li deve pagare anticipati oppure deve emettere una lettera di credito, accettata da un nostro istituto, che funga da garanzia sino al pagamento effettivo.
“In Cina, nella nostra esperienza – continua Grazi – a pagare anticipato sono solo quelle aziende che non hanno dimensioni tali da “fare la voce grossa” in termini di volumi di vendita. Le altre aziende, tra cui appunto Ali Baba, JD, la stessa Suning, pagano minimo a 90 giorni dal ricevimento della merce. Tralasciamo di raccontare le esperienze doganali, prima di avere il nostro ufficio in Cina, che erano caratterizzate da forti ritardi negli sdoganamenti e quindi nei pagamenti.”
La sostanza è che la legislazione cinese cambia ogni due mesi mettendo a rischio la velocità di entrata dei prodotti nel territorio, e che le aziende, dove c’è possibilità di vendere in maniera più profonda, pagano quando fa comodo a loro.
Le lettere di credito vengono certamente emesse, spesso anche da parte di istituti che nel loro Paese sono colossi del credito, ma in Europa, o almeno in Italia, sono “carta straccia”. Non solo: in Cina, ancora oggi, il costo per l’emissione di una lettera di credito è molto alto (superiore al 10% del suo valore), e per questa ragione non è così in voga.
Insomma, dietro ai proclami di Renzi ci sono delle realtà che non è così certo che lui conosca, e che, pero, stanno alla base delle difficoltà a fare Business con quel Paese eccezionale.
Conclude Grazi: “Noi, d’altra parte, su queste difficoltà abbiamo costruito un Business: il nostro ufficio parla correntemente cinese, sia quello di Milano che quello di Pechino, abbiamo contatti con le principali aziende che acquistano food e, soprattutto, data la nostra esperienza e la nostra conoscenza sul territorio, ci facciamo carico di prenderci la responsabilità del credito, pertanto laddove vediamo l’interesse del compratore per i prodotti che presentiamo, li acquistiamo e li vendiamo, tutelando il piccolo produttore italiano.”
Magari, se il nostro Presidente della Repubblica lavora bene, con qualche rischio in meno nell’immediato futuro.
Chi è Food Retail Italia Srl
Food retail Italia è una azienda che ha come obiettivo quello di presentare ai mercati mondiali i prodotti alimentari del nostro Paese e meritevoli di espansione. E’ partner commerciale delle catene di Supermercati Sigma soc. coop e CRAI e con esse sviluppa relazioni internazionali per la vendita dei prodotti a marchio (Private Label).
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