Pubblichiamo qui sotto, per abbonati e non abbonati, l’incipit dello studio compiuto dal dott. Di Napoli e pubblicato interamente nel libro di cui è co-autore “Il discount e la sua evoluzione. Analisi finanziarie di Lidl, Eurospin, Lillo Spa, Dico, Prix Quality” da oggi in vendita sul portale di GDONews. Ricordiamo che Giuseppe Di Napoli è stato uno dei più giovani membri del board nazionale dell’Associazione Italiana degli Analisti Finanziari (aiaf, 40 anni di attività, 1000 associati), per la quale ha ricoperto il ruolo di referente per l’area Valutazione d’Azienda e di Business. E’ Autore di numerosi saggi in tema di Valutazione d’Azienda e Rischio Finanziario per AIAF. Attualmente è senior partner in Obiettivo Valore, dove si occupa di supportare la direzione finanziaria e l’area crediti delle aziende clienti, oltre a curare le analisi di rischio finanziario dei fornitori di prodotto a marchio di alcune note insegne della GDO.
[…]Per il confronto delle performance finanziarie dei suddetti operatori della GDO abbiamo adoperato i bilanci 2009-2013 (per Eurospin facciamo riferimento ai bilanci consolidati, il cui perimetro contempla, oltre a Spesa Intelligente, anche Eurospin Lazio, Eurospin Tirrenica, Eurospin Puglia ed Eurospin Sicilia).L’analisi, i cui risultati possono essere in parte influenzati dalle differenti dimensioni delle quattro realtà esaminate (dai 3,8 miliardi di € di fatturato di Eurospin ai 0,3 miliardi di € di Prix Quality), e che per quanto concerne LIDL Italia contempla periodi amministrativi differenti rispetto a quelli degli altri operatori (chiusura del bilancio alla fine del mese di febbraio), si concentra sulle seguenti aree finanziarie:
1) Crescita;
2) Redditività;
3) Fabbisogno di Capitale;
4) Sostenibilità del Debito;
5) Rendimento sui Capitali Investiti e Capacità di creare/proteggere il Valore aziendale
Abstract
Il grafico a tre dimensioni che andiamo riportare di seguito mette a confronto tre variabili finanziarie fondamentali che ci permettono di avere immediatamente idea dell’andamento delle aziende esaminate.
Le tre variabili hanno a che fare con lo stato di salute finanziaria (rischio), la redditività (rendimento) e la crescita (sviluppo).
Per il primo aspetto abbiamo stimato un rating finanziario[1], confrontando le principali performance di bilancio (redditività, crescita, produttività, indebitamento, liquidità e fabbisogno di capitale), mentre per ciò che riguarda il secondo elemento d’indagine abbiamo considerato il differenziale fra rendimento e costo dei capitali investiti dall’azienda (costo teorico che rappresenta una nostra stima del tasso di interesse sui debiti finanziari e del rendimento che investitori in capitale di rischio di queste imprese dovrebbero razionalmente pretendere).
Infine, per ciò che concerne la crescita, abbiamo valutato l’evoluzione media annua del fatturato nel periodo 2009-2013.
Si sottolinea che il rating attribuito alle aziende rappresenta una nostra stima basata esclusivamente sull’analisi dei bilanci degli ultimi quattro anni e su un giudizio di tipo qualitativo per semplicità identico per tutte le realtà esaminate. Il giudizio quantitativo tiene conto peraltro solo del confronto delle performance delle imprese oggetto di analisi. La Ristrettezza del campione e la standardizzazione del giudizio qualitativo limitano di conseguenza l’uso del rating solo a fini comparativi, escludendo applicazioni di altro genere (rischio effettivo di default) che richiederebbero approfondimenti che esulano dallo scopo del presente studio.
L’asse orizzontale si riferisce al differenziale fra rendimento e costo dei capitali investiti, l’asse verticale al rischio finanziario (100 minimo rischio – 0 massimo rischio) mentre la dimensione dei cerchi riflette l’ampiezza della variazione del fatturato, e il colore si riferisce al segno della suddetta variazione (verde in caso di crescita e rosso nel caso di perdita di fatturato). Per chiarezza riportiamo la tabella dalla quale sono stati estrapolati i dati del grafico.
Cosa ci dice questo grafico?
In primo luogo che Eurospin rappresenta l’eccellenza nel settore, con le migliori performance in assoluto, seguita da Prix Quality e poi da Lidl Italia (d’ora in avanti per brevità denominata Lidl). Fra queste due insegne, Prix Quality rappresenta l’azienda con il più alto tasso di crescita delle vendite anche se tale performance è stata avvantaggiata da una base ricavi di partenza (anno 2009) pari ad un decimo rispetto a quella di Lidl. Sebbene poi le due aziende siano caratterizzate da un profilo di rischio simile (Lidl appare lievemente più solida), soltanto Prix Quality migliorato i rendimenti sull’attivo, ponendo le basi per creare valore aziendale in modo stabile e duraturo, grazie ad una più veloce rotazione dei capitali rispetto a Lidl negli ultimi tre esercizi.
Lillo è l’azienda cresciuta di più fra tutte quelle esaminate, in termini di fatturato, nel periodo 2009-2013. I ricavi sono infatti quasi raddoppiati, passando da 475 a 900 mln € nei cinque anni. Essa presenta invece una posizione intermedia sulle altre performance, evidenziando un rischio finanziario nella norma e capacità di difendere il valore aziendale.
DICO, infine, che come ampiamente noto, si trova in una fase di rivisitazione del business model, dopo la cessione al gruppo Tuo nella primavera del 2013, presenta i risultati peggiori sotto ogni punto di vista (perdita di fatturato, rendimenti sui capitali investiti negativi a causa di costanti perdite, forte vulnerabilità sotto il profilo finanziario).
Con il secondo più alto tasso di crescita delle vendite e con un rendimento sui capitali investiti costantemente a due cifre, ottenuto grazie alla più alta marginalità fra le aziende esaminate, Eurospin ha saputo produrre risultati economici nettamente superiori al relativo costo dei capitali investiti, evidenziando una forte capacità di creazione di valore (e liquidità) e il mantenimento di un rischio finanziario contenuto.
Lidl ha registrato una performance di crescita e risultati economici inferiori nel confronto con Eurospin. Il minore fabbisogno di capitale investito ha solo in parte compensato una marginalità più ridotta rispetto a quella espressa dal best performer del settore. L’azienda ha quindi prodotto rendimenti sui capitali investiti mediamente in linea con il relativo costo dei capitali, dimostrando abilità nel proteggere il valore aziendale. Il già modesto rischio finanziario è stato conseguentemente mantenuto sotto controllo.
Simile a Lidl per ciò che concerne il profilo di rischio, ma differente circa la crescita del fatturato (per quanto esposto in precedenza), Prix Quality registra la migliore performance in termini di capacità di creazione di valore dopo Eurospin, grazie alla buona capacità di rotazione dei capitali investiti. Il suo fatturato risulta infatti ed in media nei cinque anni 2,8 volte l’attivo rispetto alle 2,6 volte di Lidl ed alle 2,1 volte di Eurospin.
Lillo risulta l’impresa con la più alta crescita di fatturato nel periodo (+17,3% medio annuo). La gestione ha registrato in una prima fase una contrazione dei margini operativi (2009-2010) e successivamente uno sviluppo positivo. In tale secondo periodo la crescita è stata positiva, in quanto ha condotto al miglioramento dei risultati in termini di creazione di valore (il differenziale fra rendimento e costo dei capitali investiti si è infatti portato gradualmente dal -3,7% del 2011 al +1,1% del 2013), grazie al progresso dei margini (EBITDA dal 3,2% del 2011 al 3,9% dei ricavi nel 2013) e ad una più veloce capacità di rotazione dei capitali investiti (da 1,6x del 2011 ad 1,8x del 2013).
DICO presenta, infine, le performance più negative fra le aziende esaminate. La tabella mette in luce la più alta decrescita del giro d’affari negli ultimi cinque esercizi (-6% all’anno, in media) e il più alto differenziale negativo fra rendimento e costo dei capitali investiti, frutto di risultati economici molto negativi lungo tutto il periodo esaminato (unica fra le aziende a registrare infatti perdite a livello operativo, in crescita nei cinque anni dallo 0,3% al 7,2% del giro d’affari).
L’azienda presentava a fine 2013, a nostro avviso, una evidente maggiore rischiosità finanziaria, come testimoniato dai peggiori parametri in termini di sostenibilità dell’indebitamento (scarsa produzione di liquidità, scarsa capitalizzazione, maggiore peso dei debiti a breve termine e di quelli di origine finanziaria, più lunghi tempi di pagamento ai fornitori e maggiore incidenza sui ricavi da parte degli interessi passivi).
Di seguito esporremo e commenteremo alcuni grafici di approfondimento sulle diverse aree d’indagine alla base delle precedenti osservazioni.
L’insegna Penny Market non fa parte di questa statistica?
Non era la terza per fatturato fino a poco tempo fa?
In effetti Gruppo tuo é in ritardo di circa 10 giorni sul pagamento degli stipendi, i fatturati negativi ed i tagli che stanno facendo sul personale (inserimento di cooperative nei Pdv , mobilitá e licenziamenti) dimostrano il periodo di crisi che stá attraversando, l’acquisizione di Cipac nel 2010, di Doreca nel 2012, e Dico nel 2014 sono solo movimenti finanziari per allungare l’agonia di un fallimento?