Sul Gruppo GDONews di Linkedin, molto vivo ed attivo a disposizione di tutti gli operatori della GDO, delle 17 nuove discussioni degli ultimi giorni, una in particolare è una notizia. La riportiamo integralmente come pubblicata nella discussione.
È di questi giorni la notizia della pubblicità di Pomì sul pomodoro a km zero, che ha scatenato numerose polemiche. Repubblica (http://tinyurl.com/pdevtkx) riporta che l’azienda ha lanciato una campagna pubblicitaria in cui sottolinea l’utilizzo di pomodori provenienti esclusivamente dalla Pianura Padana, rinforzata da una precisazione sui social media che distanzia l’azienda e il suo modus operandi dai recenti scandali di carattere etico/ambientale che coinvolgono produttori ed operatori nel mondo dell’industria conserviera e che disorientano i consumatori. L’Azienda intende comunicare sui principali quotidiani nazionali e locali l’estraneità del Consorzio Casalasco del Pomodoro e il brand Pomì a queste vicende, ribadendo i suoi valori, anche per tutelare i consumatori, le aziende agricole socie, il personale dipendente e gli stakeholders che collaborano per ottenere la massima qualità nel rispetto delle persone e dell’ambiente. I campani indignati chiedono di boicottare il marchio.
Ora, premettendo che Pomì non è un nostro cliente, né lo è mai stato, e che quindi in questo contesto non assumo la difesa di nessuno, né si tratta di un caso di conflitto di interessi, penso che sia doveroso parlare di un episodio come questo in un gruppo votato anche alla CSR e alla comunicazione della CSR. Se un soggetto si impegna nella tracciabilità di filiera, avvia approvvigionamenti a km zero e vuole tutelare le aziende partecipanti al consorzio, e lo comunica come elemento distintivo in un momento in cui i consumatori sono preoccupati e disorientati può essere considerato discriminatorio?
i commenti sono graditi! E’ importante avviare una discussione anche su temi concreti come questi!