GDONews.it ha incontrato alla Fiera Marca il Rag. Ugo Silva, responsabile non food del Gruppo C3 e “deus ex machina” del prodotto a marchio Noi&Voi. Fiero, ed a ragione, delle ottime performance del Gruppo nel 2007 appena concluso, parla del prodotto a Marchio C3.
“La nostra Private Label è importante ma delicata: noi mettiamo in mostra il nostro marchio e di conseguenza la nostra professionalità e per questa ragione siamo attenti affinché non si alteri un equilibrio che noi riteniamo essenziale: la qualità ad un ottimo prezzo. Questo non vuole significare il miglior prezzo ad ogni costo. Oggi esistono alcuni ambiti merceologici dove fare il prodotto a marchio è complicato. Prendiamo ad esempio il caffè: i Brand, una volta uno, una volta un altro, sono spessissimo sotto pressione promozionale sino ad arrivare al prezzo di posizionamento della nostra Private Label, che di conseguenza, in tale contesto, perde di efficacia nel sell out. Per questo proprio il caffè abbiamo deciso di de-referenziarlo dall’offerta Noi&Voi”.
D: Quanto vale la Private Label all’interno del fatturato del gruppo C3?
R: Non abbiamo un dato consuntivo definitivo ma si può dire che siamo intorno all’8% del fatturato generale in termini di sell in.
D: Per l’anno 2008 avete progetti di sviluppo sulla Marca Privata?
R: Per ciò che riguarda la Private Label teniamo sotto controllo il mercato e la sua evoluzione: facciamo un lavoro di rimaneggiamento attento e continuo. Nel 2008 il nostro Gruppo ha, peraltro, deciso di fare un importante investimento nell’ambito informatico: saremo in grado monitorare il sell out per ogni PdV e per singola impresa associata, questo potrebbe così portare il gruppo ad avere rapporti di collaborazione con l’industria in termini di co-marketing di natura completamente differente. La certezza del sell out porta a fare investimenti più profondi perché più certi, e ciò vale anche per l’industria, non solo per noi. Con tale sistema, in definitiva, cambia il modo di valutare il prodotto ed il suo rapporto con il consumatore.
D: Il 2007 è stato un “annus horribilis” anche per il C3?
R: Al contrario, metterei la firma a ripetere un 2008 con un incremento pari rispetto al 2007. Al 30 settembre i dati ci davano ad un +12% sul 2006, non ho ovviamente il consuntivo dell’anno appena concluso, ma non ho percepito in periferia problematiche tali da far ritenere che il dato del terzo trimestre venisse messo il discussione al ribasso. Credo proprio che un +10% si possa dare come acquisito.
D: In effetti nel 2007 il consumatore ha premiato il PdV di vicinato, crede che sia questo il segreto della vostra straordinaria performance?
R: Si, in parte credo di sì, d’altro canto ce lo potevamo aspettare, il format Iper soffre, i dati lo confermano, i motivi si sanno e noi guarda caso siamo forti territorialmente. E’ forse più completo affermare che noi esprimiamo al meglio la territorialità, valorizziamo la regionalità premiando spesso aziende artigianali locali, quelle stesse aziende che un colosso fagociterebbe sia intermini di richiesta sui volumi sia sui prezzi. Sovente premiamo aziende con produzione limitata, con standard qualitativi altissimi con una forte gestione artigianale del prodotto; si può dire che il gruppo C3 deve il successo sia alla perseveranza nel valorizzare il PdV di vicinato sia, parallelamente, alla valorizzazione della piccola e media impresa, il vero riferimento della tradizione italiana. Noi vogliamo essere l’espressione della tradizione. Credo che questo sia il segreto del successo del gruppo che, pur essendo isolato dai giochi delle supercentrali, vede premiato il suo operato dal consumatore.