La culla ideologica del”patriottismo dolce” francese è l’ENA, la scuola di amministrazione di Parigi. Da qui sono usciti il 40% dei parlamentari ed il 75% dei funzionari ministeriali. Questa è la base da cui parte tutto l’assetto economico d’oltralpe, denominato il “nuovo colbertinismo” fondato su una virtuosa complicità tra pubblico e privato, ed integrato dalla reciprocità delle azioni. Così alla difesa dello status quo, laddove non riesce l’industria, arriva il governo. Ma veniamo alla notizia: Il ministro delle finanze Thierry Breton, uno dei figli della famosa culla, si appresta a presentare alcuni emendamenti al disegno di legge sulle OPA in discussione al senato. Il più significativo darà alle società francesi un arma essenziale per difendersi, quello secondo cui il consiglio di amministrazione di una società attaccata in Borsa, potrà decidere di attivare l’emissione di buoni di sottoscrizione di azioni (BSA) riservati ai propri azionisti, in modo da aumentare la capitalizzazione dell’azienda e rendere molto più ardua e costosa qualsiasi scalata. Così le voci che circolano sull’imminente OPA da parte della PEPSI COLA ai danni della DANONE, possono essere calmierate. Il colosso americano quanto sarebbe disposto a spendere per le acque minerali d’oltralpe? Con questo provvedimento tutti i conti andrebbero rifatti senza avere certezza dei costi.
Possiamo solo constatare umilmente che in Italia un provvedimento del genere non avrebbe nessun senso, data l’insensibile coesione esistente nel sistema bancario, in un mondo politico ondivago e latitante in tema di politica industriale da sempre, che nel tempo ha generato quello che oggi è, senza se e senza ma, un capitalismo debole.