Negli ultimi anni, il mercato degli imballaggi è stato investito da profonde trasformazioni legate alla crescente sensibilità ambientale e alle nuove normative europee sulla riduzione dell’uso della plastica. La sostenibilità è ormai un requisito imprescindibile per le aziende che operano nel settore, con una sempre maggiore attenzione rivolta all’economia circolare, al riciclo e al riuso dei materiali. In questo contesto, il ruolo dei consorzi e delle iniziative collettive di gestione e recupero degli imballaggi è diventato cruciale per garantire una transizione efficiente verso modelli di produzione e consumo più responsabili.
In Italia, uno degli attori principali in questo scenario è il Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica (CO.N.I.P.), fondato nel 1998. Riconosciuto a livello ministeriale, CO.N.I.P. rappresenta una delle eccellenze nella gestione sostenibile degli imballaggi in plastica, puntando su un modello di economia circolare basato su un sistema di “closed loop”.
- Nel vostro settore, quale ruolo gioca la sostenibilità?
La sostenibilità nel nostro settore è fondamentale considerato anche il clima di demonizzazione che sta riguardando il mondo della plastica. Le nostre cassette, oltre ad essere leggere, resistenti, facilmente impilabili consentono di conservare più a lungo l’ortofrutta grazie alla struttura che garantisce un’ottima aerazione del prodotto che permette una conservazione più lunga evitando quindi lo spreco alimentare. Inoltre, le cassette CO.N.I.P. sono interamente prodotte con plastica riciclata e sono riciclabili al 100%.
CO.N.I.P. , attraverso l’EPD di settore, una Dichiarazione Ambientale di Prodotto riconosciuta a livello internazionale, controlla e comunica con trasparenza l’impatto ambientale delle cassette lungo tutto il loro ciclo di vita. In particolar modo viene quantificato in modo scientifico l’efficienza di tutto il ciclo di vita delle cassette e viene misurato il risparmio di risorse naturali ed energia e la riduzione delle emissioni di CO2.
- In che modo CO.N.I.P. si impegna nel proporre soluzioni sostenibili per l’ortofrutta?
Come detto le cassette CO.N.I.P. oltre ad avere qualità e caratteristiche che preservano e proteggono l’ortofrutta durante il trasporto e nella fase di conservazione, sono tutte prodotte con plastica riciclata proveniente dal riciclo delle cassette fine vita; quindi, non viene impiegata plastica vergine contribuendo a ridurre l’estrazione di materie prime vergini, limitando il consumo di risorse naturali e abbattendo le emissioni di gas serra. Inoltre, un altro valore aggiunto delle cassette a marchio CO.N.I.P. è senz’altro il rapporto peso/portata: ad esempio una cassetta che pesa solo 360 grammi può trasportare oltre 10 Kg di prodotto. Questo rapporto virtuoso fa sì che l’impatto ambientale per chilogrammo trasportato sia notevolmente ridotto rispetto ad altri tipi di packaging per ortofrutta. Grazie alla sua leggerezza e alla sua efficienza, ogni cassetta CO.N.I.P. contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e a promuovere un uso più responsabile delle risorse.
- Quali sono i plus che distinguono l’offerta di CO.N.I.P. da quella dei competitor?
Le casse CO.N.I.P. rappresentano un esempio concreto di economia circolare. A differenza dei sistemi tradizionali di imballaggio, che spesso prevedono il riutilizzo multiplo di singole casse con un potenziale degrado qualitativo, il sistema CO.N.I.P. si basa sul recupero a fine ciclo delle cassette e il successivo riciclo con il quale viene prodotta la materia prima seconda utilizzata per produrre altre casse; quindi in questo modo si garantisce la fornitura di casse sempre nuove, igieniche e di qualità. Questo sistema non solo riduce il consumo di materie prime vergini, ma permette anche un significativo risparmio in termini di impatto ambientale. Studi recenti dimostrano che il nostro sistema ha un impatto complessivo inferiore rispetto all’ipotesi del riuso delle casse, in particolare grazie alla riduzione del trasporto necessario per il recupero delle casse vuote e il loro riutilizzo diretto.
CO.N.I.P. si è trovato di fronte un contesto normativo ed economico in cui il riuso viene sempre più promosso come soluzione preferibile al riciclo. Di fronte a questo scenario, il Consorzio ha sentito l’esigenza di chiarire se il sistema di gestione adottato per le proprie casse fosse effettivamente la scelta più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Il Consorzio ha ritenuto necessario fornire una valutazione basata su dati concreti per valutare l’efficacia del proprio modello di riciclo chiuso delle casse “Usa e Recupera” rispetto alle soluzioni di riuso.
La necessità dello studio è nata anche dalla pubblicazione di informazioni e studi che, in molti casi, semplificavano la complessità del tema, non tenendo conto di tutti i fattori che influenzano la sostenibilità di un sistema di packaging. In particolare, la percezione comune che il riuso sia sempre preferibile al riciclo non considerava le caratteristiche specifiche del mercato servito dalle casse “Usa e Recupera”, come i tassi di dispersione e i costi logistici e di impatto ambientale del recupero.
Lo studio ha quindi cercato di dimostrare, attraverso un’analisi del ciclo di vita (LCA), che il modello di riciclo chiuso adottato dal Consorzio, basato sull’uso di materiali riciclati al 100% e su un sistema di recupero efficiente, è meno impattante rispetto all’adozione di casse riutilizzabili, che richiederebbero materiali vergini e infrastrutture più complesse. CO.N.I.P. ha voluto dimostrare che, nel proprio contesto, il riciclo è una soluzione più pratica ed ecologicamente sostenibile rispetto al riuso, rispondendo alle sfide normative europee con una visione più completa e realistica della sostenibilità ambientale.
Il confronto tra il ciclo di vita delle casse “Usa e Recupera” e quello delle casse riutilizzabili ha evidenziato come il riutilizzo presenti impatti maggiori in termini di emissioni di CO2 e altre categorie ambientali. Ad esempio, l’impatto sul cambiamento climatico della fase di riuso e rigenerazione supera quello dell’intero ciclo di vita delle casse “Usa e Recupera” del 32,9% e del 139,9% rispettivamente, per lo scenario 1 e lo scenario 2 considerati nello studio.
In conclusione, lo studio ha dimostrato che il sistema di riciclo chiuso adottato da CO.N.I.P. per le casse “Usa e Recupera” è meno impattante dal punto di vista ambientale rispetto alle ipotesi di riutilizzo. Questo risultato è particolarmente rilevante nei mercati serviti dalle casse “Usa e Recupera” (distributori, mercati generali, ho.re.ca.), dove il tasso di dispersione è molto più alto rispetto ai mercati centralizzati attualmente gestiti con casse riutilizzabili, rendendo il riuso meno sostenibile in tali contesti.
Pertanto, per poter affermare se un imballaggio sia più sostenibile di un altro è necessario fare delle valutazioni su basi scientifiche e non basarsi su convinzioni puramente ideologiche e semplicistiche.