Le grandi aziende della pasta secca nel 2022 hanno guadagnato meno ma si sono confermate molto solide

In questo articolo sono stati analizzati i conti economico-finanziari di cinque grandi aziende del segmento pasta di semola di grano duro: Guido Barilla Spa, Rummo Spa, Rummo Spa, Lucio Garofalo Spa e Guido Ferrara Spa. In linea con quanto spiegato nell'articolo dedicato all'intera categoria, le cinque aziende registrano una solida crescita dei loro ricavi ed una caduta dei margini commerciali e degli utili. Ma non tutte hanno decrementato il loro margine di profitto in valore assoluto. Ecco tutta la verità desunta dai loro bilanci pubblicati

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Delle 167 aziende italiane produttrici di pasta (secca e fresca) che hanno già presentato il bilancio del 2022, su un totale di 483 identificate con il Codice Ateco 10.73, nell’ultimo anno sono passate da sei a dieci quelle che hanno superato un giro d’affari da cento milioni di euro.

Imprese che hanno incrementato il loro fatturato con una media del 27% – con conseguenze su indicatori come costo del lavoro e altri costi fissi – a fronte di una caduta del loro margine di primo livello. Per loro dunque uno dei benefici dell’inflazione, che solitamente porta a una depressione dei volumi, è stato quello di non richiedere ulteriori spese per il personale visto che, a parità di unità, un maggior fatturato a valore ha determinato una minor incidenza sulla forza lavoro. Le grandi aziende del mondo della pasta hanno prodotto una brillante crescita a valore e una depressione di Ebit e Profit margin, ma non tale da metterle in difficoltà.

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Per capire meglio lo stato di salute di queste realtà siamo andati a indagare sulle prestazioni di cinque, importanti, produttrici di pasta di semola di grano duro. Si tratta di Pastificio Rummo Spa, Pastificio Lucio Garofalo Spa, Pastifico Guido Ferrara Spa, De Matteis Agroalimentare Spa e Barilla e fratelli Spa, con quest’ultima che ovviamente in termini dimensionali è oltre dieci volte le altre, ma è stata inserita non solo perché è la più importante in Italia ma anche per la sua presenza stabile fra le grandi multinazionali che dominano la pasta di semola nel mondo.

Con l’eccezione di Guido Ferrara – che pur avendo un proprio marchio, è però conosciutissimo soprattutto per la qualità del suo lavoro come copacker, partner dei più importanti discount e diversi gruppi della GDO tradizionale – tutte le altre hanno in comune un business model di tipo premium che si rivolge all’affermazione di un brand e della qualità che esprime la loro pasta.

Come si è visto nell’articolo dedicato al Codice Ateco 10.73 (categoria pasta sia secca che fresca) il trend generale di queste aziende è stato caratterizzato da una crescita consistente dei ricavi per quelle che superano i 100 mln di euro – oggetto del presente studio nel segmento pasta di semola di grano duro – ma con una diminuzione sia dei margini commerciali che di utile di profitto. In questo articolo si vedrà che le imprese in analisi, pur diminuendo l’utile netto in termini %, in alcuni casi hanno incrementato i loro profitti in valore assoluto rispetto al 2021. E’ pur vero che le aziende dovrebbero crescere sia nei ricavi che, in egual misura, negli utili per mantenere la medesima solidità economico-finanziaria, e questo per certo non è successo.

Entriamo nel dettaglio:


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