
Un calo delle vendite a volume, soprattutto nei discount, e un’alta inflazione concentrata principalmente sui generi alimentari, hanno caratterizzato i primi sette mesi dell’anno nella Grande Distribuzione, che ha visto anche una ripresa delle attività promozionali e una forte affermazione della Mdd.
Questo in un contesto generale dove nel secondo trimestre 2023 il Pil ha segnato un deciso rallentamento nella crescita su base annua, dovuto ad un calo congiunturale, mentre la produzione industriale si è confermata debole restando a giugno al di sotto della controcifra (-0,8%). A luglio, infine, l’inflazione al consumo si è attestata al +5,9% lasciando l’indice dei prezzi sui livelli di giugno. La fotografia scattata da Circana con lo studio delle prestazioni delle vendite nel Largo Consumo Confezionato, lascia però intravedere delle novità in alcuni parametri letti e interpretati dettagliatamente in questi mesi.
Il primo dato da analizzare è quello delle vendite a volume che, in tutto il settore, nei primi sette mesi dell’anno – grazie alle prestazioni degli ultimi sessanta giorni – stanno vivendo un decremento non rilevante del -2,7% che fa da contraltare a un incremento delle vendite a valore che, aiutate dalla spinta inflattiva, si attestano al 9,6% sul progressivo. Parametri che vanno coniugati con l’incremento della pressione promozionale arrivata nel progressivo a 22,9% rispetto al 22,1% del 2022 e al 24,2% del 2021, anno in cui si tornò alla normalità post Covid.
La vera notizia, a sette mesi di fatturato, è che il calo dei volumi non ha raggiunto livelli che si temevano, anzi tutto sommato è stato basso, nonostante gli italiani siano stati costretti a soffrire e sopportare, a parità di potere d’acquisto, incrementi significativi nel carrello della spesa. Ci siamo infatti trovati ad un certo punto con un calo dei volumi che si avvicinava più al 4% rispetto al 3% generale, con una perdita dei discount oltre il 6% e una situazione che non era delle più rosee a fronte dell’alta inflazione e un tendenziale a crescere verso negativi più rilevanti.
Invece possiamo dire che l’estate, e probabilmente il grande caldo in particolare nelle due settimane di luglio, hanno consentito di ammortizzare in parte le perdite di domanda accumulate nei mesi precedenti. Nessuno lo sottolinea, ma è molto probabile che nelle zone più frequentate il turismo – in particolare quello proveniente dall’estero che ha numeri in crescita – abbia sostenuto queste vendite. Non solo: i primi dati sul turismo interno paiono essere negativi sul 2022, e questo risultato agevola inevitabilmente la GDO, avviando un’inversione di tendenza sulle vendite a volume iniziata a giugno ed emersa in modo più evidente a luglio. Ovviamente, per capire meglio queste dinamiche, dovremo vedere cosa succederà ad agosto e al ritorno alla normalità in autunno.
Sull’andamento dei prezzi oggi il dato progressivo di incremento a scaffale è pari al 12,3%, numero a doppia cifra ma comunque in decremento. Nel mese di luglio siamo scesi sotto al 10% ma resta comunque una forbice di quasi cinque punti rispetto alla crescita dei prezzi del 2022, ciò significa che rispetto al 2021 c’è stato un incremento vicino al 20% sui prezzi. Ecco dunque la resilienza di questo +9,6% delle vendite a valore e del -2,7% a volume.
Entrando nel merito delle prestazioni dei canali distributivi scopriamo subito che il trend a volumi dei canali tradizionali è -2,3%, molto vicino alla media di tutti gli altri. I drugstore vivono invece un trend positivo del +2,4% mentre i discount al traguardo del 30 luglio hanno un dato progressivo a -3,3%. Ecco la grande novità: la loro apparente crisi, soprattutto nelle vendite a volume, si sta normalizzando riavvicinandosi ai valori dei formati classici. È ormai un dato acquisito invece il costante decremento dell’e-commerce con volumi a -6,8%, ben lontani dalla spinta che solo due anni fa cresceva del +26% prima dell’inesorabile caduta negativa.
Un altro spunto interessante dall’outlook di Circana arriva dall’andamento dei prezzi suddiviso per i canali distributivi visto che sembra si stia raggiungendo una sorta di parità fra Iper, Super, Libero Servizio e discount dato che il tendenziale dei primi è 11,5% e quello del secondo canale 13,2%. Dobbiamo anche ricordare che l’anno scorso i canali tradizionali avevano chiuso con 7,4% e i discount con 11,5% prima che la forbice iniziasse a crescere per poi riassottigliarsi. Il tendenziale prezzi degli Specialisti casa e persona segna invece +9% che produce anche un +2,4 dei volumi; un risultato ottimo.
Nel dettaglio delle categorie merceologiche vediamo poi che le vendite a valore nell’alimentare secco crescono dell’11,2% quindi più dell’8,4% di un anno fa. Le bevande decrescono invece dal 5,5% al 4,7% mentre i prodotti cura persona scendono da 6,7% a 5,5% a fronte di una crescita altissima dei prodotti cura casa che passano da 3,9% a 8,6%. Per quanto riguarda le vendite a volume l’alimentare secco perde poco (-1,8%) mentre hanno decrementi più consistenti bevande (-5,5%), cura casa (-4%) e cura persona (-4,1%).
All’interno delle categorie inoltre la drogheria alimentare cresce del 13,3% con una contrazione minima a volume (-0,6%), l’ortofrutta incrementa a valore (5,3%) ma perde a volume (-3,6%) dopo il positivo del 2022, mentre il fresco cresce di più rispetto all’anno scorso (10,6%) anche se bisogna tenere in considerazione il -2% dei volumi. Guadagna qualcosa in modo simile al 2022 il freddo (6,2%) che a volume registra però un forte negativo (-7,1) con i prodotti per animali che vanno molto bene sia a valore (3,3%) che a volume (18,7%). I freschi a peso variabile a valore crescono meno dei confezionati (8,3% contro 10,6%) ma, dato estremamente interessante, ottengono un +1,7% a volume.
Nei primi sette mesi dell’anno si attenua quindi la caduta dei volumi nel Largo Consumo Confezionato, in coincidenza con il rallentamento dei rincari. Il trend a valore decresce da febbraio al 30 luglio, scendendo dall’11,1% al 7,9% mantenendo un positivo comunque importante a cui corrisponde un miglioramento delle vendite a volume che passano da -2,7% a -1,4%, confermando così dati di luglio decisamente interessanti.