
La settimana scorsa abbiamo trattato il tema del canale supermercati con il supporto dell’Istituto GeoRetail Italia. Nell’articolo se n’è parlato verificando le prestazioni dei negozi tra i 400 ed i 2.500 mq, differenziando valutazioni e prestazioni su quattro diversi cluster (superette sino a 400 mq – supermercati da 401 a 800 mq, da 801 a 1.500 ed infine da 1.501 a 2.500 mq) attraverso l’analisi degli ultimi bilanci pubblicati. Si è già spiegato, in precedenti uscite, che la lettura fornitaci dall’Istituto GeoRetail Italia è – ex post – assolutamente importante perché può confermare o meno ciò che le vendite del largo consumo confezionato ci raccontano durante l’anno.
Come noto e già discusso, infatti, esiste una differenza nella lettura delle quote di mercato che danno i bilanci rispetto a quanto, invece, rileva l’LCC. I bilanci, volenti e nolenti, sono il risultato operativo, i ricavi degli attori del mercato che sono circa 11.500 partite iva alle quali, poi, si attaccano i vari negozi. L’analisi di ogni bilancio e di ogni negozio, con le sue performance, mostrano infine un quadro fedele delle diverse prestazioni.
Come dicevamo, la scorsa settimana abbiamo verificato le performance del vasto mondo del canale supermercati che, da quest’analisi, non ne è uscito molto positivamente, stando a quanto riportano i bilanci appena pubblicati.
Vediamo adesso che cosa è successo nel mondo dei super store, ovvero di quel formato di vendita che va dai 2.500 ai 4.500 mq, e che gli andamenti mensili del LCC indicano sempre come un canale in decisa crescita.
Facciamo però una premessa: la pressione promozionale (largamente utilizzata nelle vendite LCC) influenza i risultati delle analisi perché le promozioni generano fatturati straordinari che vengono rilevati dagli istituti di ricerca più noti e che, infine, rischiano di alterare il vero risultato dei ricavi che sono diversi rispetto alla quote del LCC, e ciò si scopre inevitabilmente quando si effettuano delle verifiche risultanti dai bilanci di esercizio delle società titolari dei punti vendita. Ovviamente, anche i prodotti non inseriti nell’LCC sono promozionati ma, generalmente, lo sono meno e, comunque, in maniera meno sistematica.
Questa influenza della pressione promozionale sui risultati dei report la si vede ancor maggiormente laddove le aziende facciano ampio ricorso alle attività promo. Solitamente, l’intensità di tali attività si acuisce nelle grandi metrature con ampi bacini d’utenza (>2.500 mq) perché le offerte costituiscono un’arma di fidelizzazione utile ad attirare consumatori distanti.
Prima di addentrarci nell’analisi, precisiamo che, se da un lato il canale Super Store, argomento dell’articolo, è considerato (causa influenza del rapporto LCC/promozioni, vedi sopra) come il più performante dopo i discount, da un po’ di tempo a questa parte la lettura degli ultimi bilanci sembra offrirci una prospettiva leggermente differente. Vediamo, quindi, qual è questa realtà poco conosciuta e estremamente pratica e coincidente con i risultati di esercizio appena pubblicati.
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