Il gruppo Aldi minaccia Dimar e Codè Crai, puntando dritto sui loro clienti. La catena tedesca del discount, numero uno al mondo insieme a Lidl, ha deciso di premere ulteriormente sull’acceleratore per insidiare i supermercati di quartiere che saranno costretti a difendersi. Aldi, che può contare su una robusta solidità patrimoniale e soprattutto su abbondanti riserve di liquidità, sembra deciso a “fiaccare” i tradizionali punti vendita di vicinato e può permettersi di reggere anche una lunga guerra di posizione: paradossalmente, se necessario per cogliere il suo obiettivo strategico di conquista di crescenti fette del mercato italiano, Aldi potrebbe anche permettersi di lavorare in perdita. Cosa ovviamente impossibile per i supermercati “tradizionali”, anche per quelli meglio gestiti da un punto di vista finanziario.
Il gruppo Aldi è sbarcato in Italia nel 2016, ultimo fra le grandi catene del discount. Prima di affrontare il mercato italiano ha dovuto superare alcune resistenze “tipicamente tedesche” sul conto del nostro Paese, noto per l’inefficienza della giustizia, la cavillosità della burocrazia, le alte esigenze dei consumatori in tema di alimentazione. E infatti, quando ha deciso di aprire in Italia, lo ha fatto con una strategia inedita, sorprendendo gli operatori: niente scaffali trasandati e prodotti di scarsa qualità. Per affrontare il mercato italiano, Aldi si è “vestito a festa”, presentando ai consumatori superfici accoglienti, reparti del fresco ben assortiti e presentati. E’ bastato questo per capire che puntava dritto non solo sui frequentatori abituali dei discount, ma allo zoccolo duro dei clienti dei supermercati di quartiere.
Dal 2016 Aldi ha aperto circa 140 punti vendita in Italia, 50 nel solo 2017. Il discount tedesco si è fermato sopra gli appennini, muovendosi come gli altri gruppi della spesa “a basso costo”, ovvero individuando le intersezioni delle grandi direttrici di traffico che abbracciano un bacino d’utenza potenziale composto da più municipi. Puntano a grandi bacini d’utenza, stanno alla larga dai diretti competitor (cioè gli altri discount) mentre non hanno nessun timore di aprire a fianco dei supermercati tradizionali. Anzi, sembrano determinati a sfidarli apertamente. L’ultima conferma di questa strategia è arrivata lo scorso 22 marzo, con l’apertura del nuovo negozio Aldi a Moncalieri, in provincia di Torino: è il Piemonte la terra di conquista che attualmente riveste un ruolo di primo piano nelle strategie di Aldi. Vediamo adesso quali sono le prestazioni dei punti vendita della GDO nell’area interessata, i singoli fatturati dei punti vendita, le redditività per metro quadrato e le medie del settore, per comprendere quali strategie stanno applicando i discount.
L’ANALISI
L’analisi condotta da GDONews con il supporto della piattaforma GeoRetail, mostra che a dover temere l’arrivo di Aldi a Moncalieri sono principalmente i negozi a marchio Mercatò (gruppo Dimar) e quelli a marchio Codé (gruppo Crai). Nell’immagine in basso si vede un’area delimitata da una linea rossa che è stata manualmente circoscritta inserendo come parametro un tragitto necessario per raggiungere il punto vendita Aldi che sia percorribile con l’auto in circa 8 minuti. Si vede chiaramente chi sta rischiando: Mercatò e Codé, ovvero i gruppi Dimar e Crai, con differenze che analizzeremo in seguito.
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