I Discount, o meglio, i supermercati di convenienza sono scatenati e sono molto determinati nel conquistare quote di mercato rilevanti a discapito del canale supermercati.
Quest’anno è di tutta evidenza il rallentamento dei negozi con metrature inferiori a 800 mq, a cui corrisponde una crescita del canale di convenienza di una certa rilevanza.
I dati che abbiamo pubblicato la scorsa settimana relativamente alle vendite grocery in Italia da gennaio a Luglio 2018 spiegavano nel dettaglio come vi fosse una migrazione del fatturato dal supermercato di prossimità verso il formato di convenienza. D’altro canto era immaginabile che il rinnovato posizionamento dei grandi gruppi del Discount potesse minacciare il canale moderno. E così è stato. Però la novità è un’altra: non è solo il nuovo posizionamento dell’offerta del Discount a minacciare i supermercati, sono soprattutto gli investimenti che i grandi players del Discount hanno dichiarato di portare sul mercato che spaventano più di tutti.
La guerra è davvero impari: da un lato c’è il format Discount, poche aziende (di cui 2 grandi multinazionali, Aldi e Lidl) che hanno budget per investimenti straordinari, inclusa l’italianissima azienda MD Spa del cav. Podini, che tiene saldamente il passo dei colossi tedeschi. Dall’altro si trova la DO, ovvero la somma di piccoli imprenditori associati che, da sempre, non sono organizzati come i loro concorrenti diretti, non hanno da investire nemmeno una parte delle somme che stanno investendo i discounters, e soprattutto spesso mancano di coraggio (e qualche volta anche di cultura) nelle scelte di assortimento.
E così sembra proprio che, dopo l’arrivo di Aldi in Italia, si sia mosso un mercato che andava sonnecchiando da tempo per mancanza di stimoli a migliorarsi. Aldi è arrivato in Italia ed ha deciso di aprire, uno dietro l’altro, 45 negozi nel primo anno di vita, non ha rilevato nessuna catena, nessun negozio, tutto nuovo. La risposta non si è fatta attendere. L’altro gruppo tedesco, Penny Market, gruppo Rewe, ha in atto un piano di investimenti 2018-19 di 167 milioni, dove la voce più rilevante è costituita dai nuovi negozi: durante l’anno in corso sono previste circa 20 aperture, per un investimento totale nel biennio di oltre 80,2 milioni. 27,9 milioni saranno investiti nel restyling dei negozi, e altri 20,9 milioni riguarderanno interventi generali sugli store pre-esistenti. Il Gruppo MD Spa del Cav. Podini corre alla medesima velocità dei colossi Aldi e Lidl: il loro piano quadriennale prevede 45 nuove aperture all’anno da qui al 2021: sta aprendo dappertutto, anche lontano dai CeDi, in territori ancora vergini per l’insegna, come ad esempio la Toscana. Anche il ritmo di Lidl non è inferiore a quello di Aldi che, al principio dell’anno, dato che ha dichiarato un piano di investimenti per il 2018 di 350 milioni di euro ed il ritmo delle aperture è stato davvero serrato: 40 punti di vendita erano stati aperti nel 2017 e sino ad oggi nel 2018 ne sono stati aperti 21, di cui alcuni davvero in maniera molto coraggiosa e con investimenti incredibili (Milano Giordani e Trento).
Ciò significa solo una cosa: il mercato sta cambiando, i dati che le principali aziende di rilevazione statistica mettono sul mercato non tengono conto del fenomeno del Discount, però oggi non si parla più di un fenomeno che vale il 5-7%. Quando si afferma che la GDO nel 2018 è in crisi si dice una verità, ma parziale, perchè da un lato i formati tradizionali soffrono, dall’altro quelli di convenienza aprono moltissimi negozi, con assortimenti moderni, prezzi molto violenti ed erodono molte quote, infatti stanno crescendo incessantemente, come non capitava da molti anni.
Poco tempo fa, in un colloquio privato, un grande uomo del Retail italiano, riassumendo tutti i movimenti in atto, mi disse deciso: “Nel 2025 la quota di mercato del Discount arriverà al 25%”.
La vera domanda è: negli anni ’90 la Grande industria di Marca fece addirittura pubblicità televisive per scoraggiare gli acquisti nei Discount. Al principio della decade in corso aumentò molto la pressione promozionale per tenere i volumi, determinando a cascata un piccolo arresto nella crescita delle quote Discount. Adesso cosa si inventerà?
Buongiorno, negli anno 90, lavoravo per un’azienda italiana che mi vietò tassativamente di poter servire i discount, pena il licenziamento, Adesso le aziende di “Marca” fanno i prodotti per i discount per poter recuperare il fatturato perso. La G.D. e la G.D.O. sono perdenti se non la smettono con margini di primo, secondo, terzo livello, ricorrenze, compleanni, nuove aperture etc. devono ragionare solo sul prezzo netto, ma forse è ancora un’utopia.
buon lavoro