Amazon.com ha palesato, la scorsa settimana, l’intenzione di acquistare la bellissima catena di supermercati americana Whole Foods.
Chi è Amazon lo sappiamo tutti: il Re delle vendite On Line, un colosso da 140 miliardi di Dollari presente quasi in tutto il mondo, capace di annientare interi mercati (vedi quello dei libri) con chiari progetti strategici: algoritmi e prezzi bassi, tecnologia e lungimiranza. 341.400 impiegati a fine 2016, 136 miliardi di Dollari il fatturato nel 2016, un EBITDA (sempre 2016) di 12,5 miliardi di Dollari, una capitalizzazione sul mercato pari a 357 miliardi di Dollari.
Whole Foods è, invece, un piccolo gioiello: 460 negozi tra Canada, Stati Uniti ed Inghilterra. Sede in Texas (Austin). Catena leader nel cibo Organic (biologico), eccezionale concentrato di qualità e meravigliosa attività di Category Management, unica nella spettacolarizzazione del cibo. Un fatturato intorno ai 15 miliardi di Dollari (più o meno quanto Coop Italia, non così grande per essere negli Stati Uniti) con un EBITDA intorno a 1 miliardo di Dollari (2016).
Amazon ha deciso di offrire 13,7 miliardi di Dollari per comprare Whole Foods
Se foste Whole Foods avreste accettato?
Cosa induce Amazon ad acquistare una azienda come Whole Foods?
Il colosso delle vendite on line già da qualche tempo ha approcciato, sebbene molto timidamente, l’idea di stores fisici come Amazon GO, ma questa è tutta un’altra cosa.
Qui si sta parlando di una catena di supermercati di alto livello, con una numerica di un certo rilievo, e soprattutto in un campo, l’alimentare, che oggettivamente è sempre stato il “tallone di Achille” del gigante di Seattle.
E proprio dal suo tallone di Achille stanno emergendo le insidie più serie, infatti il vero rivale di Amazon è Wal Mart.
Giovedì scorso l’annuncio di Wal Mart: viene acquisito una grande azienda di vendite on line, Bonobos, nel segmento Fashion. Prezzo 3,3 miliardi di Dollari.
Wal Mart è anche il campione delle vendite on line nel campo del Food negli Stati Uniti (market share 17,3% del mercato) seguito da Kroger con l’8,9%. Proprio Kroger sembrava essere interessata ad acquisire Whole Foods un anno fa circa.
Amazon ha fatto bene i suoi conti: Wal Mart partendo dai negozi fisici può facilmente insidarlo e soprattutto avendo un vantaggio competitivo incredibile sul food. La paura di vedersi retrocedere è molto grande. Oggi, senza attendere, è il momento di costruire una strategia specifica per entrare con efficacia in un mercato (quello del food) per poi cavalcarlo ad armi pari senza correre il rischio di essere fagocitato da chi, invece, si sta organizzando partendo dal punto opposto al suo: i negozi.
Così, grazie ai due giganti dei prezzi bassi, quello dell’on line e quello dell’off line che, comprendendo che il consumatore è uno e che il medesimo può acquistare una volta dal telefono o da un PC, ed allo stesso tempo andando fisicamente in uno store, intuiscono che non si può essere leader di un solo mercato, ma di tutto.
Sul mercato giravano voci delle difficoltà di Whole Foods negli ultimi 15 mesi, sebbene il mercato nord americano non viva, nel suo insieme, un periodo florido nel Mass Market Retail. Proprio Wal Mart, ma non solo, sta invadendo gli scaffali di prodotti Organic (biologici) erodendo quote e clienti a Whole Foods.
Amazon non ha tempo da perdere e l’affare lo ha ingolosito.
Sono scontate molte domande che causano molte incertezze relative a questa acquisizione:
mettere assieme una azienda che è specializzata nell’offerta alla fascia alta del mercato, con prezzi sostenuti e prodotti di altissimo livello con una azienda che ha la caratteristica di offrire tutto quello che vende a prezzi super competitivi sarà molto complicato.
Il Mass Market Retail è, per sua genesi, un business con margini ridotti. Whole Foods è anche soprannominato “Whole Paycheck” per gli alti costi dei prodotti ed anche per la cultura del posto di lavoro con gli importanti premi di produzione ai suoi dipendenti.
Oggi appaiono come due aziende incompatibili, ma questa grande diversità sarà la grande sfida di Amazon.
Da anni sta testando innovazioni, e non c’è dubbio che l’atterraggio di Amazon nel Mass Market Retail fisico porterà ad una rivoluzione mondiale.
Da Seattle si parla già di negozi senza cassiere dove gli acquisti vengono registrati automaticamente su una app, addirittura dalla scorsa settimana su Amazon è in vendita un oggetto che può leggere i barcode dei prodotti alimentari per poterli ordinare direttamente da casa.
Amazon, ricordiamolo, è presente in molti Paesi del mondo, e da oggi il futuro del Mass Market Retail è un suo forte obiettivo: investire il 105% del suo EBITDA in un progetto significa puntare tutte le fiches su quest’area.
Ricordiamoci cosa è successo al mondo del libro: quasi sparito, o comunque in mano totalmente ad Amazon…a livello mondiale.
Non si parla di quello che potrebbe accadere domani, ma di una certa aspirazione del colosso di Seattle.
Noi europei non ci siamo mai preoccupati per Wal Mart, arrivato in Inghilterra (ASDA) per sopravvivere, bloccato dai Discount e dalla diversità del vecchio mondo, ma forse sarà il caso che ci dobbiamo iniziare a preoccupare per Amazon che già è in casa nostra, o meglio, che quotidianamente utilizziamo come consumatori.
La Grande Distribuzione italiana è obbligata a recepire questo messaggio, che oggi sembra lontano ma non lo è affatto, e deve imparare a mettere da parte i suoi personalismi, i suoi orticelli, perché tra pochissimi anni tutto ciò si chiamerà in un’altra maniera, questa Grande Distribuzione potrebbe essere destinata a sparire.
Guardate cosa è accaduto all’industria del del libro ed imparate.
Articolo molto interessante in cui vengono poste domande a cui tutti noi, già oggi, vorremmo dare una risposta.
Sicuramente sarà avvincente vedere come il business model di Amazon e quello di Whole Foods possano “allinearsi” ed integrarsi per produrre la sinergia ricercata con questa acquisizione.