Georges Plassat ha presieduto nei giorni scorsi la sua prima assemblea degli azionisti. La situazione non è rosea e Plassat non lo ha certo nascosto confermando di aver bisogno di tre anni per dare la svolta al Gruppo, tenendo anche conto del contesto economico critico. Ecco le sue parole: “Non fatevi illusioni, ci saranno venti contrari e non posso impegnarmi in promesse a breve termine. Ci vorranno tre anni per rilanciare il nostro business, perché tre anni sono il periodo di tempo necessario a realizzare qualcosa di solido”.
La strategia di rilancio partirà dalla riduzione del debito, che porta con se la necessità di uscire da alcuni mercati, come successo di recente in Grecia. Plassat ha ammesso che Carrefour non è al momento in grado di mantenere una presenza in tutte le zone geografiche dove è attualmente presente, e riferendosi agli investimenti in marketing della società ha aggiunto: “Mettiamo piuttosto tutti quei soldi nei nostri negozi.”
Quindi la strategia che si delinea è quella di investire nelle strutture. In una successiva intervista al quotidiano Le Figaro Plassat ha dichiarato che intende abbandonare la strategia del brand unico “Carrefour” per tutti i formati, passaggio peraltro concluso da pochissimo tempo.

E’ interessante la motivazione che sta alla base di questa scelta, in totale controtendenza sia con le recenti mosse della stessa Carrefour, sia con quella dei maggiori retailer mondiali (Tesco in testa): secondo Plassat è sbagliato per le grandi imprese avere negozi ad ogni angolo di strada, perché così i consumatori tendono a focalizzandosi sulle differenze di prezzo per prodotti simili tra i piccoli formati e gli ipermercati, e questo impatta molto negativamente sull’immagine dell’insegna. La conseguenza è che le nuove insegne di Carrefour dovranno essere riposizionate in linea con il loro format: cambieranno assortimento e politiche di prezzo. I primi candidati a subire la conversione potrebbero essere Carrefour City e Carrefour Market. Attendiamo di vedere le strategie per l’Italia.
Fantastico!!!Hanno appena finito di distruggere insegne storiche come GS o DixDi e ora dietrofront ??
Certo non ci voleva Einstein per capire che la stessa insegna su canali diversi era una boiata.
Ma questi super manager milionari non rispondono mai di nulla ??
Condivido quanto scrivi, rimanendo sempre dell’idea che tutte le multinazionali vengono ti comprano e fanno solo i loro interessi, in questo caso quelli dei francesi, portare redditività nel loro paese, rovinandoci a noi.
In italia carrefour è scappata dalla puglia e basilicata ci stanno provando con la Sicilia, penso come obiettivi vedendo quanto stanno facendo, cioè niente, svenderanno il centro-sud, lasciandosi il Nord, come al solito, perchè riescono a controllare meglio visto che la sede operativa è Milano.
Adesso hanno paura dell’invasione di esselunga a Roma.
Ridicolo per un azienda che si proclama la seconda al mondo della grande distribuzione.
forse vi dovreste domandare perchè anche voi non siete maneger?!
in italia il marcio lo si a nella via di mezzo, se opportunismo fosse dell’investitore, sarebbe per noi un toccasana, gli investitori non sono in italia a regalare danaro, è circa 10 anni che la crescita è solo utopia, italia e spagna sono spine sui fianchi…