Il Gruppo emiliano Realco sta cedendo il ramo d’azienda che gestisce il magazzino, e che dà lavoro a circa 100 dipendenti, a Cooperservice.
Detta così, sarebbe solo una normale notizia di economia, ma la curiosità sta nel fatto che Realco, Gruppo Sigma, fa parte di Confcooperative, mentre Coopservice è legata a Legacoop. Una “coop bianca” che vende un pezzo ad una “coop rossa” …..usando una distinzione che aveva senso di esistere quando il mondo politico era spaccato tra cattolici e comunisti.
In ogni caso il fatto desta l’attenzione degli addetti ai lavori perché, secondo alcuni operatori del Gruppo, cedendo questo ramo d’azienda Realco metterebbe a rischio numerosi posti di lavoro tramutando i contratto a tempo determinato in contratti interinali. Al di là della comprensibile paura di perdere il lavoro, o di vedere profondamente mutate le condizioni di rapporto con l’azienda, c’è un altro aspetto che agita i dipendenti di Realco, quello della povertà delle comunicazioni in merito da parte dell’azienda ai dipendenti.
In ogni caso Realco conferma l’intenzione di cedere il ramo d’azienda, e nel farlo, tranquillizza i dipendenti sostenendo che non ci saranno licenziamenti e che i dipendenti di Realco diventeranno dipendenti di Coopservice, che applicherà il suo contratto di lavoro nazionale.
A onor del vero sarebbe bene riferire agli interessati che in GDO è prassi normale terziarizzare l’attività di magazzino, è curioso sapere che Realco gestisse ancora tutto il ramo d’azienda direttamente, con conseguenti costi non logici in un mercato maturo come il nostro, dove le alternative (terziarizzazione appunto) sono ad oggi valide ed estremamente evolute con riduzioni di costi straordinarie. Come sempre GDONews, nonostante le premesse, è solidale con i lavoratori pur comprendendo che tale passo era inevitabile.
Un altra brutale conferma che le aziende della distribuzione ( conosco solo quelle) non comunicano con i dipendenti quando fanno di questi passaggi trasversali. Il non comunicare molto spesso, nasconde le reali intenzioni delle aziende, al di la delle dichiarazioni di rito tendenti a tranquillizzare.
Sento spesso parlare di necessità di apertura di dialogo tra imprese e lavoratori, sopratutto a questi ultimi viene chiesto un cambio di approccio. Ma quando si chiede questo, le aziende hanno fatto quel piccolo passaggio di abbandono delle logiche padronali e hanno acquisito il vero spirito sociale di impresa?, o come al solito i buoni propositi si fanno sempre sulla pelle di chi lavora.