E’ curioso come la politica prenda strade diverse e spesso contrarie. Meno strano se si tratta di paesi con orientamenti politici opposti.
In questi giorni assistiamo a due iniziative nel campo della distribuzione alimentare, una del Presidente USA Barack Obama ed una del Presidente venezuelano Hugo Cahvez, orientate a smuovere le acque di un’economia stagnante con obiettivi diversi, e soprattutto con metodi diversi.
Obama ha lanciato una iniziativa che il governo finanzierà con oltre 400 milioni di dollari a favore dell’alimentazione sana (Healthy Food Financing Initiative) che ha come obiettivo quello di stimolare la distribuzione nelle zone suburbane e rurali di alimenti “sani e nutrienti”. Pare infatti che una delle principali cause dell’obesità in queste aree, dette “deserti alimentari”, sia la scarsa disponibilità di questo tipo di alimenti, mentre pullulano i ristoranti fast food e negozi di convenienza che non offrono prodotti freschi.
Questa iniziativa ha sicuramente anche lo scopo di stimolare l’economia privata di queste aree che coincidono quasi sempre con le più povere del paese, creando posti di lavoro e nuovi mercati per i coltivatori locali, oltre che migliorare la salute dei cittadini.
Un poco più a sud, in Venezuela, Hugo Chavez, in vista di problematiche elezioni nelle quali, secondo gli analisti, rischia di perdere la maggioranza in Parlamento, si è trovato a dover risolvere il problema di un generalizzato aumento dei prezzi nella distribuzione causato dalla corsa agli accaparramenti dei cittadini venezuelani, spaventati dai continui blackout delle ultime settimane e dall’inflazione galoppante.
La soluzione individuata e attuata dal governo lo scorso 21 gennaio, ed in linea con le proprie teorie già note da tempo, è stata quella di espropriare la catena di supermercati Exito, di proprietà della francese Casino, accusandoli di speculare e di rialzare i prezzi. La catena ha così cambiato nome in Hipermercados Bicentenario e Chavez ha spiegato che i “nuovi” supermercati «Stanno iniziando a comparire in tutto il Venezuela, nei barrios (quartieri), nelle urbanizaciones (periferie). Stiamo per abbassare i prezzi, in media, del 40% e non stiamo guadagnando un centesimo, stiamo solo eliminando le plusvalenze».
Cosa ne pensate?