La strategia del gruppo Carrefour è decisa, da Parigi l’ordine è stato chiaro: vendere lasciando intatte solo le realtà che permettono migliori performance in termini di sell out (fatturato) e garantiscono economie di scala sulla Private Label. Tutto il resto si vende e si abbandona la volontà di arrivare ad acquisire tutto ciò che permetterebbe al gruppo d’oltralpe di essere leader anche qui da noi nel Bel Paese. Carrefour ha deciso di vendere 11 Ipermercati nel sud Italia e 17 Cash and Carry prevalentemente nel nord. Lunedì 22 ottobre si è tenuta la presentazione delle manifestazioni di interesse non vincolanti ad opera dell’advisor Citigroup scelto direttamente dagli uffici francesi. Ad oggi non si conoscono i nomi dei potenziali acquirenti, ma ciò che è oramai certo è che non si tratterà di un unico acquirente per tutti gli 11 Iper del Sud. Si tratta di una serie di imprese della distribuzione che sono interessate a piccole fette della grande torta che sino ad oggi il gruppo transalpino aveva costruito nel mezzogiorno. Alcuni nomi emersi, secondo i rumor dell’ambiente, sarebbero riconducibili a protagonisti del mercato meridionale come il Gruppo GAM – Despar di Cosenza, anche la GDA Group sarebbe interessata a qualche struttura, così come in Puglia si fanno i nomi di Coop Italia ed Auchan. Le cause della dismissione sarebbero perlopiù riconducibili alla difficoltà logistica di gestione delle strutture. Anche la succursale campana degli uffici GS di Milano, attivata un anno e mezzo fa per recepire in maniera più diretta dai magazzini ciò che veniva deciso in sede di trattativa nazionale non ha saputo migliorare la situazione di disordine che si era venuta a creare. Meglio vendere e concentrasi altrove. I Cash and Carry non sono mai stati un business importante per il Gruppo, quindi la dismissione degli Iper del Sud, e quindi la volontà di non perseguire più l’obbiettivo di leadership in Italia, ha fatto sì che ci si sbarazzasse definitivamente anche del fardello dei Cash. Qui gli acquirenti potenziali si chiamano Metro, Sogesgross, ed alcuni gruppi delle centrali Selex ed Interdis. Il denaro transalpino abbandona così, in parte, il nostro Paese per dirigersi altrove: la stessa catena francese ha aperto nei giorni scorsi un ufficio commerciale in quel di Mosca in vista della sua penetrazione sul mercato russo. Il primo punto di vendita sarà aperto entro l’estate 2008 proprio nella capitale russa, nell’ambito del centro commerciale Ekstarkt Fili. Un ipermercato che avrà una superficie di 13mila metri quadrati. Poi l’impegno più profondo sarà profuso nel mondo del domani: la Cina.
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era ora che la facessero
i metodi da multinazionale spocchiosa da noi non sono mai stati vincenti
oltretutto abbinati alle frequentazioni da bassifondi di molto management scontento
viva caprotti
Ma cosa si pretende da questi arroganti e presuntuosi francesi che non conoscono la realta’ italiana e non conoscono la storia italiana : per loro i consumi campani sono come quelli piemontesi , per loro il barolo si vende in Campania quanto in Piemonte , pensano che in Puglia conoscano la bagna cauda , pensano che nel veneto si venda la caponata di melanzane come in Sicilia.
La campagna italiana di Carrefour in Italia diventera’ come la campagna italiana in Russia !! Che felicita’ !!
E nel frattempo mandano dei ragazzotti neo laureati a ricattare e minacciare pesantemente le nostre piccole aziende per ottenere contributi di ogni tipo senza contropartite , e questi ragazzotti poi se ne vanno negli altri gruppi portando il verbo Carrefour pensando di essere diventati dei manager.
Ma questa e’ la Grande Distribuzione evoluta!
E come mai non si vendono gli ipermercati siciliani? Chissà……
Risposta a informato
Si vede che la xenofobia é ben radicata in alcunu ambienti.
Non si parla mai di investimenti fatti e posti di lavoro creati, imposte pagate allo stato italiano ec…
Nec fluctuat nec mergitur
Mi permettete cari amici?
Non capisco perchè questo blog, molto ben fatto e davvero interessante, spesso produce articoli che necessiterebbero di serie riflessioni, e come riflesso qualche volta ( altre volte i commenti a dire il vero sono davvero interessanti)si hanno commenti lontani dalle analisi che si potrebbero e dovrebbero fare, e si leggono invece commenti che nascono dalla pancia e non dal cervello. Perchè non ci domandiamo ed ipotizziamo cosa è successo al sud, e soprattutto cosa succederà?
Ragazzi: me che pancia?!? Bruno:ma che xenofobia?!? Gia 10 anni fa non riuscivano a capire perchè non avevano successo in Italia con pdv all’avanguardia come Marcòn. Evidentemente non basta così poco tempo per cambiare le abitudini d’acquisto degli Italiani. La parte triste della storia è altra: chi poteva imparare dagli sbagli di C. e trarne vantaggio li ha copiati…segue
…segue: li ha copiati e sta andando verso gli stessi problemi. L’Italia è lunga… Poi per ultimo, e poi lascio la parola ad altri, questa sia una piccola lezione anche per l’IDM che spende l’impossibile per attività galattiche, listing e aperture perchè si fa bella figura con quell’insegna: visto i risultati? A chi ha scarsa memoria: quanti soldi avete speso INUTILMENTE per Senigallia (AN)??? CIAOOOOOOO e meditate!!!!!!!
….concordo pienamente con l’opinione di Informato. Non so di quale regione egli sia…ma posso assicurare che nella mia, la Puglia, i francesi si comportano come se noi fossimo un distaccamento della Campania…trascurando completamente localismi e peculiarità della nostra terra.
era ora che si decidessero ad andr via!
l’unica preoccupazione è quella relativa agli acquirenti chiunque essi siano.
saranno spocchiosi, arroganti e “colonizzatori” come i francesi o, invece, saranno sufficientemente intelligenti da capire a fondo i mercati nei quali si insedieranno???
Le strategie (?) dei leader (??) di Carrefour, come quelle di tanti altri manager di multinazionali della GDO, sono imbastite e orientate perlopiù nella parte “opaca” dell’azienda: finiscono quasi semrpe per creare relazione e conseguente gestione del conflitto solo con i fornitori.
Molti di questi manager vivono in un mondo mediato da statistiche e ragionano come se fossero incompresi maghi della finanza, parlano solo tra di loro; le loro scelte nella realtà sono avventate (questo non vuole dire che non abbiano mai successo) e quindi non danno sempre i frutti sperati. Del mondo reale non percepiscono i segnali deboli ma indicativi, fintanto che questi non diventano numeri “rilevabili”, e dopo è troppo TARDI per invertire la rotta ( o troppo costoso).
Si sentono tutti importanti pedine di aziende “globalizzate” ma non si rendono conto che il loro business è sostanzialmente locale: i clienti non si spostano, il bacino d’utenza è quello dove apri e se i clienti li conquisti (con umiltà e attenzione ai loro bisogni) fanno la differenza tra successo e fallimento.
Il non capire le persone, il non ascoltare i messaggi del mercato locale, la convinzione della ricetta perfetta e uguale per tutti è ciò che li sta mettendo in crisi.
Senza rinnovamento, si muore: la mentalità della GD francese è razionale, livella gli eccessi (anche quelli performanti), è mediocre (nel senso che trova nella media l’espressione della sua efficenza), è fredda verso le persone ed è poco rispettosa del luogo dove vuole crescere e prosperare.
Andava bene 20 anni fa.
Superata, come certe teorie di mkt che ancora si insegnano all’università: più vecchie del tipo di vecchio cliente che vogliono blandire.
Fintanto che questi signori vivranno di rendita non lo capiranno mai (chi di loro lo ha capito non ha interesse a perdere lo status all’interno dell’azienda…sta zitto e buono, gli conviene).
E così il loro errare per il mondo continuerà, tra nuove aperture e cessioni a Mosca e in Cina: avanti a bruciare le risorse accumulate nelle aree dove ancora si guadagna in quanto menbri d’onore della “grossa” ( e non “grande” ) distribuzione.
caro Pampurio è tutto vero e vale per molte insegne della gdo.
Per carrefour con l’arrivo dei finanzieri nel capitale azionario hanno sempre meno obiettivi legati al core business ma più obiettivi finanziari.
Alla fine quello che manca a questi manager è l’andare per negozi, i propri e quelli della concorrenza, come il buon Caprotti racconta di continuare a fare, e come tutti i grandi industriali (dovremmo aprire una parentesi anche al riguardo della IDM) e distributori hanno sempre fatto.
Come diceva un mio vecchio professore vengono a mancare i fondamentali della vendita.
dove finiranno gli investimenti fatti delle
ultime aperture?
dai carioca: prova a indovinare!!! 😉
Sapete cosa’ succedera’ dopo la vendita degli 11 ipermercati di Carrefour (ma si mormora qualcuno in piu’) : i nuovi acquirenti chiameranno le aziende e chiederanno un listing per le nuove aperture.
Quindi per la piccola industria danno e beffe.
Quanto al sig. Bruno ricordo che la piccola industria lavorava ed assumeva finche’ non sono comparsi i Carrefour e gli Auchan ora chiude ed e’ costretta a licenziare (dagli operai agli impiegati ai funzionari ai venditori agli agenti ecc. )e poi cosa assumono questi signori francesi ???? solo e assolutamente precari a tempo determinato !! si informi !!
E la nuova generazione di imprenditori della GDO sta seguendo le loro orme : interessa solo il business finanziario , oggi se si presenta un azienda con il portafoglio pieno puo’ inserire tutto quello che vuole (la qualita’ del prodotto e’ l’ultimo dei problemi basta che il consumatore non muoia)!!
vorrei sapere se e vero che se compreranno gli11 magazzini io che sono un dipendente part-time da sei anni a contratto indeterminato presso carrefour di casoria devo avere la preoccupazzione che i primi che potranno togliere da mezzo saranno propio igli assunti piu recentamente come me oppure no grazie fatemi saper
Caro Mario,sono certo che dovremo pagare ancora una volta un listing alle nuove strutture che acquisiranno i Carrefour,ma
quale garanzie avremo su eventuali nuovi investimenti che ci chiederanno i Francesi?
I rinnovi dei contratti li facciamo con i legali?
Stanno smobilitando a tutti i livelli e si “vocifera” di dismissioni di iper anche al nord : ma vi chiedo come e’ possibile che un azienda come Carrefour vada bene quando ci sono 1.200 persone in sede !! quando ne basterebbero 300/400 come in tutte le altre sedi ( ma anche molte di meno )??
Ed adesso si stanno muovendo per chiudere i bilanci 2009 con le richieste di contributi piu’ strampalate sempre al limite della legalita’ : non e’ possibile coinvolgere un numero importante di aziende per rispondere legalmente a questi soprusi o intimidazioni ( se non paghi ti butto fuori ) che non sono ne piu’ ne meno che il pizzo della camorra o della mafia presentate in “bella veste ” ??
si potrebbe fare ricorso all’antitrust per abuso di posizione dominante, i grossisti hanno vinto cause simili contro Coca cola che imponeva vincoli contrattuali simili.
teoricamente certe segnalazioni all’antitrust sono anonime, nel senso che carrefour non dovrebbe mai sapere chi ha fatto la segnalazione all’antitrust.
La Carrefour è sulla strada giusta per la decadenza.
L’illuminismo inizierà quando i francesi ritorneranno a casa loro.
Oggi sui giornali cinesi, si parla della cessione dei pv Carrefour in China a Walmart.
“ABBANDONARE BUONA PARTE DEL MERCATO”
E’ realmente quello che sta succedendo.
Carrefour scappa dal Sud, prima con gli Iper (vedi Cavallino-Brindisi-Bari-Matera ecc.ecc.) e in un secondo momento (e non sara’ lontano) anche con l’insegna GS e Diperdi, che almeno in Puglia non diventera’ mai Carrefour Market e Carrefour Express, come si dice dall’anno scorso.
A Carrefour il Sud gli sta stretto.
Da roma in su’.
sono un dipendente di carrefour siracusa!qualcuno sà a chi sarà venduto questo ipermercato! circola voce di ipercoop! ma non cè nulla di certo! rispondetemi chi sà qualcosa! grazie! la mia mail è gianpaolo_barone@libero.it
Come avevo previsto nel 2009 i francesi continuano a distruggere Carrefour Italia e tra non molto ci abbandoneranno dopo averci spremuto per bene.