Ciò che sta succedendo nel mondo della GDO italiana è molto interessante; da un lato il gruppo “best performer” Esselunga da adito a voci relative alla sua vendita. Una delle prove della possibile vendita sta nel fatto che Esselunga ha operato un riassetto che fa perno alla Fudfina alla quale è finito il 70% del capitale pari a 2,6 miliardi di euro, il restante 30% dovrebbe essere ceduto per il valore di 1,2 miliardi di euro. Inoltre le voci dei giornali specializzati sulle sponde del Tamigi confermavano l’interessamento dei gruppi Tesco ed Asda. A questo punto l’outing del leader di mercato è stato quasi inevitabile. Non bisogna dimenticare infatti che laddove la catena di Caprotti non è presente, le Coop fanno il bello e il cattivo tempo, nel senso che praticano prezzi superiori. Oltre un quarto della grande distribuzione alimentare in Italia è in mano alle cooperative affiliate alla Lega, sotto il marchio Coop e Conad anche se attualmente i rapporti tra le due non sono dei più rosei. A ben vedere, i concorrenti delle Coop sono la francese Carrefour e seguono a ruota le società Auchan, Selex, Sidis, Esselunga e una costellazione di aziende molto piccole. Le Coop sono un vero e proprio colosso, grazie ad un regime fiscale particolare, un assetto societario a prova di bomba e una disponibilità finanziaria del prestito sociale senza pari. Nel passato, inoltre, hanno beneficiato di una rassicurante copertura politica ed ancora oggi alcune amministrazioni locali a guida Unione sono ai loro piedi per quanto riguarda licenze commerciali e aree urbane disponibili per la costruzione di supermercati. A dire il vero tale fenomeno è sempre più circoscritto, anzi nella rossa Toscana molti hanno sempre parlato di un reciproco “gentleman agreement” tra i due gruppi e le amministrazioni locali. In definitiva, però, mentre le Coop sono (anche se sempre meno) favorite, gli altri gruppi del settore talvolta sono più in difficoltà. Il fatto che Coop non ha attualmente straordinari avversari sulla piazza nazionale a parte Esselunga in due regioni (Lombardia e Toscana) è la base della vera paura del leader nazionale: se il patrimonio di Esselunga andasse nelle mani di un colosso della distribuzione mondiale cosa potrebbe accadere? Che assieme al know how acquisito dal gruppo di Caprotti nella sua storia, alla fama del brand Esselunga si aggiungerebbero capitali illimitati capaci di comprare vere e proprie quote di mercato (vedi Auchan e Carrefour nel sud Italia) ed integrare logiche di category già vincenti nel nostro mercato con logiche vincenti nel mondo. Coop fa più che bene a preoccuparsi perché strategicamente dall’acquisizione del gruppo Esselunga potrebbe dipendere il suo futuro nel bene e nel male.
Coop vs Esselunga: quali scenari

Dott. Andrea Meneghinihttps://www.gdonews.it
Analista ed esperto di Grande Distribuzione alimentare. E’ un attento osservatore delle dinamiche evolutive dei diversi format in Italia ed in Europa. Collabora con alcuni Gruppi della GDO italiana nelle aree di crisis communication management e news management. Affianca la Direzione Generale di alcuni Gruppi della GDO nella gestione delle strategie aziendali. Collabora anche con aziende del Mass Market Retail all'estero come assistant manager sull'italian food. Si può contattare scrivendo a meneghini@gdonews.it
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