mercoledì 21 Maggio 2025

Francesco Galizia (Valle Fiorita): “Così portiamo l’artigianalità del bakery italiano nella GDO europea”

Alla fiera PLMA di Amsterdam, tra i protagonisti del comparto bakery in private label, spicca Valle Fiorita. L’azienda pugliese, specializzata in prodotti da forno di ispirazione regionale, ha cavalcato l’onda del boom post-pandemia, consolidando la propria presenza sui mercati europei. Abbiamo intervistato Francesco Galizia, export manager di Valle Fiorita, per capire come l’azienda stia affrontando le nuove sfide di mercato, dall’ampliamento produttivo alla spinta verso l’export e il co-packing d’eccellenza.

Alla conquista dei mercati internazionali con il gusto della tradizione. Valle Fiorita, realtà pugliese specializzata in prodotti da forno ispirati alle ricette regionali italiane, si conferma protagonista alla PLMA di Amsterdam. Con un modello produttivo in espansione e un posizionamento sempre più strategico nel private label europeo, l’azienda affronta le sfide del mercato con visione e solidità. Ne abbiamo parlato con Francesco Galizia, export manager dell’azienda, tra export, co-packing d’eccellenza e nuovi orizzonti per il brand.

Com’è cambiato il vostro settore negli ultimi anni?

Durante il periodo del Covid, il nostro settore ha avuto una spinta importantissima. È un fenomeno che abbiamo ormai consolidato: il bakery è cresciuto molto e chi ci ha scoperti durante la pandemia è diventato un consumatore abituale. Abbiamo quindi continuato a cavalcare quest’onda lunga, presentando nuovi prodotti sempre all’interno della categoria, ispirati a diverse tradizioni regionali italiane.

Com’è la situazione del biologico in questo contesto?

Il biologico ha subito parecchio la crisi inflattiva. Persino in mercati come quello tedesco, da sempre molto ricettivi, abbiamo notato una flessione. Ancora di più in Italia, dove il bio non era in cima alle priorità né per il buyer né per il consumatore. Oggi, però, vediamo segnali di ripresa: la Germania ha ricominciato a crescere, mentre altri mercati come Francia e Italia sono ancora un po’ lenti, ma qualcosa si muove.

Come si è adeguata Valle Fiorita a questa nuova domanda?

Ci siamo resi conto fin da subito che la maggiore domanda richiedeva un investimento strutturale. Abbiamo ampliato i nostri impianti produttivi, arrivando oggi a quasi 6.000 mq di stabilimenti, suddivisi in quattro siti produttivi tutti concentrati a Ostuni. Ogni stabilimento ha una sua specificità: uno dedicato alla puccia salentina, uno a pinze e basi pizza, e due più versatili per il resto della gamma. E non ci fermiamo qui: il nostro piano di sviluppo proseguirà ancora per due o tre anni.

Quanto conta oggi il private label per Valle Fiorita?

Il 60% del nostro fatturato arriva dal private label, sia italiano che estero. Da oltre un anno siamo co-packer per Barilla e Mulino Bianco: un traguardo importante e una vera scuola quotidiana per migliorare i nostri processi. Inoltre, realizziamo prodotti per le principali insegne europee: Selling Group, Coop Danimarca, Coop Svezia, Edeka, Kaufland, e da poco anche Leclerc e Intermarché in Francia. Collaboriamo con Lidl in tutta Europa e stiamo rafforzando la nostra presenza nel Regno Unito.

E il brand Valle Fiorita? Che ruolo ha?

Oltre al private label, stiamo lavorando anche per potenziare la presenza del nostro marchio. Se oggi l’Europa resta il nostro core business, stiamo avviando attività anche sui mercati extraeuropei. È un percorso che richiede tempo, ma abbiamo basi solide per farlo crescere in modo sostenibile.

 

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