Nel cuore dell’Emilia, a Novi di Modena, due aziende salumiere di grande tradizione e innovazione stanno scrivendo un nuovo capitolo nel settore agroalimentare italiano: Comal S.r.l. e Negri Salumi. Comal, fondata nel 1982, ha saputo trasformarsi da distributore alimentare a produttore di salumi, distinguendosi per l’alta qualità e l’adozione di tecnologie avanzate.
Negri Salumi, acquisita dalle famiglie Gialdi e Barbolini nel 2013, si è rilanciata come custode delle tradizioni emiliane, puntando su materie prime di eccellenza e una rete commerciale sempre più estesa. Federico Gialdi, CFO di Comal e CEO di Negri, ci racconta in questa intervista l’andamento del 2024, le sfide affrontate, i successi e le novità di prodotto, con uno sguardo alle prospettive future di queste due realtà salumiere italiane che coniugano tradizione, innovazione e sostenibilità.
- Qual è stato l’andamento generale del comparto nel 2024?
Il 2024 è stato per Comal un anno di crescita a volumi, con circa un incremento del 5% rispetto al 2023, a fronte di un leggero calo dei prezzi medi circa del 4%. Questo andamento ci indica una complessiva crescita aziendale che, grazie all’incremento dei suoi volumi di vendita, è stata in grado di mantenere i fatturati perseguiti negli ultimi anni. Una delle principali problematiche del nostro settore è senza dubbio la forte densità di competitors che portano ad una concorrenza molto agguerrita. Al fine dunque di non perdere le quote di mercato raggiunte negli anni, e di riuscire ad acquisirne di nuove, abbiamo dovuto anche noi adeguarci a dei prezzi medi di vendita non giustificabili, inferiori anche rispetto al minimo storico. Tuttavia, questa meccanica ci ha permesso di consolidare rapporti duraturi nel tempo e approcciare nuove opportunità.
- Nel corso del 2024 avete presentato al mercato diverse novità. Cosa possiamo aspettarci per il 2025?
Con Marca 2024 l’azienda si è proposta sul mercato con tutta la gamma di Prosciutti Cotti caratterizzata da un’innovativa ricetta priva di zuccheri aggiunti.
Ci riteniamo molto avanguardisti in quanto siamo stati i primi in Italia a standardizzare la produzione in questa direzione, ottenendo un forte riscontro dal mercato.
Parallelamente a questa novità abbiamo anche rielaborato la ricetta di PURO, fiore all’occhiello dei cotti di Comal, che si distingue per: materia prima Animal Welfare, un ridotto contenuto di sodio, l’utilizzo di sale iodato protetto ed una totale assenza di zuccheri aggiunti. Per Negri, invece, Cibus 2024 è stata l’occasione di presentare la prima linea di preaffettato a libero servizio dal nome “Take&Taste”: 6 referenze 100% italiane, a fetta mossa, tagliate a caldo e posate a mano.
Per il 2025 prevediamo sicuramente altre novità importanti; in questo momento al centro della nostra attenzione ci sono sicuramente i materiali rinnovabili e riciclabili.
- Innovazione e sostenibilità sono driver di grande peso per il consumatore (e per il retailer). Qual è il vostro approccio in questo senso?
Nel nostro settore è molto difficile portare l’innovazione in quanto siamo già pieni di “tipicità” e di prodotti con aromi o modalità di cottura particolari. Tuttavia, oggi l’innovazione si può giocare da un punto di vista del servizio: chi è in grado di garantire un livello di servizio adeguato alle nuove esigenze di mercato nonostante tutte le difficoltà
e i prezzi elevati, ha sicuramente un vantaggio competitivo rispetto ai suoi competitors. Dal nostro punto di vista, il livello di innovazione vincente si traduce in: prodotto sempre disponibile, consegna puntuale e su tutto il territorio e costanza nella qualità.
Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, invece, possiamo dire essere uno degli argomenti “caldi” del momento ma che, di fatto, non garantisce ancora dei veri e propri vantaggi competitivi.
Nel nostro caso “essere sostenibili” è stata una scelta aziendale adottata in occasione dell’inaugurazione del nuovo stabilimento nel 2018, dettata puramente da una sensibilità verso questo argomento. Negli anni, avere un processo produttivo sostenibile ci ha però permesso di ridurre i costi energetici attraverso un efficientamento che ci ha consentito di rimanere competitivi sul mercato. Di conseguenza, questi investimenti hanno sicuramente portato benefici economici all’azienda, in quanto le hanno permesso di ottimizzare i costi fissi produttivi.