Analizzando i singoli segmenti delle conserve vegetali è possibile entrare nel dettaglio delle evoluzioni delle prestazioni dei singoli segmenti.
Ed in questo contesto è possibile entrare in una analisi dettagliata delle redditività che tali referenze producono sugli scaffali della GDO. Le conserve vegetali sono un’ampia categoria, e nel suo interno le espressioni e ramificazioni sono profonde e dettagliate, a cui la GDO tradizionale dedica molti spazi.
La vera domanda che ci poniamo è: questi sono ancora omogenei in relazione alle vendite che esprimono?
Iniziamo da un dato che abbiamo già espresso in altro articolo: le conserve animali fatturano i 2/3 dell’intera categoria, ma si è anche scritto (sempre grazie al prezioso contributo di NIQ) che il solo segmento tonno sottolio produce, a sua volta, 1/3 del fatturato del totale categoria conserve.
In pratica, dei circa 3,2 miliardi di euro di conserve (vegetali e animali), tolto il tonno sottolio, rimangono 2 miliardi di fatturato che si dividono equamente tra i due comparti.
I sottoli, invece, sono un segmento importante delle conserve vegetali ed appartengono alla tradizione culturale delle varie regioni d’Italia e non solo (si pensi alla Spagna o alla Grecia, dove sono addirittura più utilizzati che da noi). Il fatturato di questo comparto non è rilevante, non lo è da anni, eppure negli scaffali della GDO non può mancare ed anzi, lo spazio a lui dedicato è forse abbondante.
Alla luce dei dati di NIQ AT ottobre 2023, le considerazioni da fare sono molte.
Entriamo nel merito dello studio:
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