In queste settimane si è scritto della corsa impazzita dell’inflazione sui listini di vendita e della conseguente caduta dei volumi delle vendite in grande distribuzione, che dal mese di gennaio si fanno nette. Leggendo in dati di NielsenIQ, dei due grandi comparti del mercato, quello che soffre maggiormente è l’assortimento dei prodotti freschi e freschissimi.
La crescita a valore è pari al +5,9% sul totale Italia Omnichannel, decisamente inferiore al totale assortimento (+8,1%), che scende al +5,5% se il perimetro si restringe ai canali tradizionali super+iper+LS.
Non sono belle notizie perchè la caduta della pressione promozionale dovrebbe compromettere maggiormente le sorti del grocery, ed invece sono i freschi a peso fisso e peso variabile che stanno soffrendo maggiormente.
Entrando nel dettaglio dei formati di vendita, la crisi maggiore è sofferta dai supermercati (sino a 2499 mq) e dalle superette. Il resto dei formati di vendita ottiene migliori performance, soprattutto il canale discount che, pur perdendo a volumi, frena meno dei supermercati in questa parte dell’offerta.
I comparti merceologici che soffrono a gennaio sono stati frutta e verdura e pescheria, in negativo sul pari periodo del 2022. Bene – a valore – pane e pasticceria e formaggi. Gastronomia e macelleria, seppur sopraffatte dall’inflazione, corrono con segno positivo nella controcifra a valore.
Entrando nel merito dei territori del paese, il nord est a valore ha ottenuto nei freschi delle performance migliori del nord ovest: nel dettaglio si segnala una crescita a valore del +9% in Friuli VG ed in Veneto +7,1%. Buone le performance del centro Italia, dove il Lazio è cresciuto del +8,4%, le Marche il +7,9% e la Sardegna il +7,1%.
Da registrare il +12,1% della Campania in area 4.