Il rapporto di IRi sul mercato dei salumi presentato nella tavola rotonda di CibusLab dedicata alla categoria, ha mostrato come negli anni il consumo del peso variabile sia andato via via aumentando, mentre la crescita di quelli a peso imposto abbia rallentato segnando una flessione a volume a inizio anno.
Ottime sono state invece le performance di affettati e snack, con i primi che hanno guidato la crescita del peso imposto rappresentando il 73,8% del giro d’affari, mentre i secondi si sono confermati una nicchia molto brillante. Guardando alle tipologie degli affettati si nota come siano cresciute sostanzialmente tutte, sia le classiche che quelle più care con prezzi euro-chilo più consistenti. I trend sono quindi positivi a valore e a volume.
I dati raccolti fino a luglio 2022 vedono poi una crescita dei salumi a peso variabile nei punti di forza come crudo, cotto e mortadella, che trascinano in positivo tutta la categoria che cresce anche nel posizionamento di prezzo. Come evidenziato dal business insight director di IRI Paolo Lasalvia infatti, nell’ultimo anno si è assistito ad un ritorno dei consumatori al banco taglio, con una maggiore frequenza nei punti vendita senza la necessità di fare scorta e con un occhio attento all’acquisto mirato e al prezzo meno caro.
Di rilievo, come detto, le prestazioni nel peso imposto degli snack che restano di nicchia ma con crescite costanti – con l’unica eccezione del 2020 segnato dalla chiusura delle scuole – e confermate anche quest’anno. Nonostante un indice di prezzo consistente rispetto ai salumi a peso imposto, proseguono la loro crescita in modo costante. All’interno dei canali la loro presenza rispetto ai salumi a peso imposto è praticamente equivalente ma nei discount segnano +37,1% rispetto al 6% degli altri, con possibilità di crescita ulteriore.
L’inflazione a scaffale infine, si manifesta anche attraverso una riduzione delle promozioni che risulta più marcata nei discount per i quali emerge chiaramente un aumento dei prezzi rispetto alla GDO (8,4% ad aprile e 8,1% a giugno contro 3,2% e 5,6%) ma con una netta diminuzione dell’attività promozionale. È dunque ipotizzabile che, in generale, la crisi economica in atto orienterà sempre di più i consumi verso formati in grado di offrire un vantaggio economico. Saranno i prossimi mesi a dire quale sarà in tal senso il ruolo dei discount che oggi sono il secondo canale in termini di contributo alla crescita dei salumi.