Quali vie sta percorrendo il mercato dell’olio extravergine di oliva? Quali sono gli scenari futuri del retail nazionale ed internazionale?
Se ne è discusso lo scorso giovedì 10 dicembre nel webinar organizzato da CibusLAB e moderato da Andrea Meneghini di GDONews, con la presenza di illustri relatori del mondo della produzione, distribuzione e vendita dell’olio extravergine di oliva, tra cui anche Amalia Menna Pantaleo, General manager della Pantaleo SpA.
Il laboratorio digitale, a cui hanno preso parte anche l’Istituto Piepoli e la IRI con un report su ricerche di mercato e di vendita, ha puntato l’attenzione sulle scelte dei consumatori in fase di acquisto e, di conseguenza, le scelte dei produttori e del mercato retail.
I dati della ricerca dell’Istituto Piepoli hanno evidenziato le abitudini di consumo e acquisto degli italiani rispetto al mondo dell’olio extravergine d’oliva. Su un campione di 508 italiani maggiorenni, il 95% ha dichiarato di consumare regolarmente olio EVO, tenendo conto soprattutto della provenienza della materia prima, della qualità e dando priorità alle aziende locali. Gli intervistati hanno dichiarato anche di essere consapevoli delle differenze tra IGP e DOP, ma hanno dimostrato lacune sulla conoscenza organolettica e qualitativa dell’olio, soprattutto su alcune caratteristiche come le sensazioni gustative di amaro e piccante.
Ed è proprio in questo contesto che l’intervento della dottoressa Amalia Menna Pantaleo è stato illuminante, introducendo nel dibattito diversi nuovi scenari.
Seppur i dati statistici esposti dall’Istituto Piepoli abbiano dimostrato che le regioni con più produttività di olio EVO, ovvero quelle del centro-sud, vantano una cultura del prodotto più ampia, è evidente la necessità di dover promuovere conoscenza e capacità di lettura delle etichette. Un esempio è la corrispondenza tra quanto affermato dai consumatori nel sondaggio su IGP e DOP e la realtà dei fatti: nella pratica sono pochi i consumatori che realmente conoscono le differenze e sanno contestualizzarle.
“Il tema dell’IGP è caro all’azienda Pantaleo, pioniera dell’immissione sul mercato di olio EVO IGP Puglia” ha precisato la dottoressa Menna Pantaleo. “Le denominazioni di origine hanno disciplinari precisi, che identificano e geolocalizzano alberi, frantoio di produzione e luogo di imbottigliamento, creando una filiera chiusa in un territorio ben delimitato.”
Nello specifico l’IGP Olio di Puglia ha parametri più stringenti su acidità, perossidi e contenuto di biofenoli, che il disciplinare impone in un quantitativo di ? 300 mg/kg, di cui fenoli bioattivi ? 250 mg/kg. I biofenoli, anche detti nell’uso comune polifenoli, sono sostanze antiossidanti che proteggono l’olio dall’ossidazione, ma sono essenziali anche per i consumatori grazie ai numerosi benefici per l’organismo umano, motivo per cui l’olio evo è considerato l’alimento principe della dieta mediterranea.
“Siamo sia produttori che imbottigliatori di olio extravergine di oliva. Con 160 ettari di terreno quasi totalmente olivetato abbiamo realizzato il sogno della filiera integrale. Dieci anni fa abbiamo iniziato con la piantumazione degli ulivi nel territorio e, negli ultimi anni, il riconoscimento da parte della Comunità Europea della IGP olio di Puglia, ci ha dato la possibilità di creare una filiera certificata dalla pianta alla bottiglia, per una IGP regionale totalmente localizzata. Ci siamo seduti al tavolo delle trattative regionali per anni con gli altri produttori e le istituzioni al fine cercare il riconoscimento dell’IGP, e siamo stati i primi a produrre olio con questa denominazione di origine, raccogliendo consensi da parte dei partner commerciali”.
Un esempio è proprio la collaborazione con Carrefour, la cui private label Terre d’Italia prodotta dalla Pantaleo SpA ha ottenuto il Bicchiere d’oro nel Milan International Olive Oil Awards nella categoria “fruttato medio verde”.
“La collaborazione con Carrefour ci ha visto concordi su una politica comune di valorizzazione del prodotto, in cui il prezzo è stato un elemento secondario, mettendo invece al centro dell’accordo la qualità del prodotto”.
Il webinar è stato occasione anche per trattare un tema spinoso, ma attuale, soprattutto in riferimento alla cultura enogastronomica relativa all’olio evo.
“Pantaleo ha una gamma prodotti completa, che si concentra soprattutto sul prodotto 100% italiano. Ma è importante sottolineare che non bisognerebbe mai demonizzare a prescindere l’olio comunitario, solo per una percezione errata che si ha del prodotto. Spesso se ne parla come di qualità inferiore, ma non è necessariamente così, bisogna affrancarsi dalla provenienza dell’olio ma puntare sempre e principalmente sulla qualità. Il campanilismo territoriale è giusto, ma la qualità della scelta deve essere principale.”
L’azienda Pantaleo SpA, infatti, produce anche una linea di prodotti con una selezione di oli comunitari ma di altissima gamma, Oronovo. “Le aziende italiane sono le prime al mondo nella capacità di fare blend di oli di alta qualità, dando vita a nuovi prodotti che soddisfano le esigenze del mercato e che sono creati con materie prime provenienti sia dal territorio nazionale che comunitario”.
Dichiarazioni importanti e dalla profonda onestà intellettuale, che sono state subito riprese e confermate da altri relatori dell’evento, confermando la Pantaleo SpA come una delle aziende più lungimiranti e di qualità del settore.